martedì 20 settembre 2011

Le 10 Foreste più a rischio nel mondo


Il
2011 è l’anno internazionale delle Nazioni Unite per le Foreste.

L’iniziativa dell’ONU vuole attirare l’attenzione su un problema ormai di vecchia data, e cioè quello delle foreste del mondo in pericolo: la progressiva deforestazione che in questi anni ha fatto scempio di molti dei più bei boschi del nostro pianeta, continua senza sosta, per colpa di uomini che non si rendono conto che a breve le loro azioni di disboscamento per guadagnare legno e spazi da dedicare all’agricoltura potrebbe portare a un punto di non ritorno.

Per fortuna, in alcune aree dell’Europa (ad esempio in Italia risulta che i boschi siano cresciuti del 20% negli ultimi 20 anni) in Nord America e in Asia (soprattutto in Cina, paese alle prese con sviluppo urbano e desertificazione, che vede nelle foreste l’unico cuscinetto che può garantire una minima sostenibilità) sono in atto alcune politiche di salvaguardia delle foreste: a volte si tratta di semplici abbandoni della campagna e di aree un tempo coltivate, ma spesso si tratta di politiche di riforestazione aggressiva, di tutela di aree a rischio, e un abbassamento delle emissioni di diossido di carbonio che attentano alle biodiversità presenti in queste zone. Grazie a queste opere, il livello di alberi persi si è abbassato e la Food and Agriculture Organization delle Nazioni Unite ha riferito che c’è stato un rallentamento significativo nella perdita di spazio boschivo e foreste.

Come ben sappiamo, queste azioni possono solo tamponare, le perdite subite, ma le cicatrici che restano dopo la sottrazione di alberi, non sono facili da sanare, difatti, alcuni luoghi sono più vulnerabili di altri, l’organizzazione non-profit Conservation International (CI) ha pubblicato un elenco delle 10 aree forestali più vulnerabili del mondo, le foreste che hanno perso più del 90% del loro habitat originale e che ospitano almeno 1.500 specie di piante che purtroppo non si trovano in nessun’altra parte del mondo.
E se non si fa nulla per salvarli, la situazione potrebbe peggiorare nel giro di pochi anni e perderemmo questi paradisi di biodiversità. Ecco comunque quali sono le dieci situazioni maggiormente a rischio.

Zona geografica – Percentuale di habitat originario rimanente

1 Indo-Burma (Asia meridionale) – 5%
2 Nuova Zelanda – 5%
3 Sonda (Indonesia / Malesia) – 7%
4 Filippine – 7%
5 Foresta Atlantica (Sud America) – 8%
6 Montagne della Cina sud-occidentale – ’8%
7 California Provincia floristiche (Stati Uniti e Messico) – 10%
8 Foreste costiere dell’Africa orientale – 10%
9 Madagascar e isole dell’Oceano Indiano – 10%
10 Foreste pluviali afromontane (Africa orientale) – 11%

Come si vede, spesso si tratta di zone in paesi in via di sviluppo, ma c’è anche qualche paese che si reputa avanzato che sta perdendo in maniera scellerata il proprio patrimonio naturalistico.

Per sconfiggere l’irresponsabilità di chi pensa a un profitto immediato bisogna tenere bene a mente un saggio proverbio delle popolazioni indiane d’America: la Terra che abitiamo ci è stata data in prestito dai nostri avi e noi dovremo lasciarla ai nostri discendenti. Questo vuol dire che dobbiamo guadare soprattutto al futuro e non cinicamente ed egoisticamente soltanto al nostro presente.

di MaryPz da www.tuttogreen.it maggio 2011

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