di
Massimo Marino
E’
noto che la gestione dei rifiuti costa a San Mauro circa il 20% delle risorse
del Comune, ben 3,1 milioni nel 2014 secondo le scarse informazioni diffuse
dall’Amministrazione. Con il 61% di Raccolta Differenziata nel 2014 ( cioè
tendenzialmente in lieve diminuzione ) e un aumento delle tariffe già deciso da
Seta per il 2015 del 5%.
L’aumento
è singolare considerato che gli obiettivi di RD, seppure non mantenuti per
intero, dovrebbero portare ad una riduzione dei costi, tanto più vista la
tendenza alla deflazione e il crollo dei costi del petrolio e derivati, quindi
del trasporto che incide fra il 10 e il 15% a seconda dei materiali e della
loro destinazione. In aggiunta in vari comuni del Bacino 16 si aggira lo
spettro della riduzione dei passaggi settimanali di raccolta il cui sicuro esito non sarà positivo sulla
differenziazione. Un risparmio forse solo apparente.
In
realtà il recupero vero di materiali è al netto dello scarto dai differenziati
che dovrebbe essere qui mediamente attorno al 6-7%. Quindi il 45-50% dei
rifiuti di San Mauro da un anno ( gennaio 2014) vengono portati e bruciati
nell’inceneritore del Gerbido ( non più alla discarica di Chivasso ). Molto
approssimativamente con un costo di 130 euro a tonnellata pagati alla TRM
invece di essere, al contrario, almeno in parte
incassati se i materiali fossero recuperati.
Abbagliati
da beghe di paese pochi sembrano attenti al problema. Qualche osservazione e qualche richiesta di maggiori informazioni, sostenuta
anche da qualche consigliere ultimamente.
Va
alla grande invece la polemica su alcune assunzioni in Seta, si dice
politicamente connotate, quasi fosse una novità, per svolgere nuove mansioni di
controllo. Non conoscendo ne le persone ne le funzioni ne le competenze non ho
opinioni precise in merito ma un primo piccolo suggerimento sì. Di certo
avranno le competenze sufficienti a modificare l’orribile calendarietto dei
passaggi distribuito ai cittadini quest’anno, che sostituisce il foglione dello
scorso anno, difficilmente leggibile specie da parte dei cittadini più anziani.
Con conseguente peggioramento della differenziazione, cioè altri soldi buttati.
Nel caso manchino le idee allego un normale ecocalendario usato da più parti e
credo ben più gradito e utile ai cittadini.
Per
capire invece la dimensione seria del problema si può intanto dire che con il
suo 61% di RD San Mauro è sotto quel 65% che oggi è già stato superato da circa
1500 degli 8048 comuni italiani. Come risultati stiamo quindi scendendo verso
il basso.
Ma
un confronto più utile potrebbe essere fatto con una serie di Comuni, ormai
numerosi, dove amministrazioni virtuose, in genere con l’utilizzo di proprie
società pubbliche e con l’aiuto di gruppi di esperti seriamente impegnati hanno
ottenuto risultati ( e quindi risparmi ) davvero consistenti. I nomi sono noti
: da Capannori a Parma a Verbania per citarne solo alcuni.
Ma
nel 2014 il comune più virtuoso d’Italia è stato Ponte nelle Alpi ( Belluno)
che ha superato il 91% di RD ( con il 4%
di scarto sui differenziati ) dal 22% a cui era nel 2006. Ha ridotto di dieci volte il costo della frazione
smaltita, cioè ha ridotto di dieci
volte il secco inviato in discarica
( da 348 a 29 kg/ab/anno ) e pur
triplicando gli addetti ( da 5 a 15) grazie alla riduzione dei rifiuti e degli
smaltiti e al ricavato dalla vendita ai Consorzi di recupero CONAI dei
materiali recuperati, ha aumentato la
sostenibilità e gli occupati ed è passato da un costo complessivo del servizio
di 950.000 euro nel 2007 a circa 830.000
del 2014.
Naturalmente l’impegno degli amministratori, della società
pubblica costituita ad hoc e degli
esperti è stato notevole: complessivamente una trentina di incontri con i
cittadini, l’introduzione della pesatura dei contenitori, l’estensione dei tipi
di materiali recuperati. Sul sito del Comune sono facilmente reperibili, perché totalmente pubblici i
criteri, i dati precisi, i risultati ottenuti. Parecchi altri comuni,
cosiddetti virtuosi, stanno seguendo percorsi simili ottenendo rapidamente
importanti risultati.
Cosa
si otterrebbe a San Mauro se fossimo
virtuosissimi come a Ponte nelle Alpi ? Il conto è presto fatto. In confronto
alla spesa del servizio di 830.000 euro per 8.500 abitanti di Ponte nelle Alpi
avremmo per San Mauro ( circa 19.300 abitanti) una spesa di meno di 2 milioni di euro cioè
abbondantemente 1 milione di euro in meno
all’anno. Che buttiamo nell’immondizia o meglio in gran parte
nell’inceneritore o forse in altre direzioni di cui non ho conoscenza.
Se
si osserva che non si può fare confronti così stringenti fra comuni e territori
diversi, non si può che convenire:
Infatti il
territorio di Ponte nelle Alpi rende ben
più problematica la gestione del servizio: si tratta di un comune collinare
diviso in ben 21 frazioni ed una
superfice di ben 60 kmq mentre San Mauro ha una estensione ben più lineare e di
soli 13 kmq.
E’
evidente che l’azione e la volontà degli amministratori, l’impegno del gestore pubblico
del servizio (anche da noi SETA va pur sempre considerato un soggetto in
maggioranza pubblico i cui amministratori sono espressione dei 30 comuni del
Bacino 16 ), il contributo di esperti veri, non improvvisati, sono
il primo requisito per il successo. Se si arrivasse solo a metà strada
sarebbe pur sempre mezzo milione di euro. Come si fa a restare indifferenti ?
Da
azioni e volontà chiare nasce un credibile coinvolgimento dei cittadini e solo dopo vanno promosse tutte le azioni
necessarie e intransigenti per le eventuali
morosità nel pagamento del servizio. Per
saperne almeno un po’ di più forse non è neanche necessario prendere un treno
per Belluno visto che, per ironia della sorte, uno dei migliori esperti che ha
contribuito a questi risultati in altri luoghi è, già da tempo, praticamente un
cittadino di San Mauro.
In
attesa e nella speranza che si abbiano amministratori più attenti, i movimenti,
i gruppi e le associazioni che
convergono su questi intenti ( non importa il colore politico originario)
possono fare le prime mosse: ad esempio istituendo una settimana del rifiuto annuale, ( anche nel senso di rifiutare gli
sprechi) magari a metà settembre quando si chiude l’estate e si aprono le
scuole, vettori importanti per questi temi, in cui concentrare una serie di
iniziative per avviare anche a San Mauro un percorso virtuoso. Naturalmente
nulla vieta che questi obiettivi possano coinvolgere l’intero Bacino di cui San
Mauro, in termini di abitanti è esattamente un decimo. Con possibili
risparmi facilmente calcolabili.
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