venerdì 30 luglio 2010

Ecologisti del Piemonte: resoconto secondo incontro del 23 luglio

1) Nucleare: E’ considerato prioritario.

a-Si valuta la nota personale ricevuta da Anna Andorno ( distribuita ) sull’incontro di Vercelli dove è nato un coordinamento antinucleare; si costata la priorità del tema, l’ esistenza di troppi “ coordinamenti” regionali o nazionali che procedono separati gli uni dagli altri. Cavallari fà notare che esiste già un “coordinamento “ a Torino; si auspica che si arrivi a un unico coordinamento unitario di tutta la regione impegnandosi ad operare in tal senso con l’obiettivo primario di proporre a tutti una giornata di iniziativa in tutta la regione verso l’inizio di ottobre..

b- Si discute la proposta di intervenire per la prima volta come Ecologisti del Piemonte, anticipando i tempi, al concerto degli U2 a Torino/Stadio il 6 agosto ( e il 17 settembre a quello di Ligabue) con la distribuzione di un volantino ( 15-30.000 copie ) che invita alla mobilitazione in autunno, uno striscione con fiore degli ecologisti europei e scritta Ecologisti del Piemonte (Si al Solare, No al nucleare ), l’invito a tutti a presentarsi con magliette gialle ( antinucleari ) e con distribuzione di strisce di stoffa gialle da polso e testa da mettere al concerto, cercando di poter intervenire al palco della manifestazione musicale. Si inviterà anche comitati e associazioni a partecipare alla protesta. La decisione di procedere a questa iniziativa viene presa all’unanimità di tutti i presenti. (nota: striscione e volantini sono già disponibili dal 2 agosto ).

c- si accenna alla organizzazione di una azione esemplare contro il nucleare in autunno che richiede la partecipazione di almeno 100 persone in diversi gruppi, più vari fotografi, riprese video etc..

2) Portale regionale: è lo strumento di organizzazione della rete degli ecologisti della regione

L’apertura del portale regionale, di cui esiste già il software di base e il dominio è il principale strumento di nascita dei gruppi ecologisti nel territorio. Si identificano le caratteristiche di base:

- sottoscrivendo il manifesto-programma si aderisce agli EdP iscrivendosi sul portale.

- due livelli di adesione: sostenitori (anche di altri partiti) e aderenti (con diritti attivi di partecipazione) con quote volontarie (1) o obbligatorie (2) di adesione.

- Il, portale deve avere una responsabilità politica, gestori tecnici , divisione per provincie o altro, possibilità di essere “trasportato” per intero in un eventuale portale nazionale ecologista basato su una struttura federativa per regioni che devono mantenere la loro totale autonomia.

- Si fanno i nomi per collaborazione sul piano tecnico di Gisella Fossat, Piero Serniotti, Fabio Sgorlan ed altri esperti da cercare.

3) Manifesto-appello-programma:

è il documento per punti (2 pagine) che descrive i contenuti politici, culturali, organizzativi di base su cui si aderisce agli EdP: Si propongono per la prima stesura entro agosto, i nomi di Massimo Marino, Anna Andorno, Orazio di Mauro. Il documento dovrà essere discusso a lungo, con la più ampia partecipazione ( incontri in ogni provincia?) poi diffuso sul portale con una fase eventuale di pre-adesioni. Marino ribadisce che, pur condividendo l’accellerazione decisa, il processo di aggregazione deve mantenersi aperto a tutti e in ogni momento inclusivo nei confronti dei più di cento gruppi invitati a partecipare alla aggregazione degli ecologisti nella regione; anche in agosto continueranno incontri e contatti con vari gruppi, comitati, associazioni, verdi, liste civiche, singole personalità dando un carattere operativo ma provvisorio a qualunque forma di strutturazione che man mano si presenti utile per operare nel periodo contingente. Si distribuisce elenco di messaggi ricevuti da numerose persone di diversi gruppi e aree interessati agli incontri ma impossibilitati a partecipare all’incontro per impegni lavorativi o per ferie.

4) EcoHub: le nuove sedi degli ecologisti

Si enuncia brevemente l’ipotesi dell’apertura di sedi multifunzionali ( all’inizio una per regione) che comprendano sale di riunione, di proiezione, punto internet, bar-ristorante vege-vegan, libreria, punto vendita alimenti e altro , fino all’ipotesi di palestra, piscina e altre strutture utili; previsto in agosto un incontro-confronto con l’esperienza che si stà avviando in Lazio ( Odilia Negro di Trame, RenatoBauducco, Maurizio di Gregorio di EcoCastelli, altri interessati ) Sul tema è previsto un convegno nazionale di 3 giorni in ottobre in Lazio.

5) Federalismo fiscale –demaniale

E’ accessibile l’elenco dei beni demaniali in Piemonte (alcune centinaia – che abbiamo già pubblicato su vari siti) che la legge sul “Federalismo fiscale” trasferisce alle regioni o enti locali con la possibilità di vendita ai privati e il rischio speculazione. Proposta che ci lavori Nicola De Ruggero e altri con l’ipotesi di stendere lettera-appello alle amministrazioni pubbliche (sindaci) che si impegnino alla tutela dei beni ( “ preambolo etico di acquisizione “).

6) Festa regionale degli Ecologisti

Si accenna all’iniziativa di una festa regionale di alcuni giorni di lancio degli ecologisti con gruppi musicali, teatrali, culturali identificati in tutta la regione che offrano gratuitamente il proprio contributo (concerti-spettacoli-convegni su temi specifici ) Si avvierà il lavoro già dal prossimo incontro per identificare date e luogo.

Si invita tutti a diffondere convocazioni, riflessioni personali, resoconti sui propri blog , bacheche FBK, indirizzari personali.

Il terzo incontro dei promotori degli Ecologisti del Piemonte si svolgerà martedì 31 agosto

(mm / resoconto personale)

Serra di Ivrea: serve Mediapolis?


La Regione Piemonte e la Provincia di Torino stanno finanziando con 5,5 milioni di euro (per ora) il progetto di una società di scatole cinesi il cui 71% delle quote è detenuto da Mediapolis Investment Sa Lussemburgo che a sua volta è controllata al 55,4% dalla britannica Brainspark plc. L'opera, che distruggerà un luogo meraviglioso ai piedi della Serra di Ivrea, si chiama appunto Mediapolis (600.000m², 90.000 m² coperti, 22 attrazioni meccaniche, 5 sale cinematografiche, 3 aree gioco per bambini, un’area concerti, un lago di 12.000 m², attrazioni tecnologiche, teatro multimediale, discoteca, studi televisivi, ristoranti, centri commerciali, genericamente, un albergo con 342 stanze e quindi 7800 parcheggi e 140 posti autobus, un eliporto).. I consiglieri della Regione Piemonte del MoVimento 5 Stelle Bono e Biolè hanno presentato un'interrogazione per lo sperpero di milioni di euro di soldi pubblici previsto.

La società non ha disponibilità finanziarie insufficienti per affrontare Mediapolis, il cui amministratore delegato Porcellini ha dichiarato: "Male che vada ci rivolgeremo agli istituti di credito libanesi. Lì, certamente, non hanno problemi di soldi" (La Stampa, 1/4/2009). "L’unica cosa certa è che i 600.000 mq del terreno seminativo di Albiano, che costituivano un’improduttiva proprietà della ex Olivetti, hanno conosciuto dopo la sottoscrizione dell’accordo di programma una rivalutazione abnorme: infatti nel 2007 il loro valore era di € 1.291.980,00 ( il riferimento è ai valori agricoli medi Euro/Ha indicati dall’Agenzia del territorio, verosimilmente non suscettibili di rivalutazione trattandosi di terreni esondabili), mentre il presidente Villa ha parlato nelle scorse settimane di un valore di 52 milioni di euro; ragion per cui la sola sottoscrizione dell’Accordo di programma avrebbe già fruttato un profitto enorme (dall'interrogazione)". Bono e Biolè hanno chiesto al Collegio di Vigilanza presieduto dal presidente di Regione di recedere dall'accordo.

venerdì 23 luglio 2010

Incontro ECOLOGISTI: spostamento sede al Caffè Basaglia


Incontro ECOLOGISTI del Piemonte di oggi Venerdì 23 luglio ore 17,30-23


A causa del maltempo sede spostata al CAFFE’ BASAGLIA via Mantova 34 Torino

(zona di fronte al cimitero monumentale di Torino )


A causa del maltempo e della previsione di possibili piogge nel pomeriggio l’incontro è spostato al Caffè Basaglia come l’incontro precedente in quanto il giardino all’aperto non è agibile.

Si invita tutti a far girare la notizia.. E’ garantita comunque l’organizzazione di uno spuntino e bibite varie per i partecipanti.

giovedì 22 luglio 2010

eco-animali: "Pelo e Contropelo" giornalino animalista

eco-animali: "Pelo e Contropelo" giornalino animalista: "E' uscito in questi giorni 'Pelo e Contropelo' giornalino periodico animalista che verrà messo online e stampato per la diffusione ..."

Asti: a difesa del Parco Biberach


martedì 27 luglio ore 21-23

Evento pubblico - Nell'ala est del parco, vicino a via Rossino


Il parco "Biberach an der Riss" (prospiciente all'ex Maternità) è stato oggetto, nei mesi scorsi, di un ampio dibattito che ha visto coinvolti da una parte la società astigiana "il parco s.r.l", intenzionata a costruire una palazzina di cinque piani (30 alloggi con annesso un parcheggio sotterraneo da 60 posti auto), dall'altra i cittadini che, attraverso una raccolta firme (oltre 500), hanno chiesto ...al Comune di stracciare la proposta, definita dai più come un fallace tentativo di cementificare in uno dei (pochi) polmoni verdi rimasti in città.
Il Comune, per voce del sindaco Giorgio Galvagno, prese parte al primo incontro tenutosi alcuni mesi e, in quell'occasione, ribadì a chiare lettere che "il parco non si tocca".

Lungi dal mettere in discussione la veridicità delle promesse fatte da Galvagno, resta un nodo da sciogliere: l'area oggetto d'attenzioni edilizie è, da piano regolatore, destinata a parcheggi, anche se da trent'anni a questa parte è sempre stata utilizzata come parte integrante del parco a tutti gli effetti.
L'incontro di martedì servirà a chiarire meglio ai cittadini la situazione attuale e sarà anche un'occasione per avanzare delle proposte costruttive per il prossimo futuro; durante la serata, inoltre, si darà inizio ad una nuova raccolta firme, un modo per riaffermare in sede comunale il secco "NO" della popolazione alla proposta dei privati.
Accorrete numerosi!

Comitato spontaneo per la tutela del Parco Biberach

mercoledì 21 luglio 2010

Torino - appello: Non privatizziamo GTT


Il Trasporto Pubblico Locale è un Servizio Essenziale

Non privatizziamo GTT

Nella nostra città i trasporti pubblici urbani ed extraurbani, costituiti di autobus, tram e metropolitana, così come i trasporti per i disabili e per le scuole, i parcheggi pubblici, la cremagliera per Superga, la navigazione fluviale sul Po, sono stati finora gestiti da GTT (Gruppo Trasporti Torinesi), una società interamente di proprietà del Comune di Torino.

Dallo scorso novembre il decreto Ronchi ha imposto che entro il 31 dicembre 2011 la gestione dei servizi pubblici locali sia messa a gara, oppure che sia affidata a società miste, realizzate cioè attraverso la cessione di almeno il 40% delle azioni oggi possedute dai Comuni a soggetti privati. Il Decreto Ronchi impone una vera e propria privatizzazione di risorse comuni.

Il Comune di Torino, senza che vi sia alcuna urgenza di farlo, sta mettendo in atto quanto prescritto dal decreto Ronchi, cioè sta predisponendo la gara per affidare il servizio di trasporto a un gestore e, successivamente, venderà una parte delle azioni di GTT in suo possesso: si tratta di un processo sbagliato e irreversibile, sulle cui modalità ha espresso riserve l’Agenzia per i servizi pubblici locali del Comune di Torino (un organismo indipendente di consulenza giuridico-amministrativa).

L'esperienza degli ultimi vent’anni e gli studi più recenti (si veda ad esempio Mattei, Reviglio e Rodotà, Invertire la rotta. Idee per una riforma della proprietà pubblica, Il Mulino, 2007) hanno dimostrato che tutte le società pubbliche cedute ai privati hanno rincarato i prezzi, diminuito il personale e aumentato gli stipendi dei managers, le spese per la pubblicità e per le consulenze: la qualità del servizio reso alle/i cittadine/i è stato penalizzato a favore di un profitto che ricade nelle mani di società e gruppi finanziari privati. Lo spazio dei Beni Comuni e dei diritti di cittadinanza ad essi connessi è stato ridotto, e la logica aziendalistica tesa al profitto è risultata incompatibile con l’elemento pubblico che dovrebbe caratterizzare i servizi di interesse generale. La crisi economica in atto ha reso ancora più evidente il fallimento di una simile logica.

Questa consapevolezza è sempre più condivisa e oltre un milione di cittadine/i hanno firmato contro la privatizzazione dell'acqua e contro il decreto Ronchi. Il referendum sull’acqua attacca alla base la logica aziendalistica-privatistica del decreto Ronchi, che non riguarda il solo servizio idrico, ma tutti i servizi pubblici locali.

La visione politica del movimento referendario è quella di far rivivere in Italia le condizioni per una piena attuazione dell’ art. 43 della Costituzione, che prevede la possibilità di riservare “agli enti pubblici o a comunità di utenti e lavoratori (…) i servizi pubblici essenziali”.

A Torino l’amministrazione comunale muove passi irreversibili verso la privatizzazione di un servizio pubblico essenziale quale il trasporto locale (che andrebbe governato con la stella polare dell’ecologismo e non certo dell’aziendalismo), proprio mentre è in corso un processo referendario volto a cancellare il presupposto fondamentale (decreto Ronchi) che legittima questa azione

Il referendum ha come obiettivo l’abrogazione dell’art.15 del decreto Ronchi. Inoltre, tale norma è sotto giudizio costituzionale indipendente dal referendum, essendo stata impugnata da cinque Regioni, fra cui il Piemonte, poiché viola l’autonomia delle amministrazioni regionali di scegliere l’organizzazione dei servizi locali. Infine, dato che il termine previsto dal decreto Ronchi è il 31 dicembre 2011, non vi è alcuna urgenza di agire.

Ci sono dunque ragioni giuridiche, politiche e di opportunità perché l’amministrazione comunale rinunci al suo proposito.

Sappiamo certamente che non sempre le società pubbliche sono state gestite in modo trasparente ed efficiente: per questo proponiamo la costituzione di una nuova forma di Azienda Speciale che, a differenza delle s.p.a., non ricadrebbe sotto i vincoli del decreto Ronchi e sarebbe gestita secondo i principi di sussidiarietà, partecipazione, effettiva rappresentanza della cittadinanza e sostenibilità economica, come prefigura la nostra Costituzione. Siamo disponibili a discutere quale assetto giuridico sia preferibile per una tale azienda e come meglio realizzarlo.

Per evitare che il trasporto pubblico torinese venga sottratto al pubblico, come è successo con altri Beni Comuni, chiediamo a cittadine, cittadini, associazioni, movimenti spontanei di firmare l’appello che segue e di fare tutte le pressioni in loro potere presso i partiti politici e gli amministratori comunali per bloccare questi colpi di coda del grande saccheggio del pubblico a favore del privato. Ci appelliamo in particolare alle persone che hanno sostenuto e firmato i referendum sull’acqua, nella convinzione che la battaglia per la difesa dei Beni Comuni e dei Servizi Pubblici Essenziali debba essere un’esperienza ampia e condivisa. Vogliamo prima di tutto che questi temi siano conosciuti e dibattuti, perché non passi nella disinformazione, o peggio nel silenzio colpevole, una riforma che andrebbe a ricadere pesantemente sulle vite di tutte le persone e che porterebbe gli enti locali a spogliarsi di risorse importanti.


Comitato cittadino per il Trasporto Pubblico


Appello al Sindaco Chiamparino e al Consiglio Comunale

In merito alla Delibera Comunale che vuole “mettere a gara” l’intero settore del trasporto pubblico urbano (GTT), Noi, cittadine e cittadini di Torino, utenti, lavoratrici e lavoratori, associazioni e movimenti:

Ø affermiamo il valore sociale del trasporto pubblico, come garanzia del diritto alla mobilità di tutte e tutti: la privatizzazione, aumentando i costi e riducendo la qualità del servizio, lede questo diritto;

Ø evidenziamo che sul Decreto Ronchi, che prevede la privatizzazione e liberalizzazione di tutti i servizi pubblici locali, oltre un milione di cittadini hanno chiesto l'indizione di un referendum abrogativo;

Ø chiediamo che GTT non venga privatizzata;

Ø chiediamo la trasformazione di GTT in Azienda Speciale o, comunque, il ricorso a forme di gestione partecipata di "lavoratori e utenti", secondo il modello proposto dal referendum sull'acqua e dalla nostra Costituzione;

Ø invochiamo la creazione di un grande movimento, a partire dai gruppi già esistenti, perché la battaglia sui Beni Comuni è unica e deve essere ampliata;

Ø chiediamo il coinvolgimento della cittadinanza, di lavoratrici e lavoratori nel dibattito sul futuro di GTT.


Per adesioni inviare una mail a nonprivatizziamoGTT@gmail.com

http://sites.google.com/site/nonprivatizziamogtt/


Comitato cittadino per il Trasporto Pubblico

Torino, 13 luglio 2010


primi firmatari:

1. Terry Silvestrini, consigliera comunale Torino

2. Antonio Soggia, dottorando in Storia contemporanea

3. Maria Grazia Pellerino, avvocata

4. Ugo Mattei, professore universitario

5. Franca Balsamo, già docente Università di Torino

domenica 18 luglio 2010

Ecologisti del piemonte: venerdì 23 luglio


Ecologisti del piemonte:

secondo incontro venerdì 23 luglio ore 17,30-23

sede: Caffè Basaglia via Mantova 34 Torino

Malgrado l'estate incombente il lavoro prosegue
Dopo il positivo risultato del 1° incontro del 9 luglio e varie comunicazioni di interesse, sostegno,disponibilità ricevute da più parti ci sarà ancora un incontro pre-ferie ( venerdì 23, ultimo venerdì utile) sempre dalle 17,30 alle 23.


In "orizzontale", cioè tutti insieme, si affronteranno sei temi:
1) avvio stesura di manifesto-programma-appello su cui avviare in autunno l'adesione agli ecologisti del piemonte
2) promozione di varie azioni urgenti su base regionale
contro la scelta nucleare
3) aggiornamento sul "federalismo fiscale" e sugli effetti che può avere su varie parti di "beni comuni" del territorio piemontese
4) organizzazione di un evento-festa di carattere regionale ( su un tema..?)
5 ) prime idee di contenuto e funzioni per un Portale degli Ecologisti del Piemonte (cosa deve fare?)
6) modi e forme nuove per aprire una o più sedi multifunzionali degli ecologisti (ecoHub) nella regione

Ognuno dei temi indicati avrà probabilmente un tempo medio di discussione non superiore a 45-50 minuti

Sarà utile continuare a raccogliere adesioni individuali, già aumentate, alla lettera da usare momentaneamente come "aggregatore d'intenti"

martedì 13 luglio 2010

Bosco Marengo (AL):Contro il deposito nucleare camuffato


presentato il ricorso al consiglio di stato per bloccare il programma nucleare del governo

è necessaria una sottoscrizione nazionale

Tramite l’avvocato Mattia Crucioli, è stato registrato a Roma il ricorso al Consiglio di Stato per annullare l’illegittimo decreto del governo (avallato da regione, provincia e comune) che, invece della bonifica, autorizza la Sogin ad allestire a Bosco Marengo (AL) un deposito, poco più di un vulnerabilissimo capannone, di scorie nucleari: giustificato come “temporaneo”, sine die, a tempo indeterminato. Dunque definitivo, in assenza di un deposito nazionale ultrasicuro per millenni ad accogliere l’eredità delle vecchie centrali: previsto dalla legge ma non in costruzione anzi neppure individuato come localizzazione.

Se la sentenza sarà favorevole, conquisteremo in Italia l’uscita dall’eredità nucleare, conquisteremo il precedente giuridico a favore di tutti gli ex siti nucleari italiani altrimenti destinati definitivamente a depositi di se stessi con pericolo immane per le generazioni presenti e future, e conquisteremo di fatto il blocco del piano nucleare del governo costretto finalmente a risolvere l’eredità dei depositi locali e obbligato in prima istanza a costruire -secondo legge- un deposito nazionale ultrasicuro per millenni, senza poter procedere nel frattempo a qualsivoglia nuova centrale nucleare.

Se la sentenza sarà sfavorevole, non ci resterà che il referendum.Dunque una sentenza di importanza nazionale per la quale è necessaria una sottoscrizione di importanza nazionale. Il costo iniziale del ricorso è previsto in circa 10 mila euro, una somma enorme, interamente da reperire tramite la sottoscrizione popolare (aggiorneremo gli elenchi dei sottoscrittori). Scegliendo tra i due seguenti numeri di conto corrente:

specificare sempre la causale: "Nucleare Alessandria"


cc bancario, intestato a Medicina Democratica Scrl C/C 10039 ABI 05584 CAB 01708 CIN W Codice IBAN - IT50W0558401708000000010039 oppure

cc postale n. 22362107 intestato a Pro Natura Torino Via Pastrengo 13, 10128 Torino.
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venerdì 9 luglio 2010

Verbania: LA BANCA DEL TEMPO WOLF


da cittadiniconVoi ( Lista civica al Comune di Verbania )

E' nata una nuova Associazione a Verbania, il suo nome è Banca del Tempo Wolf, dal 22 Febbraio 2010, dapprima solo istituzionalmente, poi dal 12 Marzo con la presentazione ufficiale, una informale cerimonia svoltasi presso la sede di Via Vittorio Veneto, erano presenti molti simpatizzanti e alcune autorità, fra cui il Sindaco di Verbania, On. Marco Zacchera, è stata una bella festa, in cui sono stati illustrate ai presenti le finalità ed il modus operandi, culminata con il taglio della torta recante il logo della stessa associazione, un brindisi augurale per un proficuo lavoro, una dimostrazione ancora una volta palese che in città esistono forze giovani e vogliose di mettersi in gioco per un lavoro sul sociale più che benemerito.

La Banca del Tempo di Verbania è nata dal progetto di Tiziana Bassanese (Presidente), Giusy Zanini (Vice Presidente) e Valentina Campagnoli (Tesoriere) con l'intento di portare alla conoscenza e alla divulgazione di esperienze associazionistiche che fondano la loro attività sullo scambio di servizi e prestazioni. Da questi incontri si è costituito un gruppo di persone che hanno deciso di avviare l'esperienza di "scambio del tempo". L'obiettivo è stato ed è quello di voler recuperare e ripristinare una rete di solidarietà, di rapporti di buon vicinato che ormai, anche nel nostro paese sono venuti a mancare, a fronte di bisogni che aumentano e che potrebbero essere soddisfatti con l'aiuto reciproco. L'associazione è nata e si sta sviluppando per creare una comunità nella quale si possa trovare soddisfazione ai propri bisogni ma anche solidarietà, amicizia, compagnia: una banca quindi che va in controtendenza rispetto all'attuale società che da valore ed importanza al denaro, che tende a valorizzare le persone per quello che possiedono e per quello che producono. Nella banca invece viene valorizzato il tempo, le potenzialità delle persone, la loro esperienza, i loro saperi la loro cultura ecc... Chi si mette in gioco in questo sistema di scambio sa di essere cittadino di una comunità e vuole ricostruire un senso di appartenenza, vuole stare dentro ai processi di programmazione sociale e culture del proprio territorio.

La Banca del Tempo è un luogo in cui desideri e disponibilità si incontrano per consentire a chi ha bisogno di tempo di prenderlo in prestito e a chi ha tempo libero di impiegarlo in attività gratificanti. Presso il suo sportello non si deposita denaro e non si riscuotono interessi, ma la disponibilità a scambiare prestazioni con gli altri aderenti utilizzando il tempo come unità di misura degli scambi (si scambia un'ora di lavoro con un'altra ora di lavoro). La Banca del Tempo attiva una rete di solidarietà fondata sullo scambio alla pari di prestazioni capaci di soddisfare bisogni legati alla vita quotidiana, al lavoro e al tempo libero per riorganizzare la tipica relazione dei rapporti di buon vicinato. La Banca del Tempo può essere definita come luogo ideale di comunicazione sociale poiché rappresenta l'occasione di dare e ricevere, sperimentare solidarietà attraverso lo scambio di:

· Beni · Servizi · Saperi

Il gruppo degli attivisti è composto da varie professionalità che vengono scambiate come attività, per esempio:

· Aiuto per i compiti e lezioni(italiano, matematica,inglese, francese e tedesco)

· Custodia di bambini

· Aiuti per lavori domestici(cucina, pulizie, stiro e cucito)

· Spese e piccole commissioni

· Custodia di piante ed animali

· Trasporti ed accompagnamenti

· Assistenza e compagnia ad anziani o persone in difficoltà

· Semplici lavori di manutenzione(idraulici, elettrici, di falegnameria e giardinaggio)

· Assistenza e consulenza computer

· Scambi di saperi( scambi di ricette, lezioni di uncinetto, maglia ecc...)

· Guida turistica

L'attività fin qui svolta, ha visto l'organizzazione di un corso per la creazione di decorazioni di Pasqua e uno sulla tecnica dell'EFT ( Emotional Freedom Tecniques). L'Associazione stessa ha partecipato a Voobstock, alla mostra canina di Baveno ed alla 24x1 ora. Il prossimo programma, prevede la partecipazione allo Sport by Night, alla Notte Bianca di Baveno e la progettazione di una serie di corsi in collaborazione con l'AFF Down.

La sede dell'Associazione è presso il CSVSS, al centro Pastorale San Francesco, in Viale Vittorio Veneto 135. Lo sportello per il pubblico è aperto tutti i lunedì mattina dalle 9.30 alle 13.30, è prevista quanto prima, grazie ad un socio, l'apertura straordinaria nel pomeriggio, ancora da definire, nelle modalità e negli orari.

Per info: www.bancadeltempowolf.com

Giusy 348 9012506 Tiziana 333 7868666 Valentina 345 1865840 29 giugno 2010

giovedì 8 luglio 2010

Torino: al via la costruzione del termovalorizzatore del Gerbido


Il 7 luglio 2010 si è svolta la cerimonia con la posa della prima pietra del cantiere per i lavori del termovalorizzatore del Gerbido. Nel 2013 è prevista la prima entrata in funzione dell'impianto

di Giuseppe Iasparra

Il 7 luglio 2010 è avvenuta la posa della prima pietra del cantiere per i lavori del termovalorizzatore del Gerbido. 931 giorni di lavori per completare la costruzione dell'opera: si inizierà dal corpo principale, incluse le tre linee di forni e caldaie e di trattamenti fumi, mentre la conclusione dei lavori è prevista nel febbraio 2012. Contestualmente sarà costruito l’edificio polifunzionale (luglio 2010 - dicembre 2011) e in seguito la palazzina per il personale (giugno 2011 - agosto 2012). A gennaio 2013, terminata la costruzione, l’impianto entrerà in esercizio provvisorio per tutto l’anno e poi passerà alla fase di esercizio commerciale a seguito dei test di verifica del corretto funzionamento.“Il termovalorizzatore del Gerbido è stato progettato secondo le tecnologie più moderne, che ne garantiscono la sostenibilità ambientale” ha dichiarato l’amministratore delegato di TRM, Bruno Torresin.

Non è dello stesso avviso il Coordinamento dei Comitati contro gli Inceneritori della Provincia di Torino, contrario alla costruzione dell'opera, che in occasione della cerimonia ha manifestato contro l'avvio dei lavori per il termovalorizzatore del Gerbido.

Inceneritore, il cantiere parte tra le polemiche - da La Stampa del 08.07.2010
Prima pietra per l´inceneritore "Risolverà l´emergenza rifiuti" - da La Repubblica del 08.07.2010 Tagli alle opere di compensazione del termovalorizatore del Gerbido. Botta e risposta tra Provincia di Torino e Regione Piemonte
da “Eco dalle Città” giovedì 08 luglio 2010

Anche il Movimento5 Stelle ha partecipato alle contestazioni contro l’impianto:
http://www.youtube.com/watch?v=jbJcGLjk_GI

martedì 6 luglio 2010

Torino: 9 luglio - Caffè Basaglia ore 17,30-23


INVITO


UNA CASA COMUNE PER LA COSTITUENTE DEGLI ECOLOGISTI PIEMONTESI ?

Cara amica, caro amico

non vogliamo proporti una riflessione intorno allo stato del nostro paese, per convincerti che c’è bisogno di ecologia (dell’ambiente, dell’economia, della politica, delle relazioni personali, dell’educazione, del lavoro…), probabilmente ne sei consapevoli quanto noi.

Questa consapevolezza è poi accentuata da due semplici inoppugnabili considerazioni :

- In Europa ed ormai anche in molte altre parti del pianeta il bisogno di ecologia ha trovato importanti, popolari ed efficaci forme di rappresentanza politica che stanno cambiando il modo di leggere la realtà e le priorità, politiche, programmatiche ed esistenziali. Finché si è trattato di fuochi di paglia è stato semplice minimizzare gli exploit elettorali dei partiti ecologisti sotto la voce “voto di protesta”, ma da almeno tre anni le cose hanno preso una piega nuova. Ormai è chiaro che in tutta Europa il bisogno di ecologia è diventata una delle priorità di molte persone e di gruppi sociali consistenti, tutti convinti che quella ecologica sia la lettura giusta per costruire la società del futuro.

- In Italia il diffuso disagio sociale e politico cerca sfogo, ora nelle liste civiche, ora in movimenti come quello di Grillo, ora rifugiandosi nell’astensionismo e nella negazione della partecipazione diretta alla vita politica a favore, magari, di un intenso impegno di volontariato sociale. In questi anni si è venuto creando un mondo – qualcuno lo definisce arcipelago – ricco di partecipazione, di esperienze importanti, e capace di aggregare i cittadini attivi intorno a battaglie e campagne di facile presa, a volte di momentaneo successo. Non ha alcuna forma di rappresentanza politica, se non episodica e casuale, e rischia di disperdere forze e potenzialità che potrebbero davvero essere ben finalizzate al cambiamento ecologico del nostro paese. In Italia il partito dei Verdi - naturale storico candidato a rappresentare il bisogno di ecologia – ha fallito per errori propri, di assuefazione al sistema politico e per azioni volute dall’esterno. Nel mentre il paese va sempre più in direzione opposta a quella da noi sperata.

Da molto tempo andiamo dicendo in tutte le sedi che anche in Italia occorre lavorare alla costruzione di un polo unitario che assuma l’ecologia, in senso ampio ben al di là dell’ambientalismo, come centro del suo agire, del suo organizzarsi, del suo programmare l’attività politica e culturale, intrecciandola con le tante aspirazioni al rinnovamento che puntualmente sono andate deluse in questi anni.


Noi, firmatari di questa lettera, crediamo che si debba partire dal basso – diremmo dal “territorio”, se non fosse che non riusciamo neanche più a vederlo coperto com’è di cemento e asfalto – chiamando a raccolta le tante belle esperienze che possono davvero costituire il motore per cambiare la politica e con questa il paese. Ti proponiamo di partire dalla nostra regione e ti invitiamo a un seminario di discussione, decisione e organizzazione che prepari il terreno per quello che insieme saremo capaci di costruire. L’incontro non è un’assemblea pubblica anche se è aperto; sono stati invitate circa 100 persone di circa 100 diversi gruppi, comitati, organizzazioni da tutto il Piemonte.

A questa lettera di invito seguirà, a ridosso dell’incontro, l’invio di un documento più ampio. Nel caso non tutti possano intervenire e parlare, data l’importanza storica dell’appuntamento, che cercheremo di registrare, è prevista la possibilità di proseguire l’incontro e renderlo operativo in una seconda parte entro la metà di luglio. Ti aspettiamo….


VENERDI’ 9 LUGLIO ore 17,30 - 23 CAFFE’ BASAGLIA via Mantova 34 Torino

( senza interrompere è prevista la possibilità di spuntino verso ore 20-20,30 sul posto )

Anna Andorno ( del Movimento Valledora )

Bruno Bonino ( di Officina Città Futura – San Mauro )

Orazio Di Mauro ( di Associaz. Ecologista Sostenibilità )

Gisella Fossat (del Circolo ecologista di Pinerolo)

Marco Francone ( di LAV )

Giovanni Lava ( di Punto di Vista – Collegno)

Massimo Marino ( di GRUPPO CINQUE TERRE )

Odilia Negro ( di associazione TRAME Carignano )

Paolo Pallavidino (di Coscienza in Rete-Una rete d’amore )

Marinella Robba ( di Pelo&Contropelo/ Eco-animali )

Mariano Turigliatto ( di Movimento CIVICA Piemonte )

Luisella Zanino ( di TORINO VIVA )

( raccolta di altre adesioni in corso.. )

PIEMONTE: E’ TEMPO DI NUOVA POLITICA


INCONTRO DI VENERDI’ 9 LUGLIO ore 17,30 - 23

CAFFE’ BASAGLIA via Mantova 34 Torino


PIEMONTE: E’ TEMPO DI NUOVA POLITICA

( qualche riflessione per favorire la discussione)

Il senso

Iniziative importanti sono in corso per costruire anche nel nostro paese un polo ecologista, civico, riformatore. In Europa gli ecologisti sono ormai in tutti i paesi realtà significative dal punto di vista dei consensi, ma anche e soprattutto per come riescono a intervenire nelle scelte della politica e negli indirizzi economici. Non a caso sono proprio gli ecologisti coloro che – indipendentemente dall’adesione o dalla simpatia che suscitano – appaiono agli occhi delle opinioni pubbliche europee come i “portatori di futuro”, costruttori di quel mondo di domani che nasce dal superamento delle contraddizioni che agitano il nostro vivere d’oggi, rendendolo complicato, ingiusto, inutilmente irrispettoso della natura e degli altri.

L’obiettivo in Italia non quindi è quello di costruire un altro partito o un nuovo partito verde che nasca dalla ceneri del fallimento dei Verdi italiani, magari con l’aggiunta di qualche altro pezzettino marginale.

Le contraddizioni pubbliche e private sono ormai solo più rappresentate da antinomie che pretendono di schematizzare non solo condizioni complesse dell’esistenza umana, ma anche opzioni politiche, economiche e sociali che, così ridotte, finiscono per trasformarsi in generatori di ansia, di devastazione delle persone e dell’ambiente, di strumenti per politiche torbide che fanno leva sulle viscere e si alimentano delle paure per generare consenso. Vincono i furbi, gli scaltri, va avanti chi vanta le migliori relazioni, si compete strenuamente ad armi impari, si considera sacro il nostro e a nostra disposizione ciò che è di tutti. Alla costruzione del sentimento si privilegia l’effimero dell’emozione da bruciare in fretta, al ragionamento lo slogan, all’affetto il contatto effimero, alla naturalità l’artificio.

Chi fa politica guardando al futuro deve ricostruire la complessità delle cose, operando per la composizione dei conflitti, la ricerca dell’armonia, la promozione della cooperazione in tutti i settori dell’attività umana. Deve costruire un ambito che monta soluzioni e propone metodi e contenuti, progetti concreti e atteggiamenti, con la generosità che è il presupposto per qualunque attività volontaristica collettiva.

Nel nostro paese sono in corso esperienze che – purtroppo in modo scollegato e, a volte, con accenti che rendono difficile la diffusione – tendono a queste direzioni. Nell’ambito dell’attività politica si tratta di liste civiche, di gruppi che segnano esperienze di opposizione alle mostruosità che si consumano in nome dell’economia, del benessere e del lavoro (dalle opere pubbliche inutili, al consumo dissennato di territorio, alle politiche dei rifiuti…), di comitati e associazioni – ma anche di parti dei partiti oggi attivi - che promuovono battaglie di cultura che incidono profondamente nella sensibilità collettiva, ma che non trovano oggi alcuna forma di rappresentanza politica, neppure un luogo dove trasformare le tante idee in piattaforma politica: si pensi agli agricoltori più attenti al rapporto fra il cibo e il territorio, fra il cibo e la natura, fra economia ed ecologia; oppure al consumerismo, diventato ormai una realtà importante nell’associazionismo del nostro paese, all’industria verde, ai nuovi lavori; oppure ancora alla rivolta contro la casta, contro i riti e i guasti di una politica che ha smesso di essere utile per divenire prima inutile e poi tossica e nociva.

Costruire un soggetto politico ecologista significa perciò accettare fino in fondo la sfida dell’innovazione a cominciare dall’individuazione dei luoghi di una politica diversa, di metodi e progetti capaci di dare forza ed efficacia alle idee e alle qualità delle persone che si fanno carico di portarle avanti, di proposte e stili di lavoro che diano il senso profondo di una svolta nel rappresentare la voglia di pulizia fino a trasformarla nel motore del cambiamento.

Il luogo

In questi anni la nostra regione ha attraversato tempi e fasi che non sono sintetizzabili i poche righe per evitare generalizzazioni nocive. Alcune linee di tendenza sembrano però ben testimoniare una vivacità di partecipazione e il crescere di una diffusa coscienza ecologica a tutto campo. Mentre l’economia segnava una profonda trasformazione attraverso l’ulteriore disimpegno della FIAT nel torinese - con pesanti effetti sull’indotto, ma anche al di fuori di questo a causa del permanere del “sistema FIAT” che controlla in modo quasi mafioso l’economia vicina e lontana – anche nelle altre province l’industria manifatturiera ha cominciato a entrare in difficoltà, perfino quella legata agli armamenti.

La risposta della politica è sostanzialmente consistita nello spingere l’edilizia – incoraggiando speculazioni su aree che cambiavano di destinazione d’uso sovente con ricatto occupazionale allegato – e il consumo di territorio come fonte di attività economica e quasi unica risorsa di enti locali festaioli e spreconi, più attenti ad alimentare la propaganda di regime che a costruire servizi sostenibili per i cittadini con la cura e l’attenzione dovuta a chi sta peggio o è in difficoltà. Cresce l’egoismo, cala la qualità dei servizi, si adoperano scorciatoie pericolose e dannose per creare l’illusione che siano possibili semplici soluzioni a problemi complessi: privatizzazione dei servizi essenziali, dall’acqua in là, compresi quelli educativi e di cittadinanza; valorizzazione puramente economica e speculativa come pratica amministrativa; generale ripresa di un diffuso disprezzo per le regole e le procedure che garantiscono la trasparenza, la democrazia e la tracciabilità degli atti e delle azioni dei rappresentanti del popolo. L’etica, tanto evocata con le parole nelle dichiarazioni, viene sbertucciata ogni giorno nei comportamenti concreti.

Le politiche di incentivazione della produzione di energia da fonti rinnovabili hanno certamente prodotto un forte impulso a nuove forma di imprenditorialità e lanciato un settore economico prima di nicchia. Tetti fotovoltaici, climatizzazione passiva, pompe di calore e altre modalità di produzione energetica sono oramai una realtà consolidata e numerosi Piani regolatori incentivano il risparmio energetico. Ma è proprio su questo versante che in Piemonte ci sono grandi spazi per un forte impulso: significa lavoro, cura del territorio, miglioramento diffuso delle condizioni del patrimonio edilizio e quindi della qualità della vita nel suo complesso. Ma poi intervenire sull’illuminazione pubblica, sugli edifici pubblici, sulle reti…

Ancora in questo ambito: è aperto il problema del nucleare passato, visto che la centrale di Trino è sempre lì e le scorie anche, ma anche di quello futuro, visti i piani del governo: una delle emergenze che bisogna affrontare per prime con azioni di adeguato impatto . E’ aperta la questione del ciclo integrato dei rifiuti, dagli imballi allo smaltimento finale, non è neppure iniziata una seria programmazione politica di tutela e salvaguardia della montagna, per non dire delle acque, dei parchi, della tutela della flora e della fauna…

L’elevato livello tecnologico della nostra regione richiede un sistema formativo inclusivo, qualificato e aperto a tutti, autentico veicolo di promozione sociale e capace di costruire relazioni cooperative fra le persone. Sono proprio la varietà, la trasversalità e la fecondità delle relazioni la vera ricchezza di una società avanzata; il tasso di comunicazione, di interrelazione, di integrazione finisce per diventare un indicatore più attendibile del PIL dello stato di una collettività (e delle comunità che ne fanno parte). Insieme a questo l’istruzione, la libertà, la consapevolezza che i diritti non esistono senza doveri e chela responsabilità, individuale e sociale, è davvero “affare di tutti”.

Al crescere delle disuguaglianze, dell’emarginazione, dello scollamento e della marginalizzazione del diverso non bastano risposte solidaristiche che mirano a tamponarne gli effetti più disastrosi. Occorre contrapporre una nuovo modello di società, capace di non generare “rifiuti” e di valorizzare le capacità e le potenzialità di tutti, alla ricerca dell’armonia fra le sue parti.

Il metodo

In Piemonte, come peraltro in tutto il nostro paese, il tessuto di esperienze e di spinte alla partecipazione può trovare un luogo di confronto e di organizzazione (non ancora una casa comune, al massimo un campeggio) attraverso la partecipazione a una struttura politica innovativa ma già sperimentata, quella della federazione di persone, gruppi, liste, comitati, tutti uniti intorno a un manifesto programma.

Possiamo da subito costruire una struttura reticolare, dunque orizzontale, alla quale possono essere rincondotte e riconosciute alcuni compiti esclusivi:

- Raccolte di adesioni intorno a un manifesto di valori da stendere con la collaborazione di tutti.

- Costruzione di strumenti di conoscenza prima e di elaborazione politica poi, a disposizione di tutti coloro che decidono di avvalersene.

- Realizzazione di mezzi per la diffusione (giornali, bollettini, blog.portali…) anche utilizzando quelli già esistenti e disponibili.

- Elezione di strutture di coordinamento che sviluppino l’orizzontalità e la caratteristica di rete, garantendo trasparenza nelle azioni, rotazioni negli incarichi, organismi di garanzia.

- Coordinamento con esperienze analoghe che dovessero costituirsi in altre regioni d’Italia.

Infine

Nel nostro mondo non mancano le elaborazioni politiche (testimonianza di una grande vivacità culturale) a cui rimandiamo per approfondimenti e ragionamenti più sofisticati e specifici. Non mancano neppure le conoscenze, le capacità, le professionalità e neppure le energie necessarie a dare corpo al progetto.

Resta solo più la voglia di ribadire che il tentativo che si vuole proporre non è un salto nel vuoto. Si tratta di dare dignità, speranza e tante belle gambe, a idee oramai pronte anche da noi a diventare programma politico, nuova cultura, speranza, buone ragioni per mettersi in piazza a costuire il futuro.