martedì 26 aprile 2016

Anche a San Mauro dopo Marzo arriva Aprile




Mamme polemiche e infuriate ( e nonni anche) nei parchi gioco di San Mauro dove i bambini nella stagione primaverile tentano faticosamente di correre e giocare nell’erba alta almeno 40 cm infestata da migliaia di fiori di tarassaco, più noti come soffioni,  i cui “ pappi “ , praticamente dei semi volanti, entro pochissimi giorni riempiranno di uno strato polverulento e allergizzante l’intera città. La causa del disagio delle mamme e del diffondersi dell’infestante è il ritardo con cui si fa il primo taglio primaverile che in molti giardini privati è già stato fatto nella prima metà di aprile, come ogni anno, ma nelle aree comunali no.




Da indiscrezioni, non so se attendibili, si attenderebbe  la gara con la quale attribuire anche per quest’anno questa incombenza ad una società specializzata per il taglio. Il costo previsto, per due tagli annui, dovrebbe essere di circa 220 mila euro per l’intero territorio comunale. Il costo non sembra all’osso mentre i due tagli annui, visto il clima, sembrano pochi specie nelle aree attrezzate dove forse ne servirebbero tre.  Il primo nella prima metà di aprile.

Senza pretendere piani quinquennali di sovietica memoria, considerando che molto probabilmente tutti gli anni il mese di aprile ha l’abitudine di seguire quello di marzo anche a San Mauro,  basterebbe anticipare di un mese la delibera di gara e il taglio. Senza spendere un euro in più, con minori rischi per i bambini ( cadute, zecche e zanzare), e l’anno dopo con una riduzione netta dell’infestante. Nel mio piccolo giardino l’estirpazione al momento giusto negli scorsi anni, ha pressoché eliminato i soffioni.


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Discorso analogo riguarda i posti annuali nei nidi e materne. Se i dati sono attendibili le nascite a San Mauro annualmente sono almeno 120 e i posti nei nidi comunali meno di un terzo , più alcuni posti in convenzione a privati deliberati annualmente. Siamo costantemente, come è noto, in carenza di posti.

I bimbi che non trovano posto nei comunali o nei convenzionati o stanno a casa o, per chi se lo può permettere, vanno in regime privatistico in attesa di un eventuale posto nei nidi comunali. Anche qui le delibere comunali avvengono con un ritardo di uno o due mesi , tanto che chi sta in regime privatistico non fa a tempo a sapere se avrà un posto nei comunali e possibilmente se andrà in convenzione nel nido in cui il bambino è già presente. Deve comunque scegliere entro il mese di aprile. La questione non è irrilevante. Se il bambino viene accolto, ma deve cambiare nido, ricomincia la trafila dell’ambientamento progressivo con un onere di impegno per genitore e maestra dedicata. E poiché non si può “ambientare” insieme molti bambini ma solo diluendone gli ingressi  non è infrequente che un bambino ottenga il posto teorico da settembre ma inizi davvero l’ambientamento, in un nuovo nido, in ottobre o novembre.

Anche qui se il percorso di delibere fosse anticipato di uno o due mesi  tutto sarebbe più lineare e se ne otterrebbero vantaggi per tutti senza un solo euro di spesa in più.


Con frequente difficoltà di comprensione ho seguito negli ultimi anni  polemiche, sfide e crociate  interne alla amministrazione o fra i partiti che si confrontano  nella  città. Probabilmente per mia scarsa conoscenza non ne ho quasi mai compreso lo spessore polemico. Insomma mi è sembrato  spesso si trattasse  solo della cosiddetta “fuffa”. Magari sbaglio e sottovaluto l’importanza della continua polemica.

Sono convinto comunque  che serva  avere una Amministrazione, e le strutture tecniche che ne dipendono,  in comunicazione più diretta e permanente con i problemi, neppure tanto marginali, della comunità che si amministra. E che comunque questa comunicazione non si debba mai rinunciare a pretenderla.



Massimo Marino                                                                                 24 aprile 2016