I ricavi dell'azienda sono diminuiti, e a
rimetterci saranno i cittadini (che hanno consumato di meno)
Di solito più si consuma più la bolletta dell’acqua
lievita, ma l’Italia, si sa, è un Paese del tutto particolare: a Torino, per
via di un aumento previsto nei prossimi tre anni, si consumerà di meno ma si
spenderà di più. Gli abitanti del capoluogo piemontese hanno ridotto il consumo
pro capite da 198 a 185 litri in cinque anni, cosa che ha portato nelle casse
di Smat, l’azienda che gestisce l’acquedotto, 46,6 milioni di euro in meno. Ma
non c’è problema, perché a coprire il “buco” ci penseranno i cittadini:
l’azienda ha stabilito recupererà i 46 milioni di euro “perduti” con un aumento
in bolletta da spalmare nei prossimi tre anni.
Andrea Rossi spiega su La Stampa che ciascun torinese
dovrà pagare 0,50€ in più al mese pro-capite, ovvero le bollette subiranno un
rincaro tra il 10 e il 25%, perché, spiega il giornalista “i torinesi, da
bravi sabaudi, hanno dato retta a chi spiegava che è un bene prezioso e sarebbe
meglio ridurre i consumi ed evitare gli sprechi“. Infatti ogni cittadino
utilizzava in media 198 al giorno, scesi a 185 dopo 5 anni, comportando un calo
dei ricavi di Smat, l’azienda che gestisce l’acquedotto, che dal 2008 e oggi ha
incassato 46,6 milioni in meno.
La decisione di recuperare i soldi andando a prelevare direttamente dalle tasche dei cittadini ha scatenato la protesta degli amministratori dei condomini, i quali si sono rivolti all’Adoc, l’Associazione per la difesa e l’orientamento del consumatore, la quale però ha dichiarato che si tratta di un “aumento a posteriori” e non di un conguaglio. Smat, l’azienda che gestisce l’acquedotto, ha sempre chiuso in utile negli ultimi anni: solo dal 2008 al 2011 ha registrato utili per 70 milioni, 67 milioni nel solo 2013. E l’amministratore delegato di SMAT Paolo Romano ha commentato dicendo di non capire perché si è fatta tutta questa polemica: “È una polemica che non capisco. Negli anni scorsi i cittadini hanno pagato meno del dovuto, perciò abbiamo chiesto un conguaglio. E li abbiamo pure agevolati, perché pagheranno in tre anni“, ha detto Romano. Ma secondo Mariangela Rosolen del comitato Acqua Pubblica non è vero che i cittadini pagano di meno: “Hanno pagato la tariffa stabilita che, come vuole l’Europa, copre tutti i costi del servizio, compresi investimenti e ammortamenti“, ha spiegato.
pubblicato
il 17 novembre 2014 da La Fucina
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