Dopo mesi di polemiche e discussioni sugli impianti a biogas di Trino e
Cigliano (VC) ieri, quasi per uno strano scherzo del destino, sono arrivati i
«no» definitivi a questo tipo d’insedimenti che trasformano mais e scarti
dell’agricoltura in energia da commercializzare. Una vittoria per chi intravede
in questo business una minaccia per il suolo agricolo, inteso come bene
primario per la produzione di alimenti.
Il primo «no» è giunto in mattinata, durante la Conferenza dei servizi in
Provincia a Vercelli: a essere sotto esame era la richiesta della centrale a biogas
di Trino, quella che ha sollevato un polverone di polemiche per la sua
vicinanza al Bosco della Partecipanza e che ha contributo alla caduta della
giunta del sindaco Marco Felisati. Netto è stato il «no» del Comune di Trino e
dell’Asl di Vercelli e poi via via gli altri attori si sono pronunciati in modo
negativo, bocciando così la richiesta della ditta proponente.
Dopo la notizia sulla centrale di Trino, nel pomeriggio è arrivato anche il
«no» per l’insediamento di Cigliano: in questo caso la discussione
sull’impianto è avvenuta a Roma, al Consiglio dei ministri che ha di fatto
bocciato l’iniziativa imprenditoriale osteggiata da oltre due anni dal comitato
Tutela del territorio di Cigliano e dal Comune guidato dal sindaco Giovanni
Corgnati, che spiega: «Il Consiglio dei ministri ha valutato il parere negativo
dell’Asl che ha dichiarato l’azienda insalubre vista la distanza di soli 129
metri dalle case, il “no” politico della Provincia e il veto del Consiglio
comunale e alla fine ha dato ragione alla nostra tesi».
* di Valentina e Roberto su www.movimentovalledora.org
25 agosto 2012
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