domenica 30 maggio 2010

14 giugno - CONTRO L'INCENERITORE DI TORINO


Torino lunedì 14 giugno ore 16,30-19,30
Municipio - Piazza Palazzo di città

Come molti sanno, a febbraio, il comune di Torino ha deciso di avviare formalmente i lavori di costruzione dell'inceneritore di Torino, situato al Gerbido, nella prima cintura sud-ovest.
Secondo i progetti ufficiali i lavori dovrebbero durare circa tre anni; questo impianto costerà, sempre secondo i dati ufficiali, circa 500 milioni di euro (il costo di tre ospedali), tutti ricavati da fondi pubblici. Recentemente il progetto è stato sovradimensionato per arrivare a bruciare 500.000 tonnellate all'anno di rifiuti, cioè il quantitativo prodotto da tutta la provincia di Torino e oltre; perciò, per funzionare, l'inceneritore dovrebbe viaggiare a pieno regime ed occorrerebbe quindi sostenere la produzione di rifiuti o importarli, distruggendo di fatto qualsiasi eventuale politica virtuosa di gestione degli stessi (come ad esempio, la raccolta differenziata, che a Torino attualmente non supera il 40%, è che stato dimostrato poter arrivare all'80%).


Innumorevoli convegni, trattati, studi, in Italia e nel mondo, hanno dimostrato l'altissima nocività dei fumi provenienti dagli inceneritori, in quanto contengono diossine, polveri sottili
e un mix di sostanze tossiche che inquinano tutto l'ambiente in maniera perenne per un raggio di decine di Km, contaminando animali, allevamenti, coltivazioni, esseri umani e provocando gravi rischi di tumori e malattie varie.
Sappiamo benissimo che le alternative ci sono e sono anche già collaudate, fino ad arrivare a produrre rifiuti zero tra raccolta differenziata, riduzione alla produzione, riuso e tecnologie di recupero a freddo.
La decisione di costruire l'inceneritore, distruttiva sia per l'ambiente sia per la società, si affianca alla costruzione di altre "grandi opere" che si prefigurano in Piemonte, come il TAV, il nucleare, la Tangenziale Est, la privatizzazione dell'acqua, i grattacieli; tutte opere volute perchè procurano grandi profitti, mettendo in moto ingenti quantità di capitali sfruttando l'ambiente (e gli esseri umani).


Per questo lanciamo un appello ad unirvi a noi per costruire una mobilitazione, sotto forma di presidio, davanti al Comune di Torino per il giorno lunedì 14 giugno, dalle ore 16.30 alle ore 19.30, durante la seduta del Consiglio Comunale. Tramite il presidio intendiamo:
-dare un segnale forte e ribadire che i lavori di costruzione dell'inceneritore devono essere immediatamente e assolutamente fermati;
-sollecitare il comune affinchè si attivi fin da subito per aumentare il piano di raccolta differenziata porta a porta;
-comunicare che vogliamo una gestione dei rifiuti a misura d'uomo ed ecosostenibile;
-mettere in chiaro che siamo contro tutti gli sprechi, le devastazioni e le nocività e siamo e saremo sempre pronti ad opporci.

RifiutiZero Torino ( conoincto@gmail.com )

martedì 25 maggio 2010

Torino: lunedì 31 maggio “SALVIAMO LA FORESTA” al Caffè Basaglia via Mantova 34


Serata organizzata da RE.TE.Ong, all’interno di “Piemonte Chiama Mondo 2010

Gli effetti del cambio climatico che potranno sconvolgere interi ecosistemi e popolazioni dipendono anche dalla noncuranza e dall’indifferenza di tutti noi nei confronti della distruzione ambientale che sta avvenendo nella maggior parte dei paesi poveri delle aree tropicali…….

ore 18 apertura con l’esposizione della mostra “Parchi del Nord, Parchi del Sud”, a cura della Regione Piemonte Servizio Parchi, Ente Parchi Astigiani, RE.TE.ONG; aperitivo per sostenere la Campagna “Compriamo la Foresta”.

ore 19 inizio dibattito con interventi iniziali di Vanda Bonardo e Gianmario Bravo;
I volontari dell’Associazione RE.TE. Ong illustreranno le attività a salvaguardia delle foresta primaria in Nicaragua, presentando la campagna “Compriamo la Foresta!”, per l’acquisto di parte della foresta primaria nell’Arcipelago di Solentiname (Nicaragua) e per l’appoggio alle popolazioni locali

segue proiezione del film fotografico:

Home
(FRA, 1h e 33 min) di Yann Arthus-Bertrand e co-prodotto da Luc Besson.

Il film è stato presentato a Giugno 2009 in occasione della giornata mondiale dell’ambiente. E’ composto da fotografie aeree riprese dai 5 continenti; i cambiamenti e gli impatti delle attività umane sul pianeta vengono raccontate da una voce fuori campo. Il progetto è un ottimo lavoro di grande impatto da cui estrapolare spazi di riflessione su fragilità ambientale, sostenibilità e rapporto uomo-natura. E’ utile per aumentare il livello di consapevolezza sui pericoli a cui va incontro il pianeta Terra, la nostra unica casa.

"PIEMONTE chiama MONDO 2010” - Un intero mese dedicato alla cooperazione internazionale e all'educazione per una cittadinanza mondiale" è organizzato per il quarto anno consecutivo dalle Ong che aderiscono al Consorzio delle Ong piemontesi. Sul sito www.ongpiemonte.it è disponibile il programma con il dettaglio degli oltre 50 eventi nelle diverse località piemontesi.

www.reteong.org

giovedì 20 maggio 2010

Torino 12 giugno - World Naked Bike Ride (WNBR)


Il raduno è per il 12 giugno 2010 alle 14.30/14.45 al Parco del Valentino in Viale Virgilio a Torino, con biciclette, skate, pattini ecc.. Per dipingersi traverstirsi e immaginarsi La partenza è prevista per le ore 15.15/15.30 ( puntuali perché fuori dal corteo non sarà previsto essere nudi)

WNBR non è un organizzazione, ma un giro in bici con nudita’ opzionale. Nasce dall’esigenza dei singoli individui di organizzarsi e unirsi sotto idee comuni. In Italia e Spagna prende il nome di CICLONUDISTA.
E' importante sapere che ESSERE NUDI NON E' OBBLIGATORIO, si puo' venire in costume da bagno, topless, con body paint.

È una manifestazione in CONTEMPORANEA MONDIALE dove i partecipanti si organizzano e si incontrano in massa su mezzi auto-alimentati (come biciclette, pattini,skateboard, monocicli e quant'altro!) per protestarecontro la dipendenza dal petrolio e celebrare il potere e l’individualità del corpo. La regola è “svestiti quanto ritieni opportuno”.
Il nudo parziale o integrale è incoraggiato ma non obbligatorio. Altre espressioni creative sono altrettanto incoraggiate per creare una divertente e coinvolgente atmosfera durante la manifestazione, per catturare l’attenzione e l’immaginazioni dei passanti e dei media. Body art (come il body painting) sono creative forme di espressione, come anche costumi,giocoleria, decorazioni per bici, strumenti musicali rumorosi e impianti audio. Infatti prima del giro si ci raduna per dipingersi il corpo, suonare e giocare.

www.facebook.com/event.php

mercoledì 19 maggio 2010

I Tavoli per la Casa comune degli Ecologisti

( Gruppo Cinque Terre www.gruppocinqueterre.it )

Gli ecologisti si fanno sentire in Europa e nel mondo: Francia, Ungheria, Germania, Brasile, Gran Bretagna, Colombia … 10 , 15, 20%; non sufficiente ancora per egemonizzare la direzione concreta del modello economico ed il governo di tanti paesi, ma comunque sufficiente per esprimere e diffondere il proprio punto di vista ed ottenere qua e là continui successi puntuali.

In Italia gli Ecologisti sono assenti, forse mai nati, comunque frammentati in quell’arcipelago ecologista che una volta si declinava con orgoglio ed oggi è una palude in cui annaspano decine di gruppi, micropartiti, associazioni, che assommano ad una nobile vocazione di intenti una scarsa vocazione a coordinarsi o unirsi.

Quel che resta dei Verdi, sull’orlo della scomparsa, dichiara di aprire il percorso di una Costituente ecologista che probabilmente non sono, per come la intendono, in grado di fare. Resta a loro favore che, al di là del fatto che esprimano non più del 5-10% di questo arcipelago, al momento sono l’unico gruppo che dichiara l’intenzione di provarci, che non è questione da poco e gliene va dato atto.

Il Movimento (di liberazione nazionale?) di Grillo, che ha sicuramente una valenza ecologista (oltre alla forte e giusta connotazione anticasta e anticorruzione, una voce essenziale in mezzo a Media quasi di regime ) non è all’orizzonte; superato il circoscritto e innegabile successo elettorale si arrovella in assenza di un serio progetto di costruzione, nelle difficoltà di una impossibile convivenza fra assemblearismo ed egocentrismo del Capo. La tela di Penelope è l’immagine che ci viene in mente osservando le fughe centrifughe senza sbocchi, se non l’ennesima contorsione nei meandri della variegata ex sinistra, dei De Magistris, Alfano, e un po’ di altri in varie parti del paese e dei meetup. Energie e figure preziose sprecate.

Sinistra e Libertà, sembra purtroppo l’ennesima proposta di rifondazione della sinistra; priva di attenzione e indifferente al movimento ecologista internazionale si avvia a ripercorrere la strada del partito del Capo: dopo quello di Berlusconi, di Di Pietro, di Grillo, ed altri minori, avremo ( con Repubblica come sponsor provvisorio ) il partito di Vendola e delle “fabbriche di Nichi”; un'altra conferma delle caratteristiche di questa fase di transizione dove, in assenza di un unica forza di sinistra e di unica forza ecologista si fanno e si disfano partiti personali di incerta collocazione e di illusoria partecipazione. Un altro contenitore, come l’Italia dei Valori, nel quale le sensibilità ecologiste, pur presenti, si diluiscono assumendo una irrilevante consistenza (si veda in Puglia l’avvio di 5 impianti di incenerimento ) .

Il piccolo Gruppo delle Cinque Terre, che sull’idea della aggregazione ecologista, delle sue forme di espressione organizzata e sulla sua dimensione anche culturale è nato, ed è forse un passo più avanti di altri, fà quel che può, tentando in continuazione di annodare nodi di una rete ai quali manca al momento la vocazione ad annodarsi per favorire la nascita di una Casa comune degli ecologisti.

Nel seminario chiuso di sabato scorso a Roma abbiamo proposto l’avvio di TAVOLi POLITICI NAZIONALI e REGIONALI
Un tavolo nazionale degli ecologisti di 100 persone che rappresenti, il più largamente possibile, l’immenso mondo di questo arcipelago e nel quale nessuno (partito, gruppo, associazione) abbia più del 10% dei membri.
Un tavolo dimensionato quasi matematicamente da rappresentanze regionali, che si riunisca ogni mese, per sei mesi, in una regione diversa dal nord al sud ed affronti tutti i problemi che ci sono: la collocazione, l’organizzazione, la cultura, il programma, le iniziative, di un nuovo movimento politico che qualcuno preziosamente ha chiamato “metapartito”.

Con gli stessi identici criteri abbiamo proposto la nascita parallela di 20 tavoli regionali nei quali, con le stesse proporzioni e gli stessi limiti di rappresentanza, la discussione si allarghi fino ad arrivare a 1000 persone che, al termine di questa fase di transizione, promuovano i contenuti di una Assemblea Costituente a ridosso dell’anno nuovo. Nulla vieta, ed è auspicabile, che il processo si allarghi, località per località, affinchè si garantisca insieme efficacia, efficienza e diffusa partecipazione. Si tratta però di garantire, dall’inizio, la crescita di leadership regionali ampie ed insieme l’avvio di una transizione generazionale e di una adeguata rappresentanza di uomini e donne.

Non è una proposta generica: pensiamo a 100 e a 1000 persone con nome e cognome, ognuna con un supplente, che si assumono la responsabilità personale di costruire il Progetto (o quella, altrettanto impegnativa, di farlo fallire) attraverso un impegno di sei mesi, pesante, prioritario ed entusiasmante, in uno spirito da “movimento nascente” che è il requisito necessario richiesto a tutti.

Costruire un movimento che abbia l’ambizione di rappresentare il 10-20% della società italiana, con una vocazione e prospettiva maggioritaria , non è ovviamente cosa da poco. Niente in comune quindi con reti o gruppi che ripropongono la rifondazione delle varie sinistre; chi ne sentisse il bisogno ha altre, varie, legittime, possibilità di scelta. Si tratta di costruire il segmento italiano di quel movimento ecologista planetario presente ormai in più di cento paesi del mondo ed il cui nome potrà forse essere semplicemente quello di ECOLOGISTI, una dizione che va ben al di là di quella di ambientalisti o verdi e che assomma attorno ad un “ cuore verde “ le esigenze di giustizia sociale, la necessità di riforma in alcuni settori importanti, ad esempio Mercato del lavoro, Giustizia e Legalità, Informazione, Casta. ( quindi anche una intransigente azione di ridimensionamento della casta della politica e di lotta alla corruzione e alle mafie ),e in aggiunta, un sostanziale rinnovamento culturale.

Con i Tavoli su base territoriale nazionale e regionale pensiamo debbano incrociarsi, nella tessitura di una rete politico-culturale formativa, i Tavoli di Progetto :

1) Il TAVOLO della COMUNICAZIONE ECOLOGISTA, con l’obiettivo di:
a) costruire un PORTALE DEGLI ECOLOGISTI che è il principale strumento di adesione / aggregazione/ comunicazione / azione degli aderenti al Progetto nel Territorio. Al suo interno si veicolano le idee di organizzazione, partecipazione, democrazia all’interno del nuovo movimento (sta avvenendo, ancora adesso, nel portale di Europe Ecologie).
b) costituire un network comune dei media ecologisti, confrontando ed aggregando i media già esistenti, i blog , le diverse riviste radio e tv, i giornalisti e gli esperti in comunicazione.
c) raccogliere e scambiare un continuo flusso di informazione ecologista dall’estero all’Italia e dall’Italia per l’estero, oggi quasi assente.

2) Il TAVOLO delle RIFORME, dove si elabora un progetto riformatore su Mercato del Lavoro / Giustizia e Legalità / Informazione e Media / Casta e Corruzione
Nel processo riformatore va inserito il ridimensionamento delle logiche di CASTA e CORRUZIONE con la costruzione di Osservatori Nazionali e Regionali sui sistemi e meccanismi elettorali e di rappresentanza, sul ridimensionamento delle indennità, delle compatibilità e di mandato in eletti in enti e amministrazioni locali e nazionali, sulla trasparenza della delle scelte amministrative.

3) Il TAVOLO della CONVERSIONE ECOLOGICA DELL’ECONOMIA confrontando e mettendo in contatto attività e iniziative riconducibili alla Green Economy, le realtà del biologico e della bioedilizia, le iniziative di credito alternativo (dalle mag alla banca etica alle monete locali), i gruppi di acquisto, le cooperative di servizi sociali e culturali ma anche le imprese ed i lavoratori di attività riconoscibili come eco-orientate con l’obiettivo di favorire la costruzione di organismi di categoria delle imprese e dei lavoratori (vedi Austria), coordinare la promozione e la diffusione di attività eco-orientate e Costituire un Osservatorio permanente sulla conversione ecologica dell’economia per la Transizione del modello economico, energetico, produttivo, fuori dalla logica dello Sviluppo illimitato e del PIL.

4) Il TAVOLO della CULTURA ECOLOGISTA e dell’ ECOLOGIA SOCIALE
Per nuove forme di aggregazione sociale e di gestione amministrativa del territorio: dai Comuni virtuosi al passo in avanti delle Transition Towns ; avvio di nuove forme di aggregazione politico-culturale: EcoHub come centri polivalenti sui territori di informazione e formazione ecologista, con attività culturali, iniziative e servizi sociali, attività economiche; Co-Housing, Ecovillaggi come isole concrete di “altra società “, in qualche modo già in sperimentazione in altri paesi ed oggi mature anche nel nostro. E’ necessario confrontare ed aggregare tutte le diverse anime della cultura ecologista, dall’ ambientalismo all’ecologia sociale, all’ ecologia profonda, al bioregionalismo, ai diversi movimenti delle cosiddette buone pratiche e degli stili di vita, ai movimenti olistici, favorendo la promozione su tutto il territorio nazionale della Cultura Ecologista costruendo reti nazionali (Scuola nazionale di Ecologia) e servizi comuni.
Lo stesso per le associazioni, le agenzie e le cooperative attive nei diversi campi sociali e dei diritti civili, le attività di medicina naturale ed alternativa, le scuole alternative con l’obiettivo, tra l’altro, di costituire un Osservatorio permanente dei diritti e dei doveri sociali.


La riproposizione dei TAVOLI di Progetto a livello regionale, nel quale i rappresentanti nazionali hanno l’esclusiva funzione di “tessitori“ dell’ intreccio delle reti ( nulla a che fare con una presunta investitura a responsabili del movimento, i cui criteri saranno affrontati nel momento della fase finale / iniziale della Costituente ) può rappresentare un adeguato compromesso fra efficienza, crescita del progetto e democrazia partecipata.

I CIRCOLI ECOLOGISTI o altro nome adeguato, attraverso loro COMITATI PROMOTORI in tutto il territorio, costruiti attraverso un adesione prevalentemente sul web nel Portale, possono avviare, già entro pochi mesi, l’adesione INDIVIDUALE alla fase di Assemblea Costituente.

Se ritenuto utile e necessario un APPELLO NAZIONALE, fatto in tempi brevissimi, può essere uno strumento utile, ad uso mediatico, per l’avvio del processo.

Massimo Marino Maurizio Di Gregorio (GCT)

martedì 18 maggio 2010

Perché ogni movimento ha bisogno degli altri e l’umanità ha bisogno dell’impegno di tutti

Torino sabato 29 maggio 2010 ore 9 - 14
Sala Colonne della Cascina Marchesa – corso Vercelli 141 – Torino

Riflessioni introduttive di: Lucio Levi, Cesare Pianciola, Nanni Salio e Massimo Salvadori

Con questo incontro invitiamo l’area dei movimenti a esaminare insieme la situazione presente, a partire dalla crisi della Sinistra storica.Ma il nostro desiderio è soprattutto aprire un dibattito sui nostri futuri possibili: una “moltitudine inarrestabile” (come Paul Hawken definisce la miriade di associazioni sparse per il mondo) può continuare il proprio cammino incurante delle sinergie che nascerebbero, se riuscissimo a coordinarci e a edificare piattaforme di valori comuni?
Esistono nuovi strumenti di collaborazione? Stiamo utilizzando al meglio il Web 2.0? Quali obiettivi siamo in grado di collocare in un ordine del giorno condiviso? È realizzabile una Carta di Intenti che veda tante associazioni convergere in un’azione virtuosa contro le grandi tragedie che devastano la Terra (fame, sete, guerre, inquinamento…)? In altre parole, i movimenti sono condannati alla dispersione delle iniziative separate o sapranno articolarsi in un “movimento dei movimenti” che li porti a divenire veri protagonisti nel panorama politico?
Il documento allegato speriamo possa essere utile per avviare questa riflessione comune.Partecipare a questo seminario vuol dire incominciare un dialogo, dove l’impegno personale può fare la differenza.

a cura di Attac, Centro Studi Sereno Regis e Movimento Federalista Europeo

domenica 16 maggio 2010

Comitato Ambientalista Rifiuti Piemonte


TORINO E PROVINCIA

Nella presentazione della revisione del Piano della Provincia di Torino, fra le tante cose, ipotizzano di incrementare le capacità dell’inceneritore previsto al Gerbido da 421.000 tons previste ad oltre 500.000


DOBBIAMO REAGIRE!!!


Lunedì 17 MAGGIO Pro Natura, via Pastrengo 13 - ore 21 Incontro CARP

iniziative dei prossimi giorni:

Giovedì 20 maggio ore 21 Almese

Venerdì 21 maggio ore 20.45 parte II Cascina Roccafranca

Sabato 22 maggio ore 9 Convegno a Pianezza Sala Comunale

Sabato 22 maggio Parco Ruffini – Volantinaggio

Mercoledì 26 maggio ore 21 Silvia e Amici via Pallanzino 35

Venerdi 28 maggio ore 20,30 Sala consiliare di Grugliasco

Venerdì 5 giugno ore 17,30 Rivoli

martedì 4 maggio 2010

8 maggio a Trino (VC) Coordinamento Nazionale Antinucleare


Invitiamo tutti e tutte a partecipare all'Assemblea pubblica organizzata dal Coordinamento Nazionale Antinucleare l'8 Maggio a Trino, presso l'Auditorium delle Scuole Medie "Famiglia Tricerri"- via Vittime di Bologna n° 4 ore 14.
La rinascita del Coordinamento Nazionale Antinucleare risponde alla necessità di contrastare il piano Italo-Francese di rilancio del nucleare e per una politica dell’energia basata sul risparmio energetico e le energie rinnovabili.
L’informazione capillare,la comunicazione alle popolazioni locali,mediante assemblee, manifestazioni e momenti di lotta,sono i mezzi con cui il Coordinamento si propone di sviluppare la ripresa del movimento Antinucleare in Italia ed Europa.
Il Coordinamento Antinucleare è uno strumento di lotta aperto alle istanze del territorio che si battono sui temi della salute,dell’energia e dell’ambiente…

Nonostante siano passati 20 anni dalla fine della passata febbre atomica ci troviamo ancora oggi con tutto il carico di vecchi impianti e scorie che pesano come macigni sulle spalle di piccole realtà che hanno vista compromessa la salute e la vita sociale da scelte di politicanti senza scrupoli.
Le scelte che indichiamo sono quelle nel campo delle energie rinnovabili e del risparmio energetico,favorendo la ricerca e sopratutto un futuro senza tutto quello che vuole dire un ritorno al nucleare…..
L’assemblea vorrà essere un momento di confronto con le varie anime che pongono centrale questa lotta, nonostante esse siano nate con il riferimento ad altri scempi perpetrati,vedi Tav,Dal Molin, ponte sullo stretto di Messina,inceneritori, cave,F35, rigassificatori, acqua,ecc ecc.,che continuano ad attaccare la nostra salute,l’ambiente e sopratutto la nostra voglia di poter decidere quale deve essere il nostro futuro.Sarà importante per tutti noi, ed in particolare per quelle realtà presenti sul territorio piemontese, iniziare a collegarsi ed organizzare momenti di lotta, come del resto tutti abbiamo fatto fino ad oggi, nelle varie tipologie per respingere l’individuazione di un eventuale sito in quel di Trino, senza dimenticare tutte quelle lotte che si trovano in territori come Saluggia e Bosco Marengo che ancora devono fare i conti con la presenza di quella che è stata l’esperienza passata del Nucleare nel bel Paese, molti sono i pericoli che hanno fatto tremare le popolazioni che si trovano intorno ai siti.
Chiunque voglia aderire lo può fare inviando un email all’indirizzo: nonuke@hotmail.it

Interventi di: Comitato di Saluggia “Cittadini contro il Nucleare" Giorgio Ferrari (Ex dipendente Enel settore nucleare-CNA Lazio) Angelo Baracca (Docente di Fisica presso l’Università di Firenze)


Coordinamento Nazionale Antinucleare (salute, ambiente,energia)

lunedì 3 maggio 2010

Elezioni in Piemonte: travolti dall’Alta Voracità


di Nanni Salio

I dati

Come si contano i voti e le percentuali in una tornata elettorale? Chi non vota non conta? Ma di quale democrazia stanno parlando i politici e i media quando si riferiscono “alla gente, “al popolo”? Da tempo, questa “gente”, questo “popolo” non vota. Quando il 40% e più degli elettori (sino al 50% in alcuni casi) non partecipa al voto, non è solo per una generica disattenzione o per qualunquismo: viene lanciato un messaggio esplicito di sfiducia alla classe dirigente.

Il resto, il 60%, si divide grosso modo a metà tra l’uno e l’altro schieramento, con piccole fluttuazioni di pochi percento, sino all’1% e a anche meno. Una manciata di voti, poche migliaia nel caso piemontese, che non permette certo di dire che gli uni hanno “vinto” rispetto agli altri. Non stiamo assistendo a una gara sportiva, dove pochi centesimi di secondo fanno la differenza.

E veniamo ai dati della Lega, presentata come “vincitrice”. In Piemonte, il dato complessivo è del 16,74%, poco meno del doppio rispetto alle regionali del 2005. Ma questo corrisponde, se facciamo la semplice operazione di moltiplicare per la percentuale dei votanti (60%) a circa il 10% degli elettori. Una maggioranza o una semplice minoranza? Media, politici, politologi, continuano a imbonirci con titoli cubitali del tipo “l’onda verde” (il verde è di moda, dall’Iran sino a casa nostra). La realtà è che su 10 persone, 4 non votano e le altre 6 si dividono quasi equamente tra destra e sinistra e una della destra vota per la Lega.

Che poi, una piccola minoranza sia stata capace di fare parlare di sé e di condizionare l’operato di un governo è altra cosa, che richiede un minimo di interpretazioni, peraltro ben note.

Le interpretazioni

Dal crollo del sistema sovietico, vent’anni fa, non certo da rimpiangere, i “nostri” hanno buttato via “il bambino con l’acqua sporca”. Hanno perso la loro fede, quasi religiosa, nel partito, cambiato nome ogni quattro o cinque anni, e sono entrati in uno stato confusionale. Ben pochi si sono fatti da parte, per riflettere sui propri errori. I più si sono riciclati, per continuare a “vivere della politica” e dei benefici economici che questo comporta.

La distinzione tra destra e sinistra è svanita, nella realtà anche se non nei principi, e i personaggi più diversi hanno cantato i meriti della privatizzazione, della globalizzazione, del liberismo, della NATO e via dicendo. Salvo accorgersi, di tanto in tanto, che siamo sovrastati da una crisi globale che annuncia il prossimo “collasso”.

La Lega ha colto alcuni segni di malessere e con molto populismo mescolato ai soliti ingredienti di sempre (paura e razzismo) ha disinvoltamente sostenuto i governi di destra, ricevendone in cambio un ingente flusso di denaro come prezzo che Berlusconi paga per sfuggire alla galera. Data la “ricattabilità” di quest’ultimo, la Lega sembra fare il bello e il cattivo tempo, pur essendo una piccola minoranza su scala nazionale. Le sue proposte sono sovente soltanto velleitarie, anche se contribuiscono a creare un danno morale e culturale. Per fare un solo esempio, le “ronde padane” sono state un clamoroso insuccesso, ma questo vale anche per gran parte delle politiche di governo. Loro fanno le leggi, ma il paese reale, sia quello che non vota, circa la metà, sia quello abituato a farsi i fatti propri, violando impunemente le leggi, va per conto suo. Sinché non ci sarà la resa dei conti, inevitabile.

I problemi ignorati

Questa “resa dei conti” si chiama “picco del petrolio”, cambiamento climatico globale, crisi energetica e ambientale dilagante, crisi di un modello economico e di sviluppo basato sulla rapina e sulla crescente diseguaglianza, crisi delle dinamiche relazionali ed esistenziali. I tempi sono quanto mai prossimi, anche se non si misurano con quelli delle scadenze elettorali: un paio di decenni. Ne abbiamo persi quattro, da quando fu lanciato l’allarme dal Club di Roma, nel 1972.

Ma di tutto questo non troviamo traccia nei programmi delle forze politiche. Parlare di programmi è in realtà un eufemismo, poiché le competizioni sono fatte con lo stile dei venditori di saponette: messaggi insulsi che suonano come un’ennesima offesa a chi ha mantenuto un minimo di buon senso e di onestà intellettuale.

Il ruolo dei movimenti di base

Cosa doveva fare il movimento No TAV, che da vent’anni si oppone, in modi sostanzialmente e coerentemente nonviolenti, a un progetto privo di qualsiasi reale giustificazione, che non sia quella delle grandi opere e della grande corruzione? Con i 90.000 voti concentrati nella lista cinquestelle ha contribuito alla sconfitta dell’amministrazione di centro sinistra. Ma forse la Lega ha raccolto le motivazioni che stanno alla base di questa protesta? No di certo, il “programma” annunciato è in linea con quello di governo: nucleare, TAV, FIAT, grandi opere. La loro apparente preoccupazione per lo sviluppo locale è gia sfumata di fronte alle pressioni e agli accordi sottobanco con le strutture di potere economico.

Tuttavia, il nodo cruciale riguarda il ruolo che i movimenti di base possono avere nel futuro. Sono molti coloro che sostengono che “una nuova politica può venire solo dal basso” ( da Franco Ferrarotti a Edgar Morin a Paul Hawken per citarne solo alcuni).

Sinora è mancata una capacità di aggregazione su scala locale, nazionale, internazionale, su temi unificanti che permettano di modificare alla radice il modo di far politica, di stabilire un’altra agenda con ordini di priorità che partano effettivamente dagli ultimi e dai più bisognosi.

Ma qualcosa si sta tentando di fare, pur con molte difficoltà. La campagna, nazionale e internazionale, contro la “privatizzazione dell’acqua” è un buon esempio di capacità aggregante, concreta, efficace.

Un “manifesto” di questa possibile politica dal basso fu lanciato un secolo fa da un omino molto noto, ma non altrettanto seguito. Di ritorno da Londra nel 1909, Gandhi scrisse di getto una radicalissima critica alla “moderna civiltà occidentale”, che anticipò le analisi riprese in seguito da Schumacher, Illich, Latouche, con diverse accentuazioni: piccolo è bello, semplicità volontaria, decrescita.

Perché allora non avviare un ampio dibattito sui complessi temi della sostenibilità, a partire dalla nuova edizione di questo scritto fondamentale? (Mahatma Gandhi, Vi spiego i mali della civiltà moderna. Hind Swaraj, Gandhi edizioni, Pisa 2009).

Uomo molto concreto e attivo, Gandhi avrebbe apprezzato moltissimo ciò che le reti dei comuni virtuosi, dei gruppi di base e delle città in transizione stanno realizzando. E avrebbe sicuramente considerato anche il Manuale pratico della transizione di Rob Hopkins (Arianna editrice, Bologna 2009) una utilissima miniera di proposte per creare aggregazione e avviare quel processo di swaraj (autogoverno) da lui teorizzato, sperimentato e sognato.

Entrambi i libri due buoni antidoti all’apparente predominio della Lega e delle destre berlusconiane!

da www.serenoregis.org