da Specchio dei Tempi (La Stampa)
«Nel lontano 1800 venne costruita a Torino la Molte Antonelliana, la più alta d’Europa, ma a metà del secolo scorso arrivò su Torino un tornado e un fulmine la dimezzò. Un secondo grattacielo, meno alto e più modesto, fu la Torre Littoria voluta dal fascismo in centro città con l’evidente volontà di primeggiare in altezza sugli altri fabbricati. La torre non crollò, ma crollò il fascismo. Successivamente la Lancia, nel suo momento di fulgore, costruì in Borgo San Paolo un bellissimo grattacielo uso uffici, appoggiato su quattro zampe e con un ascensore a cabine aperte a circolazione continua: il grattacielo è ancora in piedi, ma la Lancia fu venduta in stato prefallimentare per una lira all’avv. Agnelli. Poco tempo dopo la Rai, memore di essere nata a Torino, costruì un grattacielo per uffici a Porta Susa; dopo pochi anni si scoprì che era pieno di eternit; venne abbandonato e da tempo è vuoto e nessuno lo vuole comprare.
Le due importanti compagnie di assicurazione torinesi, la Sai e la Toro non costruirono grattacieli, ma imponenti palazzi in riva al Po; negli anni scorsi la prima venne assorbita dalla Fondiaria di Firenze e la seconda dalle Generali di Trieste. Anche il San Paolo decise di costruire un importante grattacielo in corso Inghilterra e non appena gettate le fondamenta il suo simpatico Presidente perse il posto. Lo scorso anno la on.le Bresso, già Presidente della Regione, dichiarò che voleva far costruire un grattacielo per riunire i diversi uffici sparsi per Torino e il suo desiderio di grattacielo bastò a farle perdere le elezioni. Da qui nasce istintivo un messaggio all’on.le Cota, attuale Presidente della Regione Piemonte: unificare gli uffici è un ottimo programma, ma in fabbricati di non più di 4/5 piani, meglio se di soli 3 piani uso caserme di corso Unione Sovietica, che nonostante le guerre e i bombardamenti sono ancora in piedi».
Raffaele D’Afflitto
Raffaele D’Afflitto
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