lunedì 24 settembre 2012

TAV Valsusa: la nuova magnifica scuola a Venaus


di Debora Billi *

Guardate che magnificenza: è la nuova scuola che ospiterà i bambini di Venaus, in Valsusa (la vecchia era ormai cadente ed inagibile, come molte scuole italiane). Progetto della nota archistar giapponese Kengo Kuma, è uno stupendo edificio a spirale con magnifici tetti bianchi. Si sviluppa su tre livelli, da dove si gode una vista mozzafiato sulla valle, e ospiterà anche servizi per i cittadini. Il costo è da Grande Opera, circa 48 milioni di euro, ma vale la pena un tale sforzo economico per avere un struttura scolastica pubblica di così alto livello.

 
Oops scusate, sapete come siamo noi blogger: nella fretta succede di fare confusione tra le notizie. Quello che vedete qui sopra è il progetto appena presentato in pompa magna per la nuova megastazione della TAV a Susa. I bambini di Venaus, invece, dopo due anni non hanno ancora ottenuto il restauro della loro vecchia scuola. Quest'anno, faranno lezione nei container "appena inaugurati".

* dal blog    www.petrolio.blogosfere.it

mercoledì 19 settembre 2012

Piovono nuove cave in Valledora


di Davide Bono *

Lo scempio dell'area intorno al fiume Dora Baltea, a cavallo tra le province di Biella e Vercelli, nota come Valledora, prodotto da chilometri di cave e discariche spesso ininterrotte, rappresenta ormai l'emblema di tutto ciò che ruota intorno ai business di cemento e rifiuti.
In Piemonte le speculazioni sono favorite dalle basse quote dovute dalle società estrattive per ogni metro cubo di materiale prelevato, circa 0,5 euro, poi rivenduto all'utilizzatore finale ad un prezzo di 10-20 volte tanto superiore, con profitti di milioni e milioni di euro. Infatti le società operanti in Piemonte sono prevalentemente di provenienza Lombarda o Veneta, Regioni dove le quote di prelievo sono maggiori o le regolamentazioni sulle attività di cavazione più restrittive.
Ma l'affare non si esaurisce con la cavazione, perché al loro esaurimento le cave divengono automaticamente ottime candidate per essere riempite di rifiuti, civili o industriali, tradendo la legge regionale che prevede il "ripristino o la ricomposizione del paesaggio naturale alterato".
Le cave, a seguito di continui rinnovi delle concessioni, sono arrivate a profondità tali da far emergere le falde acquifere trasformando le escavazioni in laghi artificiali involontari, con il risultato di un'inevitabile inquinamento delle acque di falda; altrove, le cave trasformate in discariche hanno dovuto essere bonificate per grossi problemi di percolato; altre ancora hanno piantumato degli alberi al confine più per mascherare lo scempio che per ripristinare.
Non dimentichiamo che l'attività estrattiva è possibile solo previa autorizzazione comunale, quindi c'è una precisa responsabilità politica, anche se le amministrazioni si trincerano spesso dietro le "decisioni tecniche". La normativa regionale prevede infatti che il 70% delle tariffe di escavazione vada al Comune che così ripiana i buchi di bilancio. Ed è qui che bisognerebbe andare ad incidere. Oltre a smascherare la solita litania dei "posti di lavoro", poche unità in confronto alle migliaia di posti di lavoro e maggiori introiti economici che si sarebbero potuti avere da terre fertili e potenziali attrattive turistiche che invece sono state distrutte.
Nonostante l'attuale devastazione sono stati richiesti, e sono in valutazione, nuovi insediamenti e ampliamenti per estrarre altri 10 milioni di metri cubi. La Valledora è infatti prevista come bacino di estrazione materiali per tutti i progetti di grandi opere piemontesi come le 5 dighe che il Presidente Cota vorrebbe costruire in Piemonte dopo aver scoperto che ad Agosto non piove (tra cui la diga in Valsessera), strade e autostrade (pedemontana, tangenziale est di Torino) e linee ferroviarie ad alta velocità/capacità (lo scempio Valledora è nato proprio dalla realizzazione del TAV Torino-Milano), ma è probabile che da sola non basterà comunque.
<iframe width="560" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/nGKDJFjJRHg?rel=0" frameborder="0" allowfullscreen></iframe>
Lunedì 10 settembre presso la sede provinciale di Biella, abbiamo assistito all'incontro con una delle aziende cavatrici, la Green Cave Srl, concordato con il Comune di Cavaglià, Legambiente Biella e il Movimento Valledora che hanno discusso le loro osservazioni oppositive alla richiesta di nuovi ampliamenti. Si è chiesto di porre limiti di distanza dalle falde acquifere maggiori del metro attualmente contemplato, portando ad esempio il metodo intrapreso dal comune di Tronzano (amministrato da una lista civica apartitica) che sull'interferenza tra cave e falde acquifere ha effettuato uno studio metodico e ragionato con il Politecnico di Torino.
Chi rappresentava il progetto della Green Cave srl è però emerso essere lo stesso studio tecnico che ha curato per conto del comune di Cavaglià la V.A.S. relativo al progetto di spostamento dell'attuale strada collocata in mezzo all'area di concentrazione maggiore delle cave. Il progetto di questa strada è stata presentata come necessaria alla viabilità del paese ma anche come strumento di contenimento e delimitazione dell'area destinata a cavazione, motivazione disarmante considerato che la "nuova delimitazione" raddoppierebbe l'area cavabile è la stessa amministrazione a consentire poi le concessioni di cavazione. Può lo stesso studio tecnico lavorare per il Comune e per l'azienda che chiede l'autorizzazione? Conflitto di interesse? No, normale amministrazione italiana.
La strada proposta comporterà acquisti od espropri terrieri ed edificazioni a spese e a danno della collettività mentre a contempo quella già funzionante che si smantellerà porterà guadagni per la società estrattiva, grazie all'abbattimento dei diaframmi che separano le cave adiacenti già esistenti (i proponenti hanno addirittura sostenuto che più le cave sono grandi, magari chilometri di cave senza soluzione di continuità, fino al Lago di Viverone, meglio sono ripristinabili. Senza pudore). Perché la circonvallazione non viene proposta e attuata sulla strada già esistente? Misteri della "coltivazione delle cave" o della lobby del tondino e cemento?
Per questo non ci stancheremo mai di dirlo: cave, edilizia, grandi opere e concessioni, banche, rifiuti, grandi gruppi e criminalità organizzata, partiti sono un circolo unico che va spezzato con un colpo secco, tagliando loro i rifornimenti. Dimostrare come abbiamo fatto l'inutilità della quasi totalità delle grandi opere in progetto in Piemonte e stralciarle quindi dall'agenda politica quando il MoVimento 5 stelle amministrerà, significherà stoppare la devastazione del territorio, nel contempo ridurre progressivamente a zero i rifiuti non riciclabili/compostabili significherà eliminare il business di discariche e rifiuti. 
Non è utopia, è programmazione politica.
* M5Stelle Piemonte (consigliere regionale)

martedì 18 settembre 2012

Il risparmia acqua


E’ arrivato anche in Italia WaterPebble V2, la nuova versione del simpatico little water saver, disegnato da Paul Priestman, già diffuso nel resto d’Europa e negli Stati Uniti.
 E’ un piccolo dispositivo, realizzato con materiale interamente riciclabile, che consente di ridurre senza sforzo i consumi d’acqua sotto la doccia. Posizionato sul fondo del piatto doccia, in prossimità del foro, WaterPebble misura la quantità di acqua consumata nel corso della doccia e la memorizza, definendo in tal modo il tempo di durata delle docce successive. Grazie al semaforo che lampeggia dal verde al rosso, WaterPebble avvisa quando concludere la doccia, diminuendo, di volta in volta, automaticamente e gradualmente, il tempo di utilizzo dell’acqua.

La nuova versione WaterPebble V2, è più grande, ha una durata di utilizzo maggiore e garantisce stabilità di funzionamento ed affidabilità più elevate.

Per maggiori informazioni: www.waterpebble.it waterpebble@ildelfinosrl.it
In Italia: Il Delfino Srl per la vendita e la distribuzione di WP V2 sull’intero territorio italiano.Tel 0824 975281

giovedì 13 settembre 2012

IREN e Fassino, indebitati a Torino


Il comune di Torino è indebitato, molto indebitato. Il più indebitato d’Italia. Nel 2012 i torinesi pagheranno 137 milioni di tasse in più per l’aumento dell’addizionale Irpef e per l’IMU. Torino ha tra i propri creditori persino sé stesso. Insieme al comune di Genova possiede infatti il 35,9% della holding finanziaria FSU (Finanziaria Sviluppo Utilities), principale azionista di IREN, la multiutility indebitata per circa tre miliardi di euro. IREN vanta un credito di 260 milioni di euro nei confronti del comune da saldare per una quota di 100 milioni entro fine anno. In questo gorgo di debiti, la stessa FSU ha chiuso in rosso il 2011 per mancanza di dividendi da IREN, e ha rinegoziato debiti per 180 milioni con Intesa Sanpaolo. 

Il tormentone non è finito, anzi è appena iniziato perché Intesa San Paolo possiede a sua volta il 3% di IREN e il prestito erogato a FSU è superiore al valore azionario di FSU in IREN. Per pagare IREN il comune di Torino metterà in vendita le quote nelle sue partecipate nei trasporti, GTT, gestione rifiuti, AMIAT e l’inceneritore di Gerbido, TRM. Non sembra però che ci sia un grande interesse da parte di eventuali compratori. La possibile soluzione? L’acquisto delle partecipazioni del Comune di Torino da parte di IREN che si è detta interessata. In sostanza, il creditore, IREN, indebitato per circa tre miliardi, acquista dal debitore (il Comune di Torino), che è anche il suo proprietario, i beni messi in vendita per saldare il debito nei suoi confronti. Chi paga per tutti è il torinese, tassato e cortese. Con fiducia verso la catastrofe.

(dal blog di Beppe Grillo )

nella foto:  Assalto alla diligenza di G. Da Rold
Il bottino delle privatizzazioni all'italiana. Nel colossale affare di smantellamento delle sue proprietà lo Stato ci ha veramente guadagnato

Il CARP Vercelli chiede la chiusura dell’inceneritore


Lunedì' 17 settembre alle ore 10,  nei pressi della provincia di Vercelli, dove ci recheremo per la consegna, in piazza San Cristoforo – Vercelli, ci ritroviamo per la consegna al Presidente della provincia delle prime 1500 firme che chiedono la chiusura dell'inceneritore di Vercelli.

 La conferenza stampa è organizzata da Carp - Vercelli (Coordinamento regionale rifiuti Piemonte)




Parteciperanno:
Coordinamento ambientalista rifiuti Piemonte
Movimento Valledora
Comitato NoInc Vercelli
MoVimento 5 Stelle Piemonte gruppo di Vercelli e Valsesia
MoVimento 5 stelle Piemonte con la presenza del consigliere regionale Davide Bono
Genitori Vercelli
PD (rappresentante)
IDV (rappresentante)

ore 11 - Consegna petizione e firme, presso gli uffici della provincia

Sono invitati i gruppi che hanno collaborato alla raccolta firme, i partiti che hanno aderito e i loro rappresentanti,
le testate giornalistiche vercellesi tutte, le reti radiotelevisive interessate.
Sono invitati i cittadini che desiderano sostenere il Collegamento vercellese NO INCENERITORE.
Si ringraziano: la testata giornalistica Vercelli oggi, il Gruppo di acquisto solidale di via Benadir 74 -Vercelli, FLAGS  via Veneto, 15-Vercelli - vivaio Savino Piero e Loredana  di Borgo d'Ale (VC) per aver dato disponibilità a ricevere le firme;
per la raccolta firme si  ringraziano tutti coloro che hanno partecipato ai banchetti in ogni forma.
Saranno consegnate circa 1500 firme , il numero esatto si saprà al momento poichè stanno ancora giungendo pagine da aggiungere alla petizione.

La raccolta firme continua anche nelle altre province di Quadrante : Novara, Biella e Verbano Cusio Ossola.

Il regolamento provinciale della nostra provincia prevede, per la presentazione di petizioni dei cittadini, un minimo di 500 firme e la possibilità di ricevere una risposta in merito entro 60 giorni.

I soggetti indicati restano a disposizione per un incontro con l'assessore all'ambiente e con il presidente della Provincia.
Il Carp ( Coordinamento regionale) e Movimento Valledora hanno  organizzato a Vercelli nel 2009, con il patrocinio della Provincia e del Comune, un convegno su Ciclo dei rifiuti con l'intervento di politici e di esperti a cui hanno partecipato, tra gli altri, l'allora presidente della Provincia , l'assessore all'ambiente e altri rappresentanti delle istituzioni.
Già allora si sono avanzate proposte concrete con dati e previsioni, portando esempi virtuosi e percorribili. Sono state presentate aziende e amministrazioni capaci di percorrere la strada del no all'incenerimento, con dati elevati di raccolta differenziata, riduzione dei costi e dei rischi per la salute.
Se qualcuno si è distratto affermando che gli ambientalisti non avanzano proposte concrete, possiamo riproporre gli esempi i cui dati, ad oggi, sono ancora migliorati.

per il Carp: Anna Andorno ( Carp –Vercelli )


leggi anche: