martedì 27 ottobre 2015

San Mauro: stiamo perdendo ...la metro ?



di Massimo Marino


Il 20 ottobre la Giunta Comunale di Torino ha deliberato di avviare in ambito internazionale  la Gara per l’affidamento della Progettazione Preliminare della tratta Rebaudengo – Mirafiori della linea 2 della Metropolitana torinese.   L’iniziativa si basa sulla disponibilità di 10 milioni di euro destinati a Torino nell’ambito del decreto “Sblocca Italia”.

Tutti sanno che le risorse per costruire davvero “ grandi opere” come le reti di metrò ( in questo caso opere sacrosante, utili e urgenti di cui il nostro paese , tranne Milano,  è sprovvista), non ci sono. Da sempre negli ultimi 30 anni si progettano grandi opere spesso di scarsa utilità ma sospinte dalla forza delle lobby ( la TAV in Valsusa, il reticolo autostradale, il terzo valico verso il mare, fino alla riproposizione periodica del ponte di Messina). Il principio , non dichiarato ma tenacemente perseguito, è che le opere inizino, che si avviino gli appalti, magari nelle fasi preelettorali, senza alcun interesse, oltre che risorse, che si portino davvero a termine in tempi ragionevoli. Quindi nessuna priorità definita ma investimenti a pioggia per accontentare un po’ tutti. 

Nel disinteresse degli amministratori e dei partiti e per l’interesse della vecchia Fiat, nelle reti di trasporto pubblico Torino è di 50 anni dietro a Milano, di 60-70 anni indietro rispetto alle principali metropoli europee, di 100 anni indietro rispetto a Mosca dove già all’inizio del ‘900 si progettavano decine di km di metropolitana. 
  
Tutti sanno che l’efficacia dei sistemi metropolitani cresce con il loro sviluppo a rete e con l’allungarsi verso le periferie per ampliare esponenzialmente gli utenti. In ogni caso la sola  Linea 1 collocata approssimativamente sulla linea nordovest – sudsudest è arrivata, crescendo ogni anno dalla prima tratta  del 2006,  fino a 107mila utenti al giorno nel 2013 ( ne erano previsti 40 mila).



Già dal 2006 si era ipotizzata la seconda linea ovviamente su un generico tracciato sudovest – nordest con diverse ipotesi di intersecazioni alla Linea 1 ( che sono fondamentali ) con quella ovviamente prevalente di Porta Nuova. Quindi la direzione era a sudovest verso Orbassano, a nordest verso San Mauro-Settimo ( linea che lascerebbe aperta una  biforcazione successiva verso Venaria e addirittura, guardando lontano, addirittura ad un prolungamento fino a Chivasso, cioè all’intera utenza proveniente dall’area milanese).Ma altre sembrano le logiche( o illogiche) scelte prevalenti. 

Sorprendentemente, ma non troppo , con il passare del tempo,  hanno preso il sopravvento altre ipotesi che fanno prevalere una diversa priorità di percorso che privilegia all’interno di una suddivisione in 4 ( o 5 ) lotti il tratto periferico e isolato fra lo scalo Vanchiglia e Rebaudengo. Cioè le aree dove nel frattempo, in particolare con la Variante 200 del Piano regolatore torinese si rilancerebbero azzardate ipotesi edificatorie ( non manca un piccolo grattacielo di 18 piani previsto a Vanchiglia più o meno nell’area del mercatino degli extracomunitari che sta dando ultimamente qualche problema di gestione). Al momento prevalgono insomma incerte logiche urbanistiche rispetto a indiscutibili logiche di qualità della mobilità.

L’ipotesi San Mauro-Settimo ( ipotesi Pescarito ) con gli anni è infatti sparita nella più totale indifferenza delle amministrazioni locali interessate e dei partiti di riferimento in  tutt’altre faccende affaccendati. Non una parola, o meglio non una sola presa di posizione ufficiale, convinta e non dettata da momentanee pulsioni elettorali, che mettesse al centro la rilevanza di un percorso, importante sul piano ambientale, trasportistico, economico, e banalmente soltanto logico. L’ipotesi è stata in qualche modo riportata all’attenzione, oltre che dal costante impegno di associazioni come Pro Natura, dalla ripresentazione della proposta con un ordine del giorno  in Consiglio Regionale più di sei mesi fa da parte del M5Stelle.

Nella delibera del 20 ottobre di Pescarito si accenna in 4 righe, solo nella premessa alla delibera vera e propria, elencandola in due nuove ipotesi aggiuntive ( “Analizzando gli studi di traffico si ritiene di richiedere, in fase di progettazione preliminare, anche un ulteriore lotto specifico di prolungamento verso la zona Nord Est (San Mauro T.se) per meglio servire le esigenze di interscambio tra linee di trasporto pubblico extraurbano e traffico privato proveniente dalle aree nord collinari e seguenti e il prolungamento del sub lotto da Caio Mario a Piazza Bengasi “ ). Insomma un eventuale 5°  ( o 6°) lotto in coda a tutti gli altri... chissà se e quando... Neppure si comprende se davvero questa tratta, non ricitata nella delibera vera e propria,  sarà davvero considerata nella attuale ipotesi di gara di progetto. E sarebbe bene chiedere che nel Gruppo di lavoro in formazione  lo si chiarisca subito.  

E’ bene però capire meglio di che si sta parlando. Secondo la delibera del 2008 i 14,8 km della ipotetica Linea 2 urbana parametrata con i costi in itinere della linea 1 sarebbero ammontati a 1185 milioni di euro al netto dell’IVA. In realtà i diversi lotti della Linea 1, chissà perché, hanno dato costi in continua crescita.  Per la tratta Fermi-Porta Nuova  77 milioni/km, poi per la tratta Porta Nuova-Lingotto 85 milioni/km, infine  per la tratta Lingotto-Bengasi  103 milioni/km.
Il costo totale ufficiale è stato di 1,1 mld di euro circa in ben  13 anni , a partire dall’inizio lavori del dicembre 2000 ( ed erano previste le Olimpiadi !). 

La Linea 2 intesa nella sua versione estesa avrebbe 15 km nell’area urbana della città, forse altri 6- 7 km  circa nell’area verso Orbassano e all’incirca altrettanti nel prolungamento verso Pescarito. Almeno 25 km in totale, ed è molto improbabile ( ma lo speriamo visto che paghiamo noi) che il costo netto al km possa essere al di sotto dei 100 mil di euro ( quindi occorreranno 2- 2,5 mld in totale). Come dire che nei prossimi 15 anni occorrerebbe un investimento di 140-150 milioni di  euro all’anno ( con una valutazione ottimista). 

E’ evidente che senza una grande attenzione e mobilitazione nei due principali comuni interessati ( San Mauro e Settimo), senza deliberazioni ufficiali delle amministrazioni, dei partiti e dei movimenti locali sensibili a questo obiettivo, il rischio che si perda la metro è pressoché certo.