mercoledì 3 dicembre 2014

Torino - Assemblea contro le privatizzazioni



Forum italiano dei Movimenti per l’Acqua - Comitato Acqua Pubblica Torino

Torino. Venerdì 5 dicembre alle ore 17.30
via Sant'Ottavio-Palazzo Nuovo





                                                          CI PRIVATIZZANO DI TUTTO…   RIPRENDIAMOCI TUTTO!

Attraverso l’alibi della crisi si ripropone con prepotenza l’idea del privato come regola. Passo dopo passo, le Multiservizi A2A, Iren, Hera e Acea proveranno a far man bassa di tutte le società di gestione dei servizi idrici, ambientali ed energetici, per divenire gli unici campioni nazionali, per competere poi sui mercati internazionali. Se la nuova ondata di privatizzazioni, messa in campo dal governo con Sblocca Italia e Legge di Stabilità, vuole cancellare la conquista referendaria sarà sempre più difficile anche la difesa degli altri Diritti.

Per questo invitiamo a partecipare ad un’assemblea pubblica tutte le realtà interessate ad un confronto volto a contrastare questa nuova ondata di privatizzazioni. Hanno aderito:

Coordinamento Diritto alla Salute - Economia del Bene Comune - No Inc – Rifiuti Zero - Grugliasco Comunità Sostenibile - Attac Torino – Studenti Indipendenti - Comitato Acqua Pubblica Torino - Pro Natura Torino - Sistema Torino - Gruppo Cinque Terre - Comitato per la difesa dei Giardini Reali - - Comitato sniarischiosa - Comitato Area Ex Westinghouse Nebiolo - Officine Corsare

martedì 18 novembre 2014

Torino (SMAT) - Meno consumi ma la bolletta dell’acqua aumenta



I ricavi dell'azienda sono diminuiti, e a rimetterci saranno i cittadini (che hanno consumato di meno)

Di solito più si consuma più la bolletta dell’acqua lievita, ma l’Italia, si sa, è un Paese del tutto particolare: a Torino, per via di un aumento previsto nei prossimi tre anni, si consumerà di meno ma si spenderà di più. Gli abitanti del capoluogo piemontese hanno ridotto il consumo pro capite da 198 a 185 litri in cinque anni, cosa che ha portato nelle casse di Smat, l’azienda che gestisce l’acquedotto, 46,6 milioni di euro in meno. Ma non c’è problema, perché a coprire il “buco” ci penseranno i cittadini: l’azienda ha stabilito recupererà i 46 milioni di euro “perduti” con un aumento in bolletta da spalmare nei prossimi tre anni.

Andrea Rossi spiega su La Stampa che ciascun torinese dovrà pagare 0,50€ in più al mese pro-capite, ovvero le bollette subiranno un rincaro tra il 10 e il 25%, perché, spiega il giornalista “i torinesi, da bravi sabaudi, hanno dato retta a chi spiegava che è un bene prezioso e sarebbe meglio ridurre i consumi ed evitare gli sprechi“. Infatti ogni cittadino utilizzava in media 198 al giorno, scesi a 185 dopo 5 anni, comportando un calo dei ricavi di Smat, l’azienda che gestisce l’acquedotto, che dal 2008 e oggi ha incassato 46,6 milioni in meno.

La decisione di recuperare i soldi andando a prelevare direttamente dalle tasche dei cittadini ha scatenato la protesta degli amministratori dei condomini, i quali si sono rivolti all’Adoc, l’Associazione per la difesa e l’orientamento del consumatore, la quale però ha dichiarato che si tratta di un “aumento a posteriori” e non di un conguaglio.  Smat, l’azienda che gestisce l’acquedotto, ha sempre chiuso in utile negli ultimi anni: solo dal 2008 al 2011 ha registrato utili per 70 milioni, 67 milioni nel solo 2013. E l’amministratore delegato di SMAT Paolo Romano ha commentato dicendo di non capire perché si è fatta tutta questa polemica: “È una polemica che non capisco. Negli anni scorsi i cittadini hanno pagato meno del dovuto, perciò abbiamo chiesto un conguaglio. E li abbiamo pure agevolati, perché pagheranno in tre anni“, ha detto Romano. Ma secondo Mariangela Rosolen del comitato Acqua Pubblica non è vero che i cittadini pagano di meno: “Hanno pagato la tariffa stabilita che, come vuole l’Europa, copre tutti i costi del servizio, compresi investimenti e ammortamenti“, ha spiegato.

pubblicato il 17 novembre  2014 da La Fucina

lunedì 15 settembre 2014

Metrogranda: un’occasione per la mobilità sostenibile in provincia di Cuneo



 “Metrogranda” è un innovativo progetto di sistema metropolitano per la provincia di Cuneo, ideato dal Politecnico di Torino.

Metrogranda è un percorso ad anello di circa 15o km che, sfruttando tratti ferroviari già esistenti (quindi con costi contenuti e senza consumo di suolo), sarebbe uno strumento formidabile di mobilità sostenibile per persone e merci.

È stata organizzata una grande camminata a sostegno del progetto il 13 settembre, oltre a due convegni (4 e 6 settembre).

Metrogranda: ovvero la metropolitana di Cuneo intesa come provincia e non come città! Idea geniale, radicata nel territorio, sviluppata dal Politecnico che mette in relazione, tramite un percorso ad anello, sei delle sette sorelle cuneesi utilizzando le ferrovie complementari esistenti.
Ipotizzando di partire da Cuneo, capoluogo, il nostro “metrò” si dirigerebbe a Saluzzo, per raggiungere Savigliano, – salendo a Fossano – proseguirebbe poi per Cavallermaggiore e raggiungerebbe Bra, da dove scenderebbe a Cherasco per Bastia Mondovì, quindi Mondovì e ritornare a Cuneo.

Un percorso circolare di circa 150 km che mette in relazione quasi tutte le sorelle, sei su sette escludendo Alba comunque relazionata a Bra quindi a “metrogranda” e relazionata a Torino, Asti e Alessandria.
L’unico tratto in cui la ferrata non è (più) pronta è quella del tratto alluvionato nel 1994 fra Bra e Bastia/Mondovi’, i cui costi di ripristino sono sicuramente giustificati dall’opportunità data al territorio da uno strumento formidabile di mobilità sostenibile di persone e merci che può, anzi deve, essere anche strumento di un turismo redditizio e sostenibile.

Il progetto ha validità e efficacia anche iniziandone la gestione senza la chiusura dell’anello costituita dal tratto proprio della Bra-Ceva che richiede qualche tempo per il riarmo.
La messa in relazione di Bra – Fossano – Savigliano – Saluzzo – Cuneo e Mondovì converte una somma di periferie in un avanzato modello di area metropolitana a misura d’uomo e d’ambiente dove convivono le efficienze proprie del vivere urbano con l’amabilità dei panorami, la meraviglia dell’architettura e le delizie dell’enogastronomia: una realtà splendida da vivere come da visitare.
L’opportunità offerta da “Metrogranda” può essere colta con la semplice gestione ottimizzata delle ferrovie esistenti, recentemente ammodernate e pronte allo sfruttamento.
Mettere in relazione le città significa non solo collegarle le une alle altre offrendo nuovi e sostenibili occasioni di mobilità, ma promuovere lo scambio reciproco, promuoverle, come si accennava, da singoli centri con periferia ad ara metropolitana dando l’opportunità a tutto il bacino di usufruire reciprocamente dei servizi ottimizzandone anche il rapporto fra costi e benefici.

Lo strumento offerto dallo sfruttamento dell’attuale rete ferroviaria rende ottimo servizio anche alla tutela del territorio e del panorama rendendo superflue nuove infrastrutture stradali dagli alti costi di realizzo, di gestione, sociali e di impatto ambientale.
Si riducono sicuramente i fruitori del mezzo privato e si incentiva un turismo che faccia uso del treno e della bicicletta: i brevi spostamenti come gli splendidi itinerari che sono offerti dal territorio possono sicuramente essere sfruttati con l’attivazione di un servizio ferroviario che, come in Germania, incentivi il trasporto delle bici e abbia nelle stazioni naturale interscambio fra servizio pubblico e percorsi ciclabili, elevando un servizio turistico in occasione di mobilità sostenibile così come l’attivazione della gestione “metropolitana” dell’anello ferroviario integra un servizio pubblico in occasione di turismo sostenibile.
di Angelo Marinoni  (vicepresidente di Associazione Ferrovie Piemontesi) 
da  salviamoilpaesaggio.it  - 1 agosto  2014 


Per sostenere,  questo progetto L’ASSOCIAZIONE FERROVIE PIEMONTESI  promuove

SABATO 13 SETTEMBRE 2014
Camminata:
“SI AL PROGETTO METROGRANDA!”

due passi per un trasporto eco-sostenibile nei nostri territori
Programma:   ore 10 ritrovo sulla piazza della Stazione Ferroviaria di Bra.
Ore 10,30 partenza per la stazione ferroviaria di Cherasco secondo il percorso di circa 7 km della strada Bra/Cherasco. Tutti in fila indiana. Non sono ammessi durante il percorso striscioni, ma solo bandiere e cartelloni. Verso le ore 12 si raggiungerà il municipio di Cherasco e poi si scenderà verso la Stazione Ferroviaria di Cherasco dove si condividerà – per chi vorrà – il pranzo al sacco.
 
Per il ritorno a Bra è previsto, dalle ore 13, BUS PRIVATO a cura dell’organizzazione.

giovedì 17 luglio 2014

Fermiamo la vendita della Cavallerizza Reale di Torino, restituiamo questo complesso alla collettività




La Cavallerizza Reale, patrimonio dell’Unesco, è un complesso architettonico unico nel suo genere e di valore inestimabile. È inaccettabile che sia destinato all’abbandono, ed è ancor più inaccettabile che un bene pubblico – da sempre attraversato e vissuto da tutti i cittadini – sia stato messo in vendita dal Comune di Torino.

di Massimo Mortarino *

Da venerdì 23 maggio la Cavallerizza Reale è stata riaperta alla città…”. Così inizia l’appello difendiamo la Cavallerizza, pubblicato su change.org, che è possibile sottoscrivere on-line.

Ma vediamo di riassumere in breve la vicenda (con tutti i rischi di imprecisioni che si possono correre in casi contorti come questo), inizialmente descritta dai media come una “tipica” occupazione di proprietà pubblica, ideata e diretta dai soliti gruppetti estremisti in cerca di gloria. In verità, venerdì 23 maggio un gruppo di abitanti di Torino ha sentito l’esigenza di far rivivere questo meraviglioso pezzo di territorio, occupandolo per evitare che la Cavallerizza Reale (parte del Palazzo Reale di Torino, Patrimonio dell’Unesco) finisca per essere svenduta a privati, interessati a trasformarla in appartamenti di pregio.  Un gruppo che cresce giorno per giorno, che aggrega gente di ogni tipo e genere, che sforna programmi culturali, formativi, ricreativi sempre più ampi e variegati, caratterizzato dalla fermezza e decisione, ma accompagnate dalla non-violenza.
Nei giorni immediatamente seguenti, sempre i media hanno comunicato la volontà del Comune di procedere allo sgombero dell’area, secondo criteri di sicurezza, dettati dallo stato di degrado del complesso. Da anni a questa parte, infatti, la Cavallerizza Reale versa in uno stato di degrado sempre più allarmante, in seguito al suo progressivo svuotamento, iniziato con lo sfratto di tutti gli inquilini e ultimato in novembre con la chiusura delle sale gestite dal Teatro Stabile. Resistono solo poche attività vitali all’interno del complesso, usato ormai per lo più come parcheggio: tra queste lo storico Circolo Beni Demaniali, anch’esso sotto sfratto.

La Cavallerizza Reale è un complesso architettonico unico nel suo genere e un bene di valore inestimabile, non solo per il suo valore storico e artistico ma per il significato simbolico che ha assunto negli anni per la città. Iscritta nell’elenco dei beni Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell´UNESCO, come parte integrante dellarea della “Zona di comando”, parte del più ampio insieme delle residenze sabaude: per tale tutela sono necessarie l’integrità fisica degli edifici e la loro fruizione pubblica in ambito culturale.
È inaccettabile che questo patrimonio di memoria storica e culturale del territorio sia destinato all’abbandono, come dimostrano le pessime condizioni in cui versa, per via di una gestione incurante da parte del Comune che ha trascurato la manutenzione degli stabili. È ancor più inaccettabile che un bene pubblico da sempre attraversato e vissuto da tutti i cittadini, un luogo di produzione di cultura per tutti gli abitanti, sia stato messo in vendita.

Attraverso un processo di cartolarizzazione, infatti, l’intera area è stata messa all’asta dal Comune di Torino, che l’aveva acquistata dal Demanio per decine di milioni e, nonostante le difficoltà incontrate nella ricerca di acquirenti, cerca ora di vendere a ogni costo, anche a un prezzo decisamente e progressivamente più basso: una svalutazione che preannuncia una nuova speculazione.

L’amministrazione comunale, nel 2012, ha deliberato che la Cavallerizza possa essere destinata a usi di carattere privato, come residenze ed esercizi commerciali.
In quest’ottica, “La Stampa” del 29 maggio informa che sarebbero presenti due compratori interessati al bene per farne appartamenti di lusso ed esercizi commerciali. Una simile trasformazione è prevista anche per la vicina area dei Giardini Reali, in cui si prospetta la realizzazione dell’ennesimo parcheggio interrato, riducendo un’importante area verde nel cuore della città in un giardino su soletta.
Ci troviamo pertanto di fronte a un patrimonio della città che potrebbe (e dovrebbe) essere liberamente vissuto e frequentato da tutti i cittadini e, invece, il Comune vuole svendere, privatizzare e destinare al profitto di pochi. L’occupazione in atto ha avuto il merito di sensibilizzare numeri sempre più ampi di cittadini e attivare una maggiore “riflessione” da parte del Consiglio Comunale, al quale è stata chiesta dagli occupanti una moratoria di almeno sei mesi, tale da consentire agli stessi di predisporre un progetto alternativo di riqualificazione e riutilizzo dell’area, che comprenda anche ipotesi concrete di copertura economica (come, ormai, richiede il momento economico e come pretendono i nostri amministratori, per i quali l’apporto dei privati rappresenta l’unica e indispensabile risorsa, in tempi di crisi…).

La petizione chiede che il complesso della Cavallerizza sia rimosso dal programma di cartolarizzazione del Comune di Torino e sia immediatamente bloccata l’asta per la sua vendita, perché tutto il complesso rimanga di proprietà pubblica.

La Cavallerizza, in quanto patrimonio della città e dell’umanità, deve rimanere sempre aperta e accessibile a tutti i cittadini: la destinazione degli immobili deve restare legata a una funzione pubblica e a una fruizione collettiva, conservandone e potenziandone la valenza socio-culturale e la natura di luogo di aggregazione (sono del tutto incompatibili e inaccettabili usi impropri di carattere privato e speculativo). Infine, il futuro della Cavallerizza va deciso insieme ai cittadini, attraverso processi di gestione partecipativa: in questa prospettiva, la destinazione degli immobili deve essere decisa in base alle esigenze reali dei cittadini, affinché questo luogo torni a essere uno dei cuori pulsanti della città. L’aspetto della partecipazione dei cittadini nel governo del territorio rappresenta un “nodo” di fondamentale importanza e il nostro Forum è nato proprio perché troppo spesso, negli ultimi decenni e negli ultimi anni in particolare, le pubbliche amministrazioni hanno inteso sostituirsi “al mille per cento” ai cittadini nell’attuazione di progetti, dimostratisi poi non rispondenti alle esigenze della collettività.

·         da salviamoilpaesaggio.it  – 2 luglio 2014        Per ulteriori informazioni: www.cavallerizzareale.org