Mamme polemiche e infuriate
( e nonni anche) nei parchi gioco di San Mauro dove i bambini nella stagione
primaverile tentano faticosamente di correre e giocare nell’erba alta almeno 40
cm infestata da migliaia di fiori di tarassaco, più noti come soffioni, i cui “ pappi “ , praticamente dei semi
volanti, entro pochissimi giorni riempiranno di uno strato polverulento e
allergizzante l’intera città. La causa del disagio delle mamme e del diffondersi
dell’infestante è il ritardo con cui si fa il primo taglio primaverile che in
molti giardini privati è già stato fatto nella prima metà di aprile, come ogni
anno, ma nelle aree comunali no.
Da indiscrezioni, non so se
attendibili, si attenderebbe la gara con
la quale attribuire anche per quest’anno questa incombenza ad una società specializzata
per il taglio. Il costo previsto, per due tagli annui, dovrebbe essere di circa
220 mila euro per l’intero territorio comunale. Il costo non sembra all’osso
mentre i due tagli annui, visto il clima, sembrano pochi specie nelle aree
attrezzate dove forse ne servirebbero tre.
Il primo nella prima metà di aprile.
Senza pretendere piani
quinquennali di sovietica memoria, considerando che molto probabilmente tutti
gli anni il mese di aprile ha l’abitudine di seguire quello di marzo anche a
San Mauro, basterebbe anticipare di un
mese la delibera di gara e il taglio. Senza spendere un euro in più, con minori
rischi per i bambini ( cadute, zecche e zanzare), e l’anno dopo con una
riduzione netta dell’infestante. Nel mio piccolo giardino l’estirpazione al
momento giusto negli scorsi anni, ha pressoché eliminato i soffioni.
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Discorso analogo riguarda i
posti annuali nei nidi e materne. Se i dati sono attendibili le nascite a San
Mauro annualmente sono almeno 120 e i posti nei nidi comunali meno di un terzo
, più alcuni posti in convenzione a privati deliberati annualmente. Siamo
costantemente, come è noto, in carenza di posti.
I bimbi che non trovano
posto nei comunali o nei convenzionati o stanno a casa o, per chi se lo può
permettere, vanno in regime privatistico in attesa di un eventuale posto nei
nidi comunali. Anche qui le delibere comunali avvengono con un ritardo di uno o
due mesi , tanto che chi sta in regime privatistico non fa a tempo a sapere se
avrà un posto nei comunali e possibilmente se andrà in convenzione nel nido in
cui il bambino è già presente. Deve comunque scegliere entro il mese di aprile.
La questione non è irrilevante. Se il bambino viene accolto, ma deve cambiare
nido, ricomincia la trafila dell’ambientamento progressivo con un onere di
impegno per genitore e maestra dedicata. E poiché non si può “ambientare”
insieme molti bambini ma solo diluendone gli ingressi non è infrequente che un bambino ottenga il
posto teorico da settembre ma inizi davvero l’ambientamento, in un nuovo nido,
in ottobre o novembre.
Anche qui se il percorso di
delibere fosse anticipato di uno o due mesi tutto sarebbe più lineare e se ne otterrebbero
vantaggi per tutti senza un solo euro di spesa in più.
Con frequente difficoltà di
comprensione ho seguito negli ultimi anni polemiche, sfide e crociate interne alla amministrazione o fra i partiti
che si confrontano nella città. Probabilmente per mia scarsa
conoscenza non ne ho quasi mai compreso lo spessore polemico. Insomma mi è sembrato
spesso si trattasse solo della cosiddetta “fuffa”. Magari sbaglio
e sottovaluto l’importanza della continua polemica.
Sono convinto comunque che serva avere una Amministrazione, e le strutture
tecniche che ne dipendono, in
comunicazione più diretta e permanente con i problemi, neppure tanto marginali,
della comunità che si amministra. E che comunque questa comunicazione non si
debba mai rinunciare a pretenderla.
Massimo Marino
24 aprile 2016