sabato 31 ottobre 2009

Alessandria: il PFOA e il Bormida

di Lino Balza
Se gettate un’occhiata passando sul ponte Bormida, vedrete sempre qualche pescatore. Il sindaco di Alessandria non ha emesso nessun divieto di pesca. Eppure l’acqua contiene concentrazioni enormi di PFOA acido perfluorottanoico: fino a 1.500 ng/l, quando gli altri fiumi italiani ed europei non superano mai 1-20 ng/l. L’ha riscontrato il CNR Consiglio Nazionale della Ricerca. Il PFOA è tossico e cancerogeno se respirato o bevuto o mangiato col pesce e nella catena alimentare. Sono copiose le risultanze del mondo scientifico internazionale: le abbiamo consegnate nel nostro esposto alla Procura.
Se voi risalite il fiume lungo il sentiero per qualche centinaio di metri, noterete un impetuoso torrentello di scarico da dove proviene il PFOA, e sullo sfondo lo stabilimento che lo lavora: la Solvay di Spinetta Marengo. Il PFOA da Spinetta va nelle falde acquifere e in Bormida, che va in Tanaro, che va in Po: essendo indegradabile il CNR l’ha ancora trovato alla foce del Po a 600 chilometri di distanza dall’inquinatore. Le autorità emiliane sono in allarme. Allarme anche al Consiglio comunale di Tortona, che ha chiesto relazioni all’ARPA. Il più tranquillo di tutti è il Consiglio comunale di Alessandria, troppo impegnato a discutere stipendi da nababbo. D’altronde si sono dimenticati anche dell’emergenza cromo che continua a inquinare le falde e continuerà per secoli se non viene risolta a monte con la bonifica dello stabilimento. Tranquilli anche i politici padani che l’ampolla del Po la vanno a raccogliere alla sorgente piuttosto che alla foce.

Anche per il PFOA le posizioni di Medicina democratica in Procura e all’opinione pubblica: sono chiare. All’ARPA abbiamo contestato: “Ha la responsabilità del silenzio passato e nel presente ha la responsabilità di chiedere alle Autorità competenti di sanzionare le emissioni e le perdite; di vietare alla Solvay gli scarichi in atmosfera e acque; di vietare d’urgenza la pesca in Bormida e Tanaro e Po; di vietarne l’uso potabile, di vietare le donazioni del sangue ai lavoratori della Solvay esposti ai Sali di PFOA”. Alla Solvay, da anni cosciente dei danni, abbiamo contestato: “Affronta subito con i sindacati, per i risvolti produttivi e occupazionali, l’eliminazione del PFOA nelle lavorazioni; nonché ritira i licenziamenti dei lavoratori che si sono rivolti al tribunale”.
(
linobalzamedicinadem@libero.it M.D. Via San Pio V n.4 15100 Alessandria Tel. 347 0182679 )

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