martedì 1 giugno 2010

Guerrilla gardener, su Facebook la battaglia verde contro l'asfalto


Sul Social Network sono 400, dai 16 ai 60 anni, bonificano le aree degradate della città. Sabato mattina prima dell'incontro creeranno dal nulla un'aiuola colorata in piazza Carlina

di Clara Caroli (La Stampa)


Si fanno chiamare Badili Badòla. Più che far paura, fanno ridere. Ma «badòla» non sono per niente. Sono i guerriglieri metropolitani che armati di vanghe e rastrelli piantano fiori nel cemento, là dove c´era l´erba e ora c´è la città, come cantava Celentano. Sono «grillini» pentiti (che alla politica hanno preferito l´ambientalismo puro), sono i militanti torinesi del «Guerrilla gardening», il movimento planetario nato nel ‘78 proprio nella Louisiana in questi giorni devastata dalla marea nera, che sabato a Torino, durante il Festival Cinemambiente, terranno il loro raduno nazionale. Il «Guerrilla gardening» italiano nasce tre anni fa a Milano e poi figlia gruppi spontanei e indipendenti in tutta Italia. Sono autori di blitz e azioni notturne. Creano giardini, aiuole e orti metropolitani. Aree verdi che spuntano dalla sera alla mattina, come le case abusive che ne sono l´antitesi.

L´attività principale dei «guerriglieri» è abbellire e salvare dal degrado zone dismesse o dimenticate delle città. Aziende di giardinaggio offrono loro piante e attrezzi, loro - come vuole lo slogan del movimento - trasformano il cemento in fiori. La «cellula» torinese sceglie il nome (molto local) di Badili Badòla. «Non ci piaceva la parola guerrilla - dice il loro portavoce, Andrea Marchesini - siamo attivisti pacifici, non siamo contro nessuno, siamo solo a favore della natura e ci battiamo per rendere più bella la nostra città».


Marchesini, chi sono i Badili Badòla?
«Siamo una filiazione spontanea. Un gruppo di ecologisti che si sono incontrati in rete, nel forum di Beppe Grillo, e poi hanno scelto un percorso autonomo, libero dalla politica e dalle etichette. Un gruppo eterogeneo. Età dai 16 ai 60 anni, molte categorie professionali: architetti, geometri, grafici, pubblicitari, studenti. Ovviamente anche giardinieri e vivaisti».
Tutti volontari?
«Rigorosamente. Ufficialmente non siamo nulla. Al massimo, in futuro, possiamo diventare un´associazione ecologista».
Quanti siete?
«Su Facebook circa 500, ma quello è un gruppo virtuale. Effettivi 130, 140. Ma alle azioni partecipano al massimo venti persone».
Cosa fate?
«La nostra prima azione è stata la bonifica e l´abbellimento della Stazione Dora, all´epoca un´area particolarmente degradata. Al Cinemambiente porteremo un progetto realizzato con gli studenti del Liceo Alfieri, con i quali abbiamo rifatto i giardini dell´istituto. E poi realizzeremo un´aiuola in piazza Carlina, sabato mattina dalle 11, prima del raduno dei "Guerrilla gardener" che si terrà sabato pomeriggio nel Cortile della Farmacia con ambientalisti, associazioni e registi del Festival».
Nel giorno del «parking day»?
«Sì, sarà un doppio evento. Le nostre aiuole bonificate e i loro piccoli giardini allestiti nella zona blu, al posto delle auto. Venite con zappa, guanti da giardinaggio e scarpe comode».
Avete una sede?
«Il Comune ci ha concesso un piccolo terreno dalle parti di Sassi, di proprietà di un´azienda che fa manutenzione del verde urbano. Con capanno per attrezzi, piante e materiali».
Avete mai ricevuto proteste o denunce da parte di cittadini o dall´amministrazione?
«Mai. Anzi, siamo stati ricevuti dall´assessore all´Ambiente Tricarico, non dico col tappeto rosso ma quasi. Siamo stati trattati benissimo».

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