mercoledì 30 dicembre 2009

Michele Boato: “L’Ecologismo in Italia non è finito”

Quando, nel 1985, l’”Arcipelago Verde” ha fatto il salto verso la politica, presentandosinon più solo alle elezioni comunali in qualche città, ma in quasi tutte le regioni,il sostegno di Marco Pannella e dei Radicali fu determinante: non solo per la cessione del “sole che ride”, divenuto allora simbolo ufficiale dei Verdi nelle istituzioni (salvo che in Sud Tirolo ed in Friuli VG, dove fu scelta la colomba), ma anche per la presentazione stessa di liste in regioni importanti, come il Lazio, Puglia, Campania ed altre.Tanto che la scelta di rappresentare le neonate Liste Verdi alla prima Tribuna elettorale toccò al sottoscritto (dopo un sorteggio con Alex Langer e Rosa Filippini) per volontà di Marco, che rappresentava la maggioranza delle liste presentate.Ora il patrimonio (che pure era cresciuto, negli anni 1990-95 anche a percentuali a due cifre, per esempio con 4 consiglieri in Reg.Veneto) è del tutto dilapidato, non solo nelle cifre, ma, peggio, nella credibilità.Truppe cammellate di Centri sociali sempre pronti a menar le mani oppure di Comunione e Liberazione, pilotate nei Verdi di varie regioni, assessori che di ambiente non sapevano nulla, ma di tessere e di poltrone moltissimo.

Tutto questo e molto altro sono all’origine dell’anomalia italiana: in tutta Europa (non solo in Germania) alle elezioni europee del 2009 i Verdi hanno un successo fenomenale: in Francia Europe Ecologie ottiene il 16,3%, secondo partito al pari dei socialisti, 12,4 in Finlandia, 11 in Portogallo, 10,8 in Svezia, 9,5 in Austria, 9 nel Regno Unito, 8,5 in Belgio, e via via fino al 5 in Grecia e 4% in Spagna.In Italia, invece, l’eclissi totale, dentro il buco nero delle Sinistre Arcobaleno e Libertà.L’ecologismo in Italia è finito?No di certo nella miriade di associazioni e comitati: Amici della bicicletta o Leghe anti caccia, AmicoAlbero o Elettrosmog Stop, Gruppi di acquisto solidale o Ecoistituti.Ma il disorientamento politico è grandissimo: lontano da una destra senza valori, da una lega che ha inquinato il federalismo di razzismo e da una sinistra opportunista, arrivista, nepotista,l’arcipelago ecologista sostiene volta a volta la lista o il candidato che appare “meno peggio” o, sempre più spesso, nessuno.La proposta di una coalizione radicali-ecologisti alle regionali del 2010 (rilanciata a livello nazionale da Staderini e Cappato, e nel Veneto da Bortoluzzi) può essere, come nel 1985, un sentiero, per uscire dal deserto in cui si sono persi gli ambientalisti, per fare le proposte di cui la nostra società ha un enorme bisogno.Il tempo è ora, discutiamone apertamente.
Michele Boato direttore rivista Gaia ed Ecoistituto del Veneto

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