lunedì 25 novembre 2013

Piemonte: la giunta comunale di Tronzano contraria alla modifica del piano cave regionale



Il Sindaco e l’assessore all’ambiente di Tronzano Vercellese ci spiegano il loro parere contrario alla modifica della legge regionale sulle attività estrattive (proposto dall’assessore Vignale), chiedendo al consiglio regionale piemontese di redigere una nuova legge sulle cave.

«Alla lettura della relazione dell’assessore della regione Piemonte Gian Luca Vignale in merito alle “Misure urgenti di semplificazione delle norme regionali sulle attività estrattive. Modifiche alle leggi regionali in materia di cave e torbiere” che è stata sottoposta ai comuni, siamo balzati sulla sedia: per noi emerge un dato non molto rassicurante per tutti quegli enti locali che si trovano sul proprio territorio diverse attività estrattive e che sono seriamente preoccupati della salvaguardia ambientale. Il testo prevede ben otto punti in cui espressamente si propongono norme a tutela e valorizzazione delle attività estrattive e solo un punto ove espressamente si parla di “attenzione alle mitigazioni dell’impatto ambientale provocato dall’attività mineraria”. 

Non sembri questa nostra posizione troppo di parte pubblica e poco sensibile all’interesse dei cavatori. Le attività estrattive sono necessarie sia per l’economia che per la creazione di posti di lavoro. Riteniamo, però, che chi è stato delegato dai cittadini ad occuparsi del bene comune dovrebbe usare un po’ più di attenzione proprio al bene comune e forse usare un po’ meno passione per quello privato.

Cave in Valledora (1) Parlando dell’area della “Valledora”, della quale il comune di Tronzano Vercellese fa parte, questa è definita un’area ad alta criticità in quanto è zona di ricarica della falda acquifera che serve tutta la pianura vercellese (il posto meno adatto per fare cave e discariche per intenderci) ed è di fatto negli anni diventata la pattumiera del nord ovest a causa dell’incapacità e/o incompetenza gestionale e programmatica della politica che per decenni ha deciso di non modificare sostanzialmente uno strumento quale una legge regionale vetusta che parrebbe scritta dai cavatori per i cavatori.

Cave in Valledora (2) Inoltre la Provincia di Vercelli ad oggi è priva sia di un piano cave, sia di un nuovo piano di gestione dei rifiuti; la giunta Bresso prima e la giunta Cota oggi si sono occupate di questa situazione solo a parole; il tavolo tecnico promesso dall’assessore Ravello oltre 18 mesi fa non è mai stato avviato; il piano strategico pensato dall’ex assessore regionale Conti, l’unico ad aver cercato di trovare nel concreto una soluzione, giace a tutt’oggi in qualche cassetto degli uffici della regione Piemonte. Ora l’assessore Vignale presenta una proposta che, tranne per l’articolo davvero urgente inerente la revisione delle tariffe delle sanzioni, per il Comune di Tronzano è semplicemente irricevibile e oltremodo offensiva per le famiglie che abitano questa porzione di territorio, tanta è la spudoratezza con cui è stata scritta.

La politica non ha mai tenuto in considerazione qualsiasi studio in merito prodotto negli anni. Tutto è sempre stato tranquillamente ignorato, anzi, la Regione Piemonte e la Provincia di Vercelli hanno utilizzato negli ultimi anni come consulenti i medesimi ingegneri e/o geologi tecnici delle imprese del settore estrattivo, fatto che, se sul piano giuridico è probabilmente legittimo, su quello etico è quantomeno deprecabile.
Per questi motivi la giunta comunale ha deciso di esprimere parere contrario alle modifiche esposte nella relazione dell’assessore Vignale, proponendo al consiglio regionale di redigere una nuova legge sulle cave. 

In aggiunta, ha chiesto nuovamente alla Regione (in specie, all’assessorato alla Pianificazione territoriale) la ripresa della concertazione interprovinciale e intercomunale inerente “Ipotesi di Piano strategico per l’area della Valledora”; infine ha chiesto l’interessamento dell’Azienda sanitaria Vercelli affinché per la Valledora venga realizzato uno studio epidemiologico al fine di monitorare la popolazione e l’ambiente circostante e l’interessamento dei capigruppo in Regione, nonché dei parlamentari vercellesi.

Tronzano Vercellese     Sindaco – Andrea Chemello  -- Ass. ambiente – Francesco Massocca

da salviamoilpaesaggio  19 novembre 2013

domenica 3 novembre 2013

Torino, i risultati del secondo Trash mob delle Sentinelle dei rifiuti in largo Montebello



Venerdì 25 ottobre seconda analisi totale con rovesciamento del cassonetto da parte delle Sentinelle dei Rifiuti per la campagna Vanchiglia Ricicla. Nei due cassonetti dell'indifferenziato analizzati in largo Montebello è stato trovato molto materiale differenziabile, tra cui tanti rifiuti organici. Realmente indifferenziabile solo tra il 5,5 e il 9%!
Venerdì 25 ottobre, a venti giorni di distanza dal primo Trash Mob, le Sentinelle dei Rifiuti sono tornate a farsi largo, è proprio il caso di dirlo, tra i cassonetti di Vanchiglia. Questa volta l’appuntamento era in largo Montebello, la piazzetta dalla caratteristica forma circolare che delimita ad ovest lo spazio scelto per “Vanchiglia ricicla”, la campagna volta a sensibilizzare gli abitanti del quartiere sul tema della raccolta differenziata.
A differenza del primo trash mob del 4 ottobre scorso in Piazza Santa Giulia, in cui era stato ispezionato un solo cassonetto, nel secondo appuntamento i cassonetti dell’indifferenziato svuotati e passati al vaglio dalle Sentinelle son stati due. Anche in questo caso le sorprese non sono mancate.
Nel primo cassonetto sono stati trovati 23,5 chili totali di rifiuti. Di questi, 13 chili erano costituiti da rifiuti organici, 3 da vetro e lattine, 3 e mezzo da plastica, 2 da carta e altri 2 da rifiuti non differenziabili. Ciò significa che il materiale correttamente conferito nel cassonetto era solo non più del 9% del totale.
Nel secondo cassonetto invece sono stati rinvenuti 27 chili di rifiuti. Quelli non differenziabili erano solo il 5,5% del totale, ovvero un chilo e mezzo di materiale all’incirca. Il resto era costituito da 12,5 chili di rifiuti organici, da 5 chili e mezzo di materiali non conferibili tra cui una padella e una bomboniera in ceramica e da 7 chili e mezzo divisi equamente tra carta, plastica, vetro e lattine.
* da ecodallecitta.it,  25 ottobre 2013 
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