Non si costruisce più e i proprietari spesso sono strozzati dalle tasse
In località Gerbole diversi terreni erano passati a edificabili, poi la
crisi ha lasciato alle sue spalle solo tasse da pagare
A Rivalta non si costruisce più e
i proprietari chiedono al Comune di ritrasformare in lotti agricoli i terreni
edificabili. La crisi si fa sentire anche
cosi e quella che poteva essere una buona opportunità è diventata una tagliola fiscale impossibile da sopportare.
L’amministrazione comunale, nell’ambito di
una campagna per la riduzione del consumo del suolo, ha deciso di lanciare un
bando pubblico per la rinuncia ai diritti edificatori che ha permesso di
recuperare oltre 23 mila metri quadrati di terreno. Il Comune ha così voluto intercettare il
malcontento di quei cittadini, proprietari di piccoli lotti dislocati in zone
periferiche, che si sono visti modificare la
destinazione d'uso delle loro terre dall'ultimo piano regolatore. Tutti cittadini che inizialmente pensavano di
aver fatto un grosso affare, ma quando hanno visto i conteggi dell’Imu hanno
cambiato subito idea: "Noi siamo proprietari di un appezzamento incastrato fra
realtà commerciali, dove si può costruire ben poco spiega una coppia di Gerbole
— In compenso, dobbiamo pagare fior di tasse ogni anno". Nelle casse comunali, quest’anno, entreranno
meno di 500 mila euro di oneri di urbanizzazione, minimo storico degli ultimi
anni e, in questo momento, aspettare l’annunciata ripresa non è facile.
Per il
momento alla campagna per stoppare la cementificazione hanno aderito «solo»
cinque proprietari, ma non è escluso che nei prossimi mesi l’iniziativa venga
riproposta e ottenga nuovi consensi. «Si
tratta comunque di un risultato lusinghiero per un’amministrazione che ha fatto
della difesa del suolo uno degli obiettivi di mandato», commenta l’assessore
all’Urbanistica, Guido Montanari. Che poi entra nel dettaglio: "Ora le
richieste presentate dai cittadini verranno vagliate e, se non ci saranno
ostacoli, verranno inserite nella variante al piano in corso di
elaborazione». L’obiettivo è sempre lo
stesso: «Rendere Rivalta più vivibile e meno esposta ai processi di
cementificazione che l’hanno devastata negli ultimi decenni".
m.mas. da
La Stampa ( pag. Torino ) 12
dicembre 2013
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