Il Comitato Noi Walser: «E' uno scempio in una zona di
altissimo valore naturalistico»
Il Comitato "Noi walser, per un turismo
sostenibile e responsabile", denuncia le previsioni urbanistiche dei
Comuni di Alagna Valsesia e Riva Valdobbia che vorrebbero realizzare
66.000 metri cubi di complessi edilizi in «aree comprese in una zona di
altissimo valore naturalistico e paesaggistico dichiarata dal ministero
dell'ambiente "di notevole interesse pubblico" (D.M. 1/08/1985 cosiddetti
Galassini)». Il tutto sarebbe contenuto in un Masterplan che sarà
realizzato dall'architetto Matteo Thun su incarico dei due Comuni e di una
"cordata" di imprenditori privati.
I Walser sono una popolazione di origine germanica che
nel XIII secolo varcò le Alpi e scese in Piemonte e Valle d'Aosta, dove vivono
ancora oggi fra le vallate del Monte Rosa, parlando il "titsch"
lingua del gruppo germanico che deriva dalla lingua alemannica medioevale. I
Walser hanno dato origine ad una civiltà agro-pastorale originalissima la cui
massima espressione in Italia è rappresentata dalla casa walser in legno di
Alagna Valsesia e Riva Valdobbia, unica nel suo genere.
Secondo "Noi Walser" tutto questo è a
rischio "banalizzazione". A poche centinaia di metri l'uno dall'altro
saranno costruiti un complesso edilizio di 31.200 metri cubi in località
Miniere, in un'area di carattere demaniale, e un altro di 24.000 metri cubi
(per il quale è già stato rilasciata la proroga del permesso di costruire il 12
giugno) nella Frazione Giacomolo, vicino ad antiche case walser, un progetto
contro il quale si sono già espressi pubblicamente Vittorio Sgarbi,
Salvatore Settis e Reinhold Messner. Intanto sono già in corso di edificazione
ad Alagna, nella Frazione Reale Inferiore, 11.000 metri cubi all'ingresso
del paese, al confine con il Comune di Riva Valdobbia. Per Noi Walser si tratta
di «paurose colate di cemento che daranno il benvenuto ai turisti alla porta di
accesso del Monte Rosa. I due Comuni, per non farsi torto l'un con l'altro,
trattengono in parti uguali la loro quota di cemento. L'impatto ambientale sarà
devastante, modificherà in maniera rilevante la fisionomia del paesaggio
compromettendone i delicati equilibri, l'intrusione visiva delle nuove
costruzioni risulterà pesante. Le enormi dimensioni dei mega-complessi edilizi
li pongono al di fuori della storia e della cultura dell'Alta Valsesia».
L'associazione si riferisce in particolare a quello
che ha ribattezzato "Maximostro Località Miniere", «per il quale il
Comune di Riva Valdobbia ha in tempi recenti apportato Variante al Piano
Regolatore Generale Comunale per consentire, nell'area dell'ex Miniera
("abbandonata", ma non esaurita di pirite/calcopirite - produzione
rame), la costruzione della mega struttura ricettivo-turistica e commerciale,
un vero e proprio "stupro ambientale"».
Invece le costruzioni in via di realizzazione ad
Alagna «Sono l'"anticipo" delle grandi speculazioni immobiliari
previste, il relativo PEC B1» che secondo la documentazione raccolta da
"Noi Walser", «prevede una volumetria edificabile totale di oltre
11.000 mc. L'iniziativa immobiliare della costruzione del complesso di edifici,
con una volumetria elevatissima ed abnorme in rapporto alla superficie
fondiaria, viene pubblicizzata con la formula "Quattro baite in stile
walser"».
Dalla documentazione risulta anche che le
autorizzazioni paesaggistiche sono state rilasciate dalla Commissione locale
del Paesaggio del Comune di Alagna e l'associazione scrive: «Ci riesce
incomprensibile come sia stato possibile il rilascio di autorizzazioni
paesaggistiche da parte della Commissione locale del Paesaggio quando
l'intervento (PEC B1) prevede una cubatura totale superiore ai 10.000 metri
cubi e come tale per legge regionale (L.R.32/2008) il rilascio avrebbe dovuto
essere in capo alla Regione». Un altro fatto che lascia perplessi è che un
membro "autorevole" della Commissione locale del Paesaggio è anche il
progettista di tutte le costruzioni previste nel PEC B1l. Secondo
"Noi Walser, dietro inuovi progetti immobiliari di strutture
ricettivo-turistiche, definite talvolta "residenziale alberghiero"ed
altre "residenziale ciclico" si nasconde la solita speculazione dei
bi/trilocali: «La speculazione edilizia tenta di adeguarsi, da buon camaleonte,
alle mutate situazioni, legislazione paesaggistica e sempre maggior sensibilità
ambientale dell'opinione pubblica»
Per il Comitato montanaro, «le ormai troppe
costruzioni "ricettivo-turistiche" in via di realizzazione o
programmate nei Comuni di Alagna e Riva Valdobbia rischiano di sottrarre
l'identità alle Comunità locali e di cancellare le antiche caratteristiche dei
luoghi trasformando tutto, con un maquillage che richiama vagamente
l'architettura walser, in un finto villaggio, in una "quinta di
teatro", per un turismo di massa che "scimmiotta" ancora una
volta la vita di città per omologare tutto a tutti. Il successo della montagna
dovrebbe essere nell'alternativa alla vita cittadina, non nella sua appendice»
Per questo "Noi Walser" propone «un'alternativa di sviluppo
all'imperativo egemone di una crescita inarrestabile a vantaggio di pochi che
mette sotto pressione in ugual misura le montagne e le Comunità locali. I
meccanismi del passato, fondati sullo sfruttamento delle risorse di un'area
limitata, minacciano i nostri sogni e penalizzano il futuro della montagna. La
montagna quanto i suoi abitanti hanno bisogno di nuove prospettive. La montagna
dispone di tutto quello di cui gli esseri umani avrebbero realmente bisogno:
acqua, silenzio, serenità e bellezza, condizioni per continuare a pensare,
immaginare e sognare.
E' necessario preservare queste basi fondamentali della
vita».
da www.greenreport.it 17 luglio 2012
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