lunedì 25 gennaio 2010

La TAV ha bucato


Che fossero 20 o 30mila persone la manifestazione di sabato in Val di Susa ha confermato che la TAV non si farà mai. Forse si spenderanno altri soldi, forse il PD si sposterà ancora un po’ di più a favore dei poteri forti , forse l’informazione diventerà ancora un po’ più di regime, ma c’è una parte del paese che ormai ha idee, strumenti di comunicazione, ragionamenti che sono estranei ed autonomi dalla musica che viene suonata da questa singolare orchestra di regime; tant’è che perfino giornali come Repubblica, quasi una sezione distaccata del PD in città, in genere ben allineato, specie nella sua direzione torinese, ha dovuto riempire 4 pagine sulla manifestazione NO TAV.

Secondo Cavargna di ProNatura il traffico di merci sui tunnel autostradali del Frejus e Monte Bianco sono scesi in 15 anni da 26,5 a 20,8 tonn/anno; quelli ferroviari attraverso il Frejus sono scesi del 40% . Marco Ponti del Politecnico di Milano sostiene che la domanda di traffico oggi è di 6 milioni di tonn/anno ed è stazionaria da 10 anni e che la previsione di 40-45 tonn/anno, che darebbero una qualche giustificazione alla spesa, a parte i costi ambientali… è pura fantascenza .

Maria Rosa Vittadini, che è stata Direttore del VIA al Ministero dell’Ambiente fra il 1998 e il 2002 afferma che al massimo, nel migliore dei casi, il nuovo buco verso nord-ovest potrebbe “rubare “qualche milione di tonn/anno ai trafori stradali e ferroviari rivolti verso la Svizzera. Nel corso del convegno di Torino Viva a cui il GCT ha collaborato è stato letto il documento di un gruppo di Liberali perplessi sulla validità dell’opera.

Marco Cedolin sul suo blog “Il Corrosivo” insieme alla denuncia di tutti i tentativi di mostrare “isolati” gli oppositori alla TAV ricorda altri dati sull’irrilevanza del traffico di passeggeri su quell’asse.

Sono 15 anni che decine di esperti mostrano perplessità o contestano l’inconsistenza della proposta e neanche a pagarlo si trova un esperto ,minimamente serio ,che la giustifichi.

Nella penosa manifestazione dei SI TAV al Lingotto, cioè di quel drappello di qualche decina di gruppi industriali che con la TAV si spartirebbero, nel corso dei prossimi 15-20 anni quei 100-150 milioni di euro per ogni km costruito (3-4 volte i costi medi europei) accompagnati da Chiamparino, Saitta e Bresso che immaginano di costruire sulla TAV un asse di alleanze che permetta al PD di sopravvivere al suo tendenziale declino nello scenario politico italiano, di tutto si parla tranne che di numeri.

Oggi non c’è più un’esperto,un tecnico, un docente di Politecnico, un Dirigente di Ministero con un minimo di decenza, che abbiano il coraggio ,mentre nella società si fa strada la cultura del “Km zero” nei consumi , di sostenere con qualche numero che l’audace galleria di 57 km, sulla cui reale fattibilità nessuno ha la minima idea, serva a incanalare davvero qualcosa in più di qualche milione di tonn/anno di merci e/o di qualche centinaio di passeggeri al giorno.

15 miliardi di euro almeno in almeno 15 anni (ma come sempre in Italia potrebbero diventare il doppio o il triplo) verrebbero spesi per costruire un opera che, se fatttibile, potrebbe alla fine risultare,fra 20 anni, del tutto inutile. Tutto ciò mentre almeno 2,5 milioni di pendolari tutti i giorni sono costretti a viaggiare su lineee di trasporto ferroviario intasate, costantermente in ritardo, per nulla veloci, qualche volta in compagnia di pulci e zecche, su vagoni luridi e cessi costantemente non funzionanti ,dove l’idea di poter usare in whireless un pc portatile è una bestemmia da fantascienza e perfino comprare un panino potrebbe rivelarsi un impresa impegnativa.

Se qualcuno vuole trovare una “grande opera” sulla quale costruire le proprie fortune economiche o quelle politico-elettorali abbiamo un idea: si metta mano alla modernizzazione della rete ferroviaria italiana, all’aumento della sua efficenza ed alla sua diffusione in sostituzione del trasporto autostradale privato; qualche milione di italiani sfilerebbe in corteo per acconsentire all’opera.

(mm)

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