lunedì 28 ottobre 2013

Torino: RSU, prevalgono le utenze non domestiche. Le "attività" (commerciali e non) producono più rifiuti delle abitazioni.



di Bruno Casula *

I dati di Torino indicativi di quelli delle città. Secondo le stime del Comune di Torino, nel 2013 le abitazioni producono 208.180 tonnellate di rifiuti a fronte delle 247.530 prodotte da esercizi commerciali, uffici, banche, mercati, scuole, ospedali. Si tratta del 45,68% del totale dei rifiuti raccolti in città, il 54,32% è appannaggio delle utenze non domestiche 

Nelle tonnellate totali dei Rifiuti Solidi Urbani prevalgono quelle derivanti da utenze domestiche o non domestiche?

Diversamente da quanto molti immaginano, a Torino nel 2013 le abitazioni hanno prodotto meno rifiuti delle cosiddette utenze non domestiche. Sarebbe corretto dire "produrranno" visto che il 2013 deve ancora finire, ma le stime fatte dal Comune in base ai dati sulla produzione media pro-capite sono attendibili. Si parla di 208.180 tonnellate prodotte dalle utenze domestiche, a fronte delle 247.530 prodotte da esercizi commerciali, uffici, banche, mercati, scuole, ospedali. Solo per citare le categorie principali. Dalle case dei torinesi esce quindi il 45,68% del totale dei rifiuti raccolti in città nel 2013, 455.710 tonnellate, mentre il 54,32% è appannaggio di tutte le diverse attività operanti sotto la Mole.

La quantità di rifiuti attribuibile alle utenze domestiche è stata calcolata moltiplicando la produzione media pro-capite per il numero degli abitanti di Torino, stimati dall'anagrafe in 912.701. La produzione media si ottiene facendo la media ponderata degli indici di produzione con il numero degli abitanti delle singole categorie corrispondenti ai diversi nuclei familiari. A loro volta, gli indici di produzione dei singoli nuclei familiari sono stati aggiornati in base alla diminuzione dei rifiuti urbani del 2013, calati come noto rispetto al 2012 di qualche punto percentuale (3% circa). Per quanto concerne invece le utenze non domestiche, la quantità di rifiuti prodotti nel 2013 è stata calcolata semplicemente sottraendo dalla produzione totale dei rifiuti quella stimata per le utenze domestiche.

Tornando ai dati sulla produzione complessiva dei rifiuti a Torino, è interessante sapere che la produzione stimata per il 2013 è la più bassa dal 2000 ad oggi.
Le 455.710 tonnellate previste per l'anno in corso rappresentano, come detto, circa il 3% in meno rispetto al 2012. Il calo raddoppia rispetto al 2011, quando a Torino son state prodotte 485.000 tonnellate di rifiuti, e si attesta a quasi l'8% rispetto alla produzione del 2010, stimata in 495.000 tonnellate. Le percentuali aumentano sensibilmente nel confronto con gli anni che vanno dal 2009 al 2004, un intervallo di tempo in cui la media è circa del 15%, con una punta del 17,94% rispetto al 2006, quando vennero prodotte 555.353 tonnellate di rifiuti.

* da ecodallecitta.it ,   24 ottobre 2013

martedì 8 ottobre 2013

Cuneo: mobilitazione per salvare e rilanciare la ferrovia del mare



Il Comune di Cuneo, il Comitato Ferrovie Locali e il settimanale La Guida si sono mobilitati con una grande manifestazione il 30 settembre per la difesa e la valorizzazione della linea ferroviaria Cuneo-Nizza, a rischio di chiusura per le scelte “aziendalistiche” del Presidente di Trenitalia Moretti.

 

Solo una grande mobilitazione popolare ed una pressione sul Governo da parte della politica possono ottenere gli investimenti necessari per salvare la linea: occorrono 27 milioni per la manutenzione urgente della Linea in Francia. Una miseria se pensiamo all’alta velocità o al raddoppio del Tenda o alla Circonvallazione di Cuneo.Noi tutti temiamo che un progressivo depotenziamento della linea porti a un suo utilizzo sempre più scarso, che giustificherebbe poi la sua chiusura completa.

Perché si è manifestata una vera passione popolare attorno a questa Ferrovia, tanto che si sono raccolte quasi 15.000 firme a sostegno di una petizione rivolta a scongiurarne l’eliminazione?


1) LA CUNEO-NIZZA UNISCE due popoli vicini, quasi meticci, malgrado i disastri imperdonabili compiuti dal fascismo; ma le migrazioni storiche hanno creato legami inscindibili culturali e parentali, consolidati dai rapporti più recentii (università di Nizza, gemellaggi, turismo, commercio). E quindi questa Ferrovia rappresenta un contributo all’Europa dei popoli contro l’Europa delle lobbies finanziarie, che vogliono abbattere le tradizioni politiche della civile Europa.
La Linea unisce le popolazioni del mare e quelle della montagna, che entrambe nutrono un desiderio quasi omerico di andare oltre, di scoprire e di riconoscersi, che è tipico dei popoli mediterranei (il mito di Ulisse). Di qui è sorto un grande attaccamento sentimentale senza frontiere, una vera passione anche per la memoria dei molti ferrovieri che vi hanno lavorato e per i molti lavoratori che sono morti nella sua costruzione, come si vedrà nel Film che il regista Baudena sta progettando da anni fra mille difficoltà. La Linea è una grande questione nazionale ed europea della memoria e dell’attualità.


2) UN GRANDE PATRIMONIO ECONOMICO ED INGEGNERISTICO ESISTENTE: la linea ferroviaria rappresenta il simbolo della priorità che sempre più dovrà essere data al trasporto su ferro rispetto a quello su gomma, molto più inquinante e quindi a gioco lungo più costoso. Per questo difendiamo anche le ferrovie locali, falcidiate dalla politica statale e regionale (-12 Linee in Piemonte, di cui 10 in Provincia). La Linea non è un ramo secco, come sostiene Moretti, che ha una visione aziendale a corto raggio, tutta centrata sull’Alta Velocita e sui sistemi metropolitani, che taglierebbero tutte le linee periferiche dal Comune di Fossano verso la montagna, oggetto recentemente di ingenti investimenti (Ponte sul Gesso). Ma non è un ramo secco, perché è frequentata tutti i giorni, ovviamente più in estate, da migliaia di turisti, che noi abbiamo avvicinato tutti i giorni sui treni in partenza, cogliendo il loro stupore e il loro rammarico. La Linea è in sè un grande patrimonio economico e ingegneristico per il territorio in cui è stata costruita (i grandi ponti, le gallerie elicoidali, il dislivello superato): si parla di un valore di 10 miliardi di Euro, che verrebbero buttati al vento, per non spendere poche decine di milioni.


3) LA LINEA, AD ALTA QUOTA, HA UN GRANDE VALORE PAESAGGISTICO perché si inserisce armoniosamente nel contesto di Valli bellissime (Vermenagna, Roya, Bevera), dotate di piccoli insediamenti (Tenda, Brigue, Sairge, ecc) ricchi di un fascino antico e nella parte a mare da Ventimiglia verso Imperia e verso Nizza apre degli scenari marini incomparabili. Di qui il grande valore intrinseco dell’opera a fini turistici, i treni delle meraviglie, i treni di alta quota così apprezzati in altre nazioni.


4) La linea ha un grande valore economico per la valorizzazione del turismo (anche alternativo in bici, a piedi) e dei grandi mercati, verso il cuneese (i mercati, le stazioni sciistiche, le vallate del cuneese), verso i Paesi della Valle Roya, verso i litorali italiano e francese, così frequentati vicendevolmente.


5) La linea ha un grande valore sociale, di servizio pubblico per i pendolari delle tre valli, per chi non può usare l’auto, per chi preferisce viaggiare in treno per scelta consapevole: le grandi lobbies finanziarie internazionali , nella loro furia privatrizzatrice, non calcolano queste ricadute sulle categorie più disagiate. Il cittadino-consumatore è abbandonato a se stesso e indirizzato ai consumi di beni privati non durevoli.


Occorrono quindi grandi iniziative popolari, occorrono progetti ambiziosi, che valorizzino la grande potenzialità di questa fondamentale linea ferroviaria.  Se la perderemo, dovremo recitare il “mia culpa”: in particolare coloro che avevano avuto responsabilità politiche e amministrative e non le hanno messe al servizio dei cittadini.


                                                                 da  salviamoilpaesaggio  30 settembre 2013

domenica 6 ottobre 2013

San Mauro Torinese: vince la cittadinanza attiva

Domenica scorsa  una quarantina di cittadini si sono ritrovati in Via Boves armati di sacchi e attrezzi per cercare di ripulire il parco della zona finito nel degrado totale. I volontari hanno aggiustato panchine, assi, tavoli e hanno imbiancato le pareti del bagno pubblico del giardino ricevendo grandi dimostrazioni di gratitudine dai frequentatori della zona. Proprio questo bagno sarà oggetto di una mozione del consigliere Gilardi ( M5S); una toilette che non viene aperta da oltre sette anni, ormai abbandonata a se stessa. Una zona del parco  viene così utilizzata come un bagno pubblico a cielo aperto con tanto di fazzoletti per terra.  

C’erano tanti giovani, nel gruppo di volontari. C’erano persino bambini, volenterosi e divertiti. C’erano trentenni, quarantenni, cinquantenni, sessantenni. Ognuno dava una mano come poteva. Un quadretto niente male, insomma. Un esempio concreto di quella cittadinanza attiva di cui tutti si riempiono sempre la bocca, senza poi concludere niente. E chi pensa che questi scapestrati si fermino qui, probabilmente si sbaglia: l’impressione è che la prossima volta saranno in cento, anziché in quaranta. 
  ( da lavoce.it e ilbombarolo.it )


giovedì 3 ottobre 2013

Piemonte, al via la commissione antimafia. Con 33 consiglieri indagati


I componenti sono consiglieri regionali e quasi tutti sono sotto inchiesta per lo scandalo dei rimborsi ai partiti. A spingere per la creazione di questo organismo era stato il consigliere Pd Boeti, ex sindaco di Rivoli citato nell'indagine Minotauro per i contatti con un presunto boss della 'ndrangheta.





Deve promuovere la “cultura della legalità”, ma a farne parte ci sono molti indagati per reati contro la pubblica amministrazione. Ha cominciato la sua attività la Commissione antimafia della Regione Piemonte, approvata con un voto unanime a luglio. I suoi componenti sono 39 consiglieri regionali, molti dei quali sono sotto inchiesta per lo scandalo dei rimborsi ai gruppi politici. Solo sei sono gli eletti non coinvolti nell’indagine: c’era una chance per eleggere alla presidenza della commissione tre non indagati, eppure il consiglio regionale piemontese è stato capace di mancarla.


Il vertice
A presiederla è Andrea Buquicchio (Idv), a cui i pm Giancarlo Avenati Bassi, Andrea Beconi, Enrica Gabetta contestano spese per 55mila euro. Accanto a lui siederanno due vice, Daniele Cantore (Pdl) e Andrea Stara (Insieme per Bresso). Al primo i magistrati contestano rimborsi per 27mila euro, tra cui 12mila euro di ristoranti e 6mila per acquisti di lusso come tre cravatte di Marinella più orologi e set da scrivania acquistati in gioiellerie. Stara, facendo parte di un gruppo composto da un solo rappresentante (se stesso), è stato uno dei primi a ricevere l’avviso di garanzia dalla Procura di Torino per rimborsi da 57mila euro, tra cui gli acquisti di un tosaerba da 4mila euro, di una sega circolare e di un frigorifero.


I componenti
Presidente e vicepresidenti sono in buona compagnia. Tutti i consiglieri del Pdl (ora scisso in tre gruppi, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Progett’azione) sono indagati per essersi spartiti 760mila euro circa. Tutti i consiglieri della Lega Nord – tranne Claudio Sacchetto, poi diventato assessore, ma incluso Roberto Cota – sono indagati per aver ottenuto 289mila e 500 euro. E così via anche i gruppi consiliari di minoranza (Udc, Pd, Idv, Sel, FdS, M5S e altri del misto). A salvarsi sono ben pochi e fanno tutti parte della commissione antimafia. C’è Sara Franchino, subentrata al posto di Michele Giovine (il consigliere dei Pensionati sospeso per la condanna relative alle firme false, pure lui indagato per rimborsi da 120mila euro) e cinque consiglieri del Pd: Mauro Laus, Gianni Oliva, Gianna Pentenero, Roberto Placido e Elio Rostagno.


Le attività
La commissione antimafia del consiglio regionale dovrà proporre norme per contrastare l’espansione delle mafie in Piemonte, soprattutto nell’attività pubblica. Nella sua attività la commissione antimafia dovrà anche interagire e cooperare con i magistrati, coi quali alcuni dei consiglieri indagati non hanno affatto collaborato nell’ambito dell’indagine sui rimborsi gonfiati: in tanti al momento dell’interrogatorio si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Nella nota del Consiglio regionale si legge pure che i consiglieri dovranno monitorare “gli eventi di infiltrazione criminosa segnalati dalle autorità competenti”. Compito difficile per alcuni politici che per anni non hanno visto le infiltrazioni della ‘ndrangheta nel tessuto economico e amministrativo della loro regione.


A spingere per la creazione di questo organismo era stato il consigliere Pd Nino Boeti, ex sindaco di Rivoli citato nell’ordinanza di custodia cautelare dell’indagine Minotauro per i contatti con il presunto boss della ‘ndrangheta Salvatore De Masi. L’aveva proposta a luglio, dopo la dura requisitoria con cui il procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli aveva criticato il comportamento dei politici a contatto con persone poco raccomandabili.


 * da    ilfattoquotidiano.it , 2 ottobre 2013