Continuano i saldi di fine stagione, cioè l'approvazione frenetica da parte di Consiglio Comunale e Giunta di varianti urbanistiche.
1. Lunedì in Consiglio Comunale è stata approvato (con 4 voti contrari del nostro gruppo - il comunicato stampa sul sito del Comune è sbagliato) il progetto preliminare della Variante 200, in Barriera di Milano. Qui di seguito il comunicato pubblicato su cittAgorà online.
2. Questa mattina è stato presentato in II Commissione (ma non licenziato per mancanza del numero legale) il progetto, denominato Porta Europa, per la costruzione di due torri, una residenziale e una per uffici, di 95m e 60m circa nei pressi dell'igloo di Merz, precisamente nel triangolo compreso tra corso Lione, corso Mediterrano e via Rivalta. Il progetto, di cui il rendering è in allegato, è di Benedetto Camerana (Torino) e Jan Störmer (Amburgo). http://www.professionearchitetto.it/mostre/notizie/9634/Porta-Europa-in-Spina-1
L'assessore Viano ha detto che è vero che a Torino non c'è mercato per nuovi uffici e residenze, ma che si spera di attirare compratori attraverso una competizione con altre città, basata su "prodotti" (cioè edifici) di qualità. Non si può evitare di dare il via a nuove costruzioni, altrimenti la città si ferma! In realtà, come noto, la motivazione principale è quella di "fare cassa" attraverso la vendita di diritti edificatori.
Viano ha inoltre ha affermato che lo sprawl di grattacieli, cioè la loro dispersione in diversi punti della città, risponde al disegno di posizionare le torri accanto agli snodi di comunicazione e traffico, ad esempio vicino a Porta Susa ci sarà il grattacielo San Paolo, vicino a Lingotto il grattacielo della Regione (progetto di Fuksass), accanto alla stazione Zappata le due torri di Porta Europa, accanto alla metropolitana quelle di Variante 200, ecc.
L'idea di un dibattito pubblico sulle scelte urbanistiche, come auspicato ieri da architetti e urbanisti in un incontro all'Unione Culturale, non viene contemplata: come ha detto proprio ieri pomeriggio il sindaco Chiamparino a proposito della partecipazione alla progettazione della Variante 200, coloro che non condividono l'impostazione della Variante sono "portatori di idee" e quindi con loro non è possibile dialogare.
Comunicato
Ieri in Consiglio Comunale è stata approvata (con il voto contrario del solo gruppo di Rifondazione e il voto a favore di tutta la maggioranza) la delibera preliminare della Variante 200 per la “riqualificazione” della zona nord-est della Città, in particolare Barriera di Milano.
Come noto, la parola “riqualificazione” significa in realtà nuove edificazioni per circa 1 milione di metri quadri di SLP (con grattacieli, centri direzionali e centri commerciali) e circa 27.000 nuovi abitanti. Il fulcro del progetto ruota intorno alla linea 2 della Metropolitana, da Stazione Rebaudengo lungo il Trincerone fino a Scalo Vanchiglia, per proseguire poi verso il centro città. Il problema di fondo è che mancano le risorse per la realizzazione della metropolitana: lo Stato non ha previsto i finanziamenti per la parte di sua competenza (60%), mentre la Città intende reperire il restante 40% attraverso la vendita dei diritti edificatori ai privati. Sempre i privati – operatori immobiliari e costruttori - parteciperanno attraverso la Società di Trasformazione Urbana all’intera operazione, configurandosi così come soggetti di governo urbano, perché attuatori delle Norme di Attuazione del Piano Regolatore.
Se queste sono le linee di politica urbanistica dell’attuale amministrazione non può sfuggire che nel dibattito pubblico sollecitato dalla campagna elettorale per le primarie gli indirizzi espressi sono del tutto diversi, anzi in decisa discontinuità. Recentemente abbiamo infatti ascoltato quasi tutti i candidati alle primarie del centro sinistra esprimere rilievi fortemente critici su molteplici aspetti: l’inflazione di nuove edificazioni a uso residenziale, dato che a Torino ci sono circa 55.000 alloggi vuoti; l’eccessivo proliferare di centri commerciali a scapito del commercio di prossimità; lo sprawl (dispersione) sul territorio urbano di grattacieli e centri direzionali, senza alcuna programmazione urbanistica; la scarsa qualità delle nuove edificazioni; la necessità che la metropolitana sia finanziata dalla fiscalità generale e non dalla vendita dei diritti edificatori; il rischio che la Società di Trasformazione urbana sfugga al controllo pubblico; la necessità di rivedere le quantità edificatorie della Variante 200; ecc.
Ci chiediamo dunque perché Sindaco, Giunta e Consiglio Comunale sbandierino il “valore storico” di una delibera i cui criteri vengono negati nelle sedi del dibattito pubblico dagli stessi esponenti del centro sinistra in campagna elettorale. A nostro modo di vedere sarebbe più coerente e trasparente che anche in Consiglio Comunale e in Giunta si aprisse una discussione seria sulle scelte urbanistiche. E sarebbe stato più coerente e trasparente che i candidati del centro sinistra e i loro sostenitori, riconoscendo che le decisioni di questa ammnistrazione non sono state motivate dal “bene comune”, ma da impellenti necessità di cassa e che l’urbanistica contrattata con costruttori e immobiliaristi – invece che partecipata con le/i cittadine/i – è un capitolo da chiudere definitivamente, avessero imposto una moratoria sulla Variante 200 rinviandone l’approvazione alla prossima consiliatura.
Maria Teresa Silvestrini 15 febbraio 2011
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