giovedì 6 settembre 2012

San Mauro Torinese: La Raccolta differenziata va indietro


di Bruno Bonino *

Per la Raccolta Differenziata dei rifiuti ci si aspettava, nel 2012, un balzo in avanti.
Forse anche piccolo ma in avanti. Il 2011 era stato un anno di transizione. L'obiettivo dichiarato  per il 2012 era mantenere  almeno il 62% del 2011.
Il 2012  è il primo  anno di reale responsabilità gestionale  della nuova amministrazione ed in Consiglio comunale  è stato approvato un emendamento  presentato  dal Mov. 5 Stelle al bilancio preventivo  che poneva un obiettivo un poco più ambizioso.

I dati consuntivi al 30 giugno 2012  non sono non definitivi, in quanto il dato dei RAEE  e dei rifiuti  ingombranti raccolti presso il nuovo Ecocentro non sono completi, ma alcuni elementi  sono inconfutabili e preoccupanti.
Tutte le raccolte porta a porta  ( carta vetro, plestica ed organico)  vanno indietro ( in maniera molto forte quella della carta) mentre l'indifferenziato conferito in discarica sempre in valore assoluto ( tonnellate conferite )  aumenta passando da   1.599  a 1.703 tonnellate ,
Che con la crisi si producano meno rifiuti è un dato  comune a tutta la Provincia di Torino. Che si producano  meno rifiuti differenziati  e più rifiuti indifferenziati è un dato anomalo che deve fare riflettere e  portare a prendere provvedimenti.

La raccolta rifiuti costa ai cittadini  di San Mauro poco meno di tre milioni di euro. Darsi da fare per realizzare risparmi ( o quanto meno evitare maggiori costi) non è un optional per una Amministrazione che  già si trova a fare i conti  con tagli  dei  trasferimenti statali  ed imporre ai cittadini  aumenti di tasse locali ( vedasi IMU) imposte dal Governo nazionale.

·         * da   www.sanmauroambiente.it

martedì 28 agosto 2012

Biomasse : bocciate


Bocciati a poche ore di distanza gli impianti a biomasse di Trino e Cigliano *

Dopo mesi di polemiche e discussioni sugli impianti a biogas di Trino e Cigliano (VC) ieri, quasi per uno strano scherzo del destino, sono arrivati i «no» definitivi a questo tipo d’insedimenti che trasformano mais e scarti dell’agricoltura in energia da commercializzare. Una vittoria per chi intravede in questo business una minaccia per il suolo agricolo, inteso come bene primario per la produzione di alimenti.

Il primo «no» è giunto in mattinata, durante la Conferenza dei servizi in Provincia a Vercelli: a essere sotto esame era la richiesta della centrale a biogas di Trino, quella che ha sollevato un polverone di polemiche per la sua vicinanza al Bosco della Partecipanza e che ha contributo alla caduta della giunta del sindaco Marco Felisati. Netto è stato il «no» del Comune di Trino e dell’Asl di Vercelli e poi via via gli altri attori si sono pronunciati in modo negativo, bocciando così la richiesta della ditta proponente.

Dopo la notizia sulla centrale di Trino, nel pomeriggio è arrivato anche il «no» per l’insediamento di Cigliano: in questo caso la discussione sull’impianto è avvenuta a Roma, al Consiglio dei ministri che ha di fatto bocciato l’iniziativa imprenditoriale osteggiata da oltre due anni dal comitato Tutela del territorio di Cigliano e dal Comune guidato dal sindaco Giovanni Corgnati, che spiega: «Il Consiglio dei ministri ha valutato il parere negativo dell’Asl che ha dichiarato l’azienda insalubre vista la distanza di soli 129 metri dalle case, il “no” politico della Provincia e il veto del Consiglio comunale e alla fine ha dato ragione alla nostra tesi».

 * di Valentina e Roberto su www.movimentovalledora.org     25 agosto 2012

giovedì 23 agosto 2012

Stop al cemento in Piemonte!


Comunicato stampa del Gruppo Consiliare Regionale MoVimento 5 Stelle *

Abbiamo presentato oltre 300 emendamenti al ddl 153 della Giunta Cota per rallentarne l’approvazione.
Non riteniamo perseguibile per un giusto bisogno di de-burocratizzazione la deregulation totale della pianificazione del territorio.

Vadano le conferenze di copianificazione per le varianti generali e strutturali che permettono a Comuni e Regione di sedersi ad un tavolo allo stesso piano, dimezzando i tempi e mantenendo lo stesso livello di controllo, non possiamo però accettare la modifica all’art. 17 che riguarda le varianti parziali.
Queste varianti parziali, secondo il dettato del disegno di legge Cavallera, dovrebbero comprendere anche ampliamenti del residenziale dall’1% al 4% a seconda delle dimensioni delle città, a prescindere dall’esaurimento della capacità insediativa prevista dal Piano Regolatore. Ma se il Piano Regolatore non è esaurito, vuol dire che non c’è pressione demografica, non c’è richiesta di nuovo case, e quindi un nuovo aumento di insediamenti significa solo una cosa: speculazione edilizia, magari promossa dai Comuni stessi in vista del “pronto cassa” degli oneri di urbanizzazione.
E ci duole ricordare a Cavallera che parla di generale crisi del settore edile, nonostante ci sia tuttora in Italia un consumo di circa 100 ettari di suolo al giorno, che purtroppo c’è un settore che non è mai in crisi: la criminalità organizzata, che ha sempre pronti capitali da “ripulire”. Si faccia quindi molta attenzione a deregolare.

Noi chiediamo che si renda obbligatorio non solo l’analisi dei residui non utilizzati del PRG ma anche il censimento di tutti gli edifici sfitti, non utilizzati, fatiscenti, presenti sul territorio comunale, anche per il produttivo, commerciale, turistico-ricettivo, rendendo possibile l’andare finalmente verso “lo stop al consumo di territorio“, cioè l’impossibilità di costruire del nuovo se vi sono “alternative di riutilizzo dell’esistente”, e verso una ristrutturazione energetica del patrimonio edilizio esistente che possa anche renderci energeticamente autosufficienti.

Davide Bono, Fabrizio Biolè                     Gruppo Consiliare Regionale MoVimento 5 Stelle

* da    www.salviamoilpaesaggio.it    1 agosto 2012

venerdì 10 agosto 2012

Torino, 10.000 firme per trasformare SMAT in Azienda speciale consortile di diritto pubblico


Il 30 luglio alle ore 12 – Cortile d’onore della Provincia di Torino (Via Maria Vittoria, 12) il Comitato Acqua Pubblica Torino ha consegnato al Presidente del Consiglio Provinciale oltre 10.000 firme di cittadini/e residenti in Torino e provincia a sostegno della Deliberazione di iniziativa popolare per la trasformazione di SMAT SpA in Azienda speciale consortile di diritto pubblico.

Dopo la consegna di quasi 5000 firme al Comune di Torino e di oltre 1000 al Comune di Chieri, questa è un’altra tappa di un percorso di democrazia diretta che ha coinvolto nel tempo decine di migliaia di concittadini/e per affermare la proprietà e gestione pubblica della nostra acqua:
2007 Proposta di legge di iniziativa popolare per l’acqua pubblica
2010 Introduzione nello Statuto della Provincia di Torino del principio della proprietà e gestione pubblica dell’acqua
2011 straordinaria vittoria del Referendum  del 12-13 giugno con il quale oltre 26 milioni di italiani, di cui 1.042.204 elettori di Torino e provincia si sono pronunciati contro la privatizzazione dell’acqua, dei trasporti locali e dei servizi di igiene urbana e contro i profitti sull’acqua.
2012 Proposta di deliberazione di iniziativa popolare per la Trasformazione di SMAT SPA in Azienda Speciale consortile di diritto pubblico
A un anno dal Referendum il Consiglio Provinciale è chiamato a rispettare la volontà popolare espressa da quel voto.
Non si perda altro tempo
Smat, Società per Azioni di diritto privato deve essere trasformata in Azienda speciale consortile di diritto pubblico

Il testo  della  proposta  di deliberazione è scaricabile qui
Torino, 27  luglio 2012
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
Comitato Acqua Pubblica Torino
      Via Mantova 34 – 10153 Torino
www.acquapubblicatorino.org
– Tel. 388 8597492

Guarda le foto della consegna
                                               Guarda il servizio del TG di GRP

mercoledì 18 luglio 2012

Alta Valsesia( VC), 66.000 metri cubi di cemento ai piedi del Monte Rosa


Il Comitato Noi Walser: «E' uno scempio in una zona di altissimo valore naturalistico»

Il Comitato "Noi walser, per un turismo sostenibile e responsabile", denuncia le previsioni urbanistiche dei Comuni di Alagna Valsesia e Riva Valdobbia  che vorrebbero realizzare 66.000 metri cubi di complessi edilizi in «aree comprese in una zona di altissimo valore naturalistico e paesaggistico dichiarata dal ministero dell'ambiente "di notevole interesse pubblico" (D.M. 1/08/1985 cosiddetti Galassini)». Il tutto sarebbe contenuto  in un Masterplan che sarà realizzato dall'architetto Matteo Thun su incarico dei due Comuni e di una "cordata" di imprenditori privati.

I Walser sono una popolazione di origine germanica che nel XIII secolo varcò le Alpi e scese in Piemonte e Valle d'Aosta, dove vivono ancora oggi fra le vallate del Monte Rosa, parlando il "titsch" lingua del gruppo germanico che deriva dalla lingua alemannica medioevale. I Walser hanno dato origine ad una civiltà agro-pastorale originalissima la cui massima espressione in Italia è rappresentata dalla casa walser in legno di Alagna Valsesia e Riva Valdobbia, unica nel suo genere.

Secondo "Noi Walser" tutto questo è a rischio "banalizzazione". A poche centinaia di metri l'uno dall'altro saranno costruiti un complesso edilizio di 31.200 metri cubi in località  Miniere, in un'area di carattere demaniale, e un altro di 24.000 metri cubi (per il quale è già stato rilasciata la proroga del permesso di costruire il 12 giugno) nella Frazione Giacomolo, vicino ad antiche case walser, un progetto contro il  quale si sono già espressi pubblicamente Vittorio Sgarbi, Salvatore Settis e Reinhold Messner. Intanto sono già in corso di edificazione ad Alagna, nella Frazione Reale Inferiore, 11.000 metri cubi  all'ingresso del paese, al confine con il Comune di Riva Valdobbia. Per Noi Walser si tratta di «paurose colate di cemento che daranno il benvenuto ai turisti alla porta di accesso del Monte Rosa. I due Comuni, per non farsi torto l'un con l'altro, trattengono in parti uguali la loro quota di cemento. L'impatto ambientale sarà devastante, modificherà in maniera rilevante la fisionomia del paesaggio compromettendone i delicati equilibri, l'intrusione visiva delle nuove costruzioni risulterà pesante. Le enormi dimensioni dei mega-complessi edilizi li pongono al di fuori della storia e della cultura dell'Alta Valsesia».
L'associazione si riferisce in particolare a quello che ha ribattezzato "Maximostro Località Miniere", «per il quale il Comune di Riva Valdobbia ha in tempi recenti apportato Variante al Piano Regolatore Generale Comunale per consentire, nell'area dell'ex Miniera ("abbandonata", ma non esaurita di pirite/calcopirite - produzione rame), la costruzione della mega struttura ricettivo-turistica e commerciale, un vero e proprio "stupro ambientale"».

Invece le costruzioni in via di realizzazione ad Alagna «Sono l'"anticipo" delle grandi speculazioni immobiliari previste, il relativo PEC B1» che secondo la documentazione raccolta da "Noi Walser", «prevede una volumetria edificabile totale di oltre 11.000 mc. L'iniziativa immobiliare della costruzione del complesso di edifici, con una volumetria elevatissima ed abnorme in rapporto alla superficie fondiaria, viene pubblicizzata con la formula "Quattro baite in stile walser"».
Dalla documentazione risulta anche che  le autorizzazioni paesaggistiche sono state rilasciate dalla Commissione locale del Paesaggio del Comune di Alagna e l'associazione scrive: «Ci riesce incomprensibile come sia stato possibile il rilascio di autorizzazioni paesaggistiche da parte della Commissione locale del Paesaggio quando l'intervento (PEC B1) prevede una cubatura totale superiore ai 10.000 metri cubi e come tale per legge regionale (L.R.32/2008) il rilascio avrebbe dovuto essere in capo alla Regione». Un altro fatto che lascia perplessi è che un membro "autorevole" della Commissione locale del Paesaggio è anche il progettista di tutte le costruzioni previste nel PEC B1l.  Secondo "Noi Walser, dietro  inuovi progetti immobiliari di strutture ricettivo-turistiche, definite talvolta "residenziale alberghiero"ed altre "residenziale ciclico" si nasconde la solita speculazione dei bi/trilocali: «La speculazione edilizia tenta di adeguarsi, da buon camaleonte, alle mutate situazioni, legislazione paesaggistica e sempre maggior sensibilità ambientale dell'opinione pubblica»

Per il Comitato montanaro, «le ormai troppe costruzioni "ricettivo-turistiche" in via di realizzazione o programmate nei Comuni di Alagna e Riva Valdobbia rischiano di sottrarre l'identità alle Comunità locali e di cancellare le antiche caratteristiche dei luoghi trasformando tutto, con un maquillage che richiama vagamente l'architettura walser, in un finto villaggio, in una "quinta di teatro", per un turismo di massa che "scimmiotta" ancora una volta la vita di città per omologare tutto a tutti. Il successo della montagna dovrebbe essere nell'alternativa alla vita cittadina, non nella sua appendice» Per questo "Noi Walser" propone  «un'alternativa di sviluppo all'imperativo egemone di una crescita inarrestabile a vantaggio di pochi che mette sotto pressione in ugual misura le montagne e le Comunità locali. I meccanismi del passato, fondati sullo sfruttamento delle risorse di un'area limitata, minacciano i nostri sogni e penalizzano il futuro della montagna. La montagna quanto i suoi abitanti hanno bisogno di nuove prospettive. La montagna dispone di tutto quello di cui gli esseri umani avrebbero realmente bisogno: acqua, silenzio, serenità e bellezza, condizioni per continuare a pensare, immaginare e sognare. 
E' necessario preservare queste basi fondamentali della vita».

da www.greenreport.it    17 luglio 2012