venerdì 11 febbraio 2011

Regione Piemonte: Presentato il disegno di legge sul Piano casa


Nella seduta del Consiglio regionale del 18 gennaio è stato presentato all'Aula il disegno di legge sullo snellimento delle procedure in materia di edilizia e urbanistica, licenziato a maggioranza dalla II Commissione in sede referente.
La legge regionale 20 ha attuato in Piemonte il Piano Casa, seguendo le indicazioni dell'accordo Stato-Regioni del 1° aprile 2009, per favorire il rilancio dell'economia e incentivare il risparmio energetico in campo edilizio.
"Il provvedimento in discussione - ha spiegato il relatore di maggioranza, Franco Maria Botta (PdL) - interviene sul Capo I della legge 20, che disciplina norme a termine (valide fino al 31 dicembre 2011), con la previsione di premi di cubatura in deroga rispetto alle disposizioni dei piani regolatori. Con questa modifica si intende risolvere i problemi applicativi della legge attuale e offrire misure più incisive per stimolare gli interventi edilizi e gli investimenti nel settore. E' altrettanto favorito il processo di demolizione e ricostruzione in deroga, nel convincimento che molto patrimonio edilizio del recente passato (non sottoposto a nessun vincolo di tutela) possa essere opportunamente sostituito, ottenendo nuovi standard di sicurezza, di decoro edilizio, di validità energetica. Viene quindi estesa questa opportunità anche ai fabbricati a destinazione artigianale, produttiva, direzionale e turistico-ricettiva e per i quali è previsto anche un ampliamento in deroga fino a un incremento massimo di 2mila mq .

Sono poi definite le aree di tutela e si prevede la possibilità di interventi nei centri storici".
Il relatore di minoranza, Aldo Reschigna (PD), è intervenuto per illustrare i principali motivi di contrarietà alla legge da parte dell'opposizione. "La legge 20 - ha ricordato il capogruppo del PD - ipotizzava interventi non solo per il rilancio economico ma anche per la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, nell'ottica di evitare un eccessivo consumo di suolo. Questo ddl disattende invece l'accordo intercorso fra Governo e Conferenza delle Regioni finalizzato ad interventi per l'efficienza energetica degli edifici nella misura in cui impone l'obbligo di migliorie energetiche solo in riferimento alla porzione di immobile ampliata e non all'edificio nel suo complesso. In secondo luogo la gestione del territorio deve rimanere agli enti locali, diversamente si rischia di pregiudicare la qualità urbana. Il ddl elimina invece la necessità di una delibera comunale per individuare le aree oggetto di intervento di demolizione e ricostruzione una tantum, trasferendo tale diritto in capo alla proprietà. Infine, la possibilità di prevedere ampliamenti in deroga fino a 2mila mq anche per i centri direzionali creerà alterazioni nel contesto urbano, così come l'assenza di un limite massimo di mq per l'ampliamento degli edifici a destinazione turistico-ricettiva. Si tratta in questo ultimo caso di immobili di grande consistenza volumetrica."

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