Arriva il 2011. 150 anni da Torino capitale. Stanno cambiando i vertici di Regione e di Intesa San Paolo che avevano commissionato i mega-grattacieli che si stanno per costruire a Torino. Chiediamo che ascoltino le voci dei cittadini e le preoccupazioni economiche, urbanistiche, paesaggistiche. Il paesaggio urbano è elemento fondamentale della immagine di questa città. Città storica, delle Alpi. Chiediamo una pausa di riflessione sui progetti dei grattacieli, innanzitutto sui più importanti, Regione Piemonte e Intesa San Paolo. Non sono opportuni cantieri in altezza, moncherini nel
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L'incontro nazionale promosso dal Movimento per lo Stop al Consumo di Territorio e dal Comitato “Non grattiamo il cielo di Torino” e svoltosi nella giornata di Sabato 17 Aprile con la partecipazione di molti esponenti di rango dell'associazionismo, dell'urbanistica e della cultura italiana, si è concluso con un forte appello conclusivo che suona come un richiamo all'azione per tutti i cittadini della nostra nazione ... Sprawl e verticalizzazione delle città sono espressioni speculari del consumo ingiustificato di territorio conseguente alla valorizzazione economica dei patrimoni privati che porta al degrado dei beni comuni e all’aumento del disagio per gli abitanti. Nel corso dell’incontro nazionale “Paesaggio Bene Comune” promosso dal movimento “Stop al consumo di territorio” e dal Comitato “non grattiamo il cielo di Torino”, presso la sede della Provincia di Torino, oltre 200 tra cittadini, esperti, rappresentanti di associazioni e di comitati, provenienti da varie parti del Paese, hanno discusso e si sono trovati d’accordo intorno al tema del Paesaggio - “sintesi di elementi naturali e costruiti nella quale la comunità dei cittadini si riconosce” (Convenzione UE, 2000) - come “Bene Comune”.
La difesa dei territori agricoli e naturali da ulteriori infrastrutturazioni e urbanizzazioni va di pari passo con la difesa della storia delle funzioni e del paesaggio delle nostre città penalizzate sia da espansioni ingiustificate a bassa densità sia da densificazioni esasperate, che occupano aree dismesse o vuoti urbani, miracolosamente scampati alle precedenti speculazioni edilizie. La verticalizzazione delle città storiche che non risolve il problema del consumo del suolo, ma al contrario introduce processi di snaturamento dei contesti sociali e di degrado del paesaggio, è inoltre condotta in assenza di un censimento dei bisogni reali ed è guidata dalla logica della mera valorizzazione immobiliare. Le Amministrazioni locali, strangolate dai tagli statali ai bilanci, cercano di tamponare la crisi incamerando oneri di urbanizzazione e introiti da vendite di aree pubbliche e demaniali (inclusi fiumi e coste) avviando dinamiche che, invece di controllare le rendite e la speculazione, ne diventano il motore principale. Queste pratiche, alimentate da scelte politiche ed economiche miopi, vanno in controtendenza rispetto a una opinione pubblica in cui sta invece crescendo la consapevolezza del valore del paesaggio come bene comune, ricchezza e risorsa di tutti i cittadini, tutelato dalla Costituzione, e particolarmente significativo per un paese ricco di storia e di intensa antropizzazione come l'Italia. E’ dunque necessario e urgente contrastare lo spreco del territorio e l’edificazione in altezza nei contesti paesistici consolidati, attraverso azioni forti per riportare l'architettura e l'urbanistica ad una gestione equilibrata e di qualità del territorio, nell'interesse generale. L’incontro si è svolto a Torino per chiedere inoltre una pausa di riflessioni sull’introduzione dei grattacieli in una città che ha iniziato a trasformarsi da polo industriale a centro culturale, della ricerca e tecnologico del terzo millennio, anche nella prospettiva delle celebrazioni per il 2011, centocinquantesimo anniversario dell'Unità di Italia. Il paesaggio urbano, integrato nel suo contesto naturale e montano, è elemento fondamentale del patrimonio collettivo di questa città: chiediamo per questo uno stop ai progetti di grattacieli già autorizzati e in generale allo sviluppo verticale nel centro e nei nuovi quartieri. Non intendiamo mettere in discussione le prerogative di nessuno, ma chiedere saggezza, lungimiranza e disponibilità a valutare soluzioni diverse. Un confronto culturale, tecnico e urbanistico di questo tipo non potrebbe che onorare la tradizione democratica e pluralista di Torino e dell'Italia. “Paesaggio Bene Comune” è infine l'appello che noi lanciamo a cittadini, studiosi e amministratori per collaborare in tutte le regioni italiane affinché si metta davvero mano alla formazione dei piani paesaggistici, come prescritto dal codice, e ai conseguenti piani urbanistici, si dia vita ad un censimento del patrimonio edilizio esistente e non utilizzato e si fermino i processi di espansione edilizia e di trasformazione del territorio che non siano attentamente valutati sotto tutti i profili della sostenibilità ambientale, paesaggistica, sociale, culturale. La vera sostenibilità sarà la capacità di conservare, restaurare e valorizzare, nell’interesse di tutti, con attenzione e garbo, l'immenso patrimonio culturale e ambientale - il Paesaggio - del nostro Paese. Torino, 17 aprile 2010 |
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