mercoledì 21 luglio 2010

Torino - appello: Non privatizziamo GTT


Il Trasporto Pubblico Locale è un Servizio Essenziale

Non privatizziamo GTT

Nella nostra città i trasporti pubblici urbani ed extraurbani, costituiti di autobus, tram e metropolitana, così come i trasporti per i disabili e per le scuole, i parcheggi pubblici, la cremagliera per Superga, la navigazione fluviale sul Po, sono stati finora gestiti da GTT (Gruppo Trasporti Torinesi), una società interamente di proprietà del Comune di Torino.

Dallo scorso novembre il decreto Ronchi ha imposto che entro il 31 dicembre 2011 la gestione dei servizi pubblici locali sia messa a gara, oppure che sia affidata a società miste, realizzate cioè attraverso la cessione di almeno il 40% delle azioni oggi possedute dai Comuni a soggetti privati. Il Decreto Ronchi impone una vera e propria privatizzazione di risorse comuni.

Il Comune di Torino, senza che vi sia alcuna urgenza di farlo, sta mettendo in atto quanto prescritto dal decreto Ronchi, cioè sta predisponendo la gara per affidare il servizio di trasporto a un gestore e, successivamente, venderà una parte delle azioni di GTT in suo possesso: si tratta di un processo sbagliato e irreversibile, sulle cui modalità ha espresso riserve l’Agenzia per i servizi pubblici locali del Comune di Torino (un organismo indipendente di consulenza giuridico-amministrativa).

L'esperienza degli ultimi vent’anni e gli studi più recenti (si veda ad esempio Mattei, Reviglio e Rodotà, Invertire la rotta. Idee per una riforma della proprietà pubblica, Il Mulino, 2007) hanno dimostrato che tutte le società pubbliche cedute ai privati hanno rincarato i prezzi, diminuito il personale e aumentato gli stipendi dei managers, le spese per la pubblicità e per le consulenze: la qualità del servizio reso alle/i cittadine/i è stato penalizzato a favore di un profitto che ricade nelle mani di società e gruppi finanziari privati. Lo spazio dei Beni Comuni e dei diritti di cittadinanza ad essi connessi è stato ridotto, e la logica aziendalistica tesa al profitto è risultata incompatibile con l’elemento pubblico che dovrebbe caratterizzare i servizi di interesse generale. La crisi economica in atto ha reso ancora più evidente il fallimento di una simile logica.

Questa consapevolezza è sempre più condivisa e oltre un milione di cittadine/i hanno firmato contro la privatizzazione dell'acqua e contro il decreto Ronchi. Il referendum sull’acqua attacca alla base la logica aziendalistica-privatistica del decreto Ronchi, che non riguarda il solo servizio idrico, ma tutti i servizi pubblici locali.

La visione politica del movimento referendario è quella di far rivivere in Italia le condizioni per una piena attuazione dell’ art. 43 della Costituzione, che prevede la possibilità di riservare “agli enti pubblici o a comunità di utenti e lavoratori (…) i servizi pubblici essenziali”.

A Torino l’amministrazione comunale muove passi irreversibili verso la privatizzazione di un servizio pubblico essenziale quale il trasporto locale (che andrebbe governato con la stella polare dell’ecologismo e non certo dell’aziendalismo), proprio mentre è in corso un processo referendario volto a cancellare il presupposto fondamentale (decreto Ronchi) che legittima questa azione

Il referendum ha come obiettivo l’abrogazione dell’art.15 del decreto Ronchi. Inoltre, tale norma è sotto giudizio costituzionale indipendente dal referendum, essendo stata impugnata da cinque Regioni, fra cui il Piemonte, poiché viola l’autonomia delle amministrazioni regionali di scegliere l’organizzazione dei servizi locali. Infine, dato che il termine previsto dal decreto Ronchi è il 31 dicembre 2011, non vi è alcuna urgenza di agire.

Ci sono dunque ragioni giuridiche, politiche e di opportunità perché l’amministrazione comunale rinunci al suo proposito.

Sappiamo certamente che non sempre le società pubbliche sono state gestite in modo trasparente ed efficiente: per questo proponiamo la costituzione di una nuova forma di Azienda Speciale che, a differenza delle s.p.a., non ricadrebbe sotto i vincoli del decreto Ronchi e sarebbe gestita secondo i principi di sussidiarietà, partecipazione, effettiva rappresentanza della cittadinanza e sostenibilità economica, come prefigura la nostra Costituzione. Siamo disponibili a discutere quale assetto giuridico sia preferibile per una tale azienda e come meglio realizzarlo.

Per evitare che il trasporto pubblico torinese venga sottratto al pubblico, come è successo con altri Beni Comuni, chiediamo a cittadine, cittadini, associazioni, movimenti spontanei di firmare l’appello che segue e di fare tutte le pressioni in loro potere presso i partiti politici e gli amministratori comunali per bloccare questi colpi di coda del grande saccheggio del pubblico a favore del privato. Ci appelliamo in particolare alle persone che hanno sostenuto e firmato i referendum sull’acqua, nella convinzione che la battaglia per la difesa dei Beni Comuni e dei Servizi Pubblici Essenziali debba essere un’esperienza ampia e condivisa. Vogliamo prima di tutto che questi temi siano conosciuti e dibattuti, perché non passi nella disinformazione, o peggio nel silenzio colpevole, una riforma che andrebbe a ricadere pesantemente sulle vite di tutte le persone e che porterebbe gli enti locali a spogliarsi di risorse importanti.


Comitato cittadino per il Trasporto Pubblico


Appello al Sindaco Chiamparino e al Consiglio Comunale

In merito alla Delibera Comunale che vuole “mettere a gara” l’intero settore del trasporto pubblico urbano (GTT), Noi, cittadine e cittadini di Torino, utenti, lavoratrici e lavoratori, associazioni e movimenti:

Ø affermiamo il valore sociale del trasporto pubblico, come garanzia del diritto alla mobilità di tutte e tutti: la privatizzazione, aumentando i costi e riducendo la qualità del servizio, lede questo diritto;

Ø evidenziamo che sul Decreto Ronchi, che prevede la privatizzazione e liberalizzazione di tutti i servizi pubblici locali, oltre un milione di cittadini hanno chiesto l'indizione di un referendum abrogativo;

Ø chiediamo che GTT non venga privatizzata;

Ø chiediamo la trasformazione di GTT in Azienda Speciale o, comunque, il ricorso a forme di gestione partecipata di "lavoratori e utenti", secondo il modello proposto dal referendum sull'acqua e dalla nostra Costituzione;

Ø invochiamo la creazione di un grande movimento, a partire dai gruppi già esistenti, perché la battaglia sui Beni Comuni è unica e deve essere ampliata;

Ø chiediamo il coinvolgimento della cittadinanza, di lavoratrici e lavoratori nel dibattito sul futuro di GTT.


Per adesioni inviare una mail a nonprivatizziamoGTT@gmail.com

http://sites.google.com/site/nonprivatizziamogtt/


Comitato cittadino per il Trasporto Pubblico

Torino, 13 luglio 2010


primi firmatari:

1. Terry Silvestrini, consigliera comunale Torino

2. Antonio Soggia, dottorando in Storia contemporanea

3. Maria Grazia Pellerino, avvocata

4. Ugo Mattei, professore universitario

5. Franca Balsamo, già docente Università di Torino

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