mercoledì 26 ottobre 2011

Torino: scontro a sinistra sulla gestione dei rifiuti

Rifiuti e partecipate. Tra i democratici è tutti contro tutti. Su Trm non può decidere Torino da sola

di Andrea Rossi *

Il bubbone è scoppiato qualche sera fa, durante una riunione della segreteria provinciale del Pd, quando il deputato Stefano Esposito ha annunciato di aver chiesto a un avvocato romano, Antonio Paparo, un parere legale sulla delibera con cui Torino ha deciso di trasferire alcune sue partecipate – tra cui Trm – dentro la Finanziaria della città, preludio alla vendita del 40 per cento delle quote.


La relazione, racconta chi ha potuto leggerla, esprime dubbi sulla validità dell’operazione: Fct, acquisendo sia Amiat che Trm, diventerebbe soggetto proprietario delle infrastrutture e al tempo stesso gestore, una situazione giudicata incompatibile. Piero Fassino pare non abbia gradito: né la mossa di Esposito né il fatto che il deputato avesse in mano la delibera appena approvata. E non sono bastati a rabbonirlo i pareri chiesti dal Comune e da Trm, che hanno dato esito diverso.
Il clima che si respira intorno alla delicatissima riorganizzazione della filiera dei rifiuti nel Torinese non è dei migliori, anche perché alle contese politiche si sommano questioni giudiziarie. La partita vale centinaia di milioni di euro e sta squassando il Pd, partito che esprime quasi tutti i sindaci dell’area metropolitana. Alcuni, soprattutto Aldo Corgiat, primo cittadino di Settimo e leader della corrente dalemiana del Pd (la stessa in cui militano Esposito e l’assessore all’Ambiente di Torino Enzo Lavolta, anche lui piuttosto critico sulla delibera), si sono già esposti. «Noi abbiamo investito 500 mila euro in Trm – spiega Corgiat -. Ma l’affidamento diretto aveva come presupposto il fatto che la società fosse interamente pubblica e sotto il diretto controllo dei Comuni. In questo senso, mi sembra difficile che Torino possa procedere di sua iniziativa senza consultare nessuno».


Se poi si aggiungono le perplessità dei piccoli Comuni sulla lettera inviata da Fassino e Saitta a Cota – in cui si contesta la legge regionale – il quadro è completo. L’altra sera, durante una riunione del Pd, la presidente di Anci Piemonte Amalia Neirotti, sindaco di Rivalta, si è battuta per difendere il diritto dei Comuni di pesare nelle decisioni strategiche. Il timore di Fassino e Saitta è che un’eccessiva libertà d’azione possa trasformarsi in potere di veto, bloccando qualsiasi progetto o infrastruttura.
Per arginare l’offensiva, che proviene da diversi fronti, politici e amministrativi, Piero Fassino ha fatto le sue contromosse. Lunedì ha riunito in Comune i vertici di Iren, Amiat e Trm.
Sembra deciso a spingere perché sia Iren a rilevare il 40 per cento di Amiat e Trm e – cosa che gli è stata chiesta da Saitta ma vede freddi molti big del partito, a cominciare da Corgiat – le altre aziende e consorzi che governano la filiera dei rifiuti nell’area metropolitana.
L’impegno della multiutility permetterebbe a Fassino di centrare più d’un obiettivo: ricondurre la filiera a un unico soggetto forte, aumentare il peso di Iren in vista della possibile fusione con la milanese A2A e bloccare il progetto dell’inceneritore di Settimo. Già, perché se Settimo non gradisce i piani di Torino, è vero anche il contrario. In città guardano con una certa apprensione alla richiesta arrivata in Provincia dalla società Ecoma che vuole costruire un inceneritore per rifiuti industriali.
Ecoma è partecipata al 49 per cento dal Comune di Settimo e al 51 da Kinexia, società che fa capo a Waste Italia, una delle principali aziende del settore.
La proprietà è della famiglia Colucci. Le diramazioni sono molte, tutte nel campo dell’energia e dei rifiuti. Le inchieste aperte anche. Amministratori e dirigenti di imprese della holding sono sotto indagine a Milano per corruzione e truffa ai danni dello Stato nella bonifica dell’area ex Sisas di Pioltello; a Latina per frode nelle pubbliche forniture; a Benevento, Daneco, una delle società, è indagata per disastro ambientale; in Calabria la società Eco Inerti, controllata da Daneco, è sotto processo; in Sicilia la procura di Palermo scava sui quattro termovalorizzatori voluti dall’ex governatore Totò Cuffaro, tra cui quello di Paternò affidato alla Sicil Power, una controllata della Daneco. Nessuna condanna.

In Comune, però, queste indagini suscitano un certo allarme. Non a caso il sindaco preferirebbe, se mai si dovessero costruire nuovi inceneritori, per rifiuti industriali o urbani, che a occuparsene fosse un soggetto come Iren. Corgiat, dal canto suo, difende l’operazione con Kinexia. «Sarà un impianto per rifiuti industriali. E a chi dubita dell’affidabilità di Waste ricordo che quando provammo a cedere la nostra partecipata Asm a Iren ci fu proposto un prezzo ridicolo, mentre Waste fece un’offerta adeguata».

* La Stampa 16 ottobre 2011

venerdì 21 ottobre 2011

Torino: SALVIAMO I SERVIZI PUBBLICI

lunedì 24 ottobre 2011 dalle ore 15 alle ore 18

P R E S I D I O

Oggi in Commissione Bilancio del Comune di Torino verrà discussa una delibera approvata dalla Giunta Comunale che prevede la cessione di AMIAT, GTT e TRM - Inceneritore alla Finanziaria Città di Torino che successivamente provvederà a venderne il 40%.

Questa delibera prende spunto dalla Finanziaria di agosto di Tremonti che auspica le privatizzazioni e le finanzia con dei bonus. Il 16 settembre è diventata esecutiva e il 12 ottobre la Giunta Comunale ha presento una delibera di 23 pagine segno evidente di una manovra bipartisan concordata e confermata da analoghe situazioni in altri comuni italiani.

Chiediamo a tutti i cittadini di opporsi a questa speculazione messa in atto per risanare le casse comunali, dilapidate da finanza creativa e da stipendi esagerati neanche meritati. Come sempre i costi ricadranno sugli ignari consumatori con aumenti sulle bollette.

Non permettiamo al Comune di vendere GTT – AMIAT – TRM

Vi invitiamo a partecipare

lunedì 24 ottobre 2011 dalle ore 15 alle ore 18

P R E S I D I O

di fronte a Palazzo Civico – Piazza Palazzo di Città 1 per manifestare il nostro dissenso.

IL VOTO DEL REFERENDUM VA RISPETTATO

Movimento 5 Stelle Torino

lunedì 17 ottobre 2011

“ Terra e cibo beni da difendere e non merci su cui speculare”


PER UN’AGRICOLTURA FAMILIARE E PER LA SOVRANITA’ ALIMENTARE

Torino, Facoltà di Scienze Politiche Torino Aula 5 Lungo Dora Siena 69 /a

venerdì 4 novembre ore 15 - 19


Le recenti politiche economiche mondiali e le crisi finanziarie hanno determinato l’aggravarsi in generale dei problemi del settore agricolo e per i Paesi a economia più debole un ulteriore impoverimento e maggiore insicurezza alimentare.

Il rapporto Internazionale Onu sull’Agricoltura esorta la comunità mondiale a modificare le politiche agricole per arginare l’esplosione dei prezzi, la fame, l’ingiustizia sociale e i disastri ecologici. Il rapporto conclude con l’affermazione che il modello di agricoltura industriale ad elevato consumo energetico e di prodotti chimici non è più possibile e indica, come via d’uscita uno sviluppo rurale e agricolo sostenibile, un utilizzo delle risorse rispettoso dell’ambiente, mettendo in primo piano la sovranità e la sicurezza alimentare per tutti i popoli.
Il problema dell’agricoltura sostenibile, dell’accesso alla terra e della possibilità di vendere i prodotti a un giusto prezzo ai consumatori del proprio territorio, riguarda tutti i produttori del Nord e del Sud del mondo. L’abbandono delle terre e le migrazioni sono fenomeni sempre più gravi.

Quale difesa dei produttori locali, dell’agricoltura familiare per il diritto alla sovranità alimentare?
Quali politiche economiche per contrastare le speculazioni e la volatilità dei prezzi alimentari?
Quali misure per difendere i propri territori, la terra dalle speculazioni dei grandi interessi?

RE.TE.-ONG aderente al Consorzio delle ONG piemontesi (COP), il COMITATO ITALIANO SOVRANITA’ ALIMENTARE (CISA), impegnati nell’affermazione dei diritti umani, nel sostegno dei produttori locali per uno sviluppo sostenibile nel mondo.
COLDIRETTI organizzazione degli imprenditori agricoli che valorizza l’agricoltura come risorsa economica, sociale ed ambientale


Promotori nella diffusione d’informazioni e nella sensibilizzazione dei cittadini sui problemi economici dell’agricoltura, vogliono favorire un dibattito e ricerca di possibili soluzioni, la partecipazione consapevole alla gestione dei beni comuni e al consumo critico, una cittadinanza attiva.
Parteciperanno al convegno:

R. CHIABRANDO: Presidente Coldiretti
M.BALAGNA: Assessore Agricoltura Prov. Torino
M.GUINDO: Produttore, Responsabile P.D.Co Mali
A. CORSI: Facoltà di Agraria - Torino
B. BOVERI: Presidente Slow Food Piemonte
C. GIORNO: Associazione Habitat
D.MARTINA:Produttore Piemonte - Scuola Malva
N. CASCIARO: RE.TE. Ong

L'associazione Almateatro proporrà brani tratti dallo spettacolo teatrale "SPEZIE" A conclusione aperitivo con prodotti tipici

venerdì 14 ottobre 2011

Torino: La Giunta Fassino sta per consegnare le nostre aziende comunali alla speculazione finanziaria

Comitato referendario torinese 2Sì per l’Acqua Bene Comune

La delibera approvata venerdì 8 ottobre dalla Giunta comunale di Torino, o meglio: dal Consiglio d’Amministrazione dell’Azienda Comune, prevede un percorso in diverse tappe che porterà alla distruzione di servizi pubblici essenziali come l’igiene urbana e i trasporti.

1ª tappa: conferimento di GTT, AMIAT, TRM-Inceneritore e SAGAT alla FCT - Finanziaria Città di Torino Srl. costituita anni fa per parcheggiare il 18% di azioni AEM salvate dalla privatizzazione che, sommate al 51% delle azioni AEM rimaste di proprietà della Città, hanno consentito di mantenere al 69% il controllo della gestione dell’Azienda in mano al Comune

http://www.comune.torino.it/commercioeimpresa/partecipazioni-aziendali/schede/fct.htm

Perché FCT detiene anche il 7% di azioni SMAT ????

2ª tappa: Consulenti esterni ad alto costo determineranno il valore di mercato di AMIAT,GTT e TRM

3ª tappa: Stabilito il prezzo, FCT venderà il 40% di AMIAT, TRM e GTT. Con questa quota di capitale il compratore nominerà il suo Amministratore delegato e diventerà così il vero padrone delle Aziende. Le quali saranno gestite a scopo di lucro, com’è nella natura dell’impresa privata, realizzando i profitti nel modo che sappiamo: aumento delle tariffe, riduzione del personale, pochi o nessun investimento, manutenzioni al minimo. Si veda il Piano industriale IREN per l’area emiliana (Parma, Piacenza e Reggio Emilia) che sopprime 167 posti di lavoro.

Abbiamo salvato l’acqua con 26 milioni di Sì al Referendum, di cui 386.099 torinesi Per metterla al sicuro da tentazioni privatizzatrici future

ci devono restituire il maltolto:

il 15% che paghiamo per garantire il profitto ai gestori dell’acquedotto

a Torino e Provincia

SMAT deve diventare Azienda di Diritto Pubblico come a Grenoble, Parigi, Bari, Napoli e tante altre città d’Europa e del mondo (USA compresi)

L’esito referendario vale anche per AMIAT, GTT e TRM

Ma il Governo Berlusconi con la “manovra finanziaria” di settembre ha reintrodotto (Art. 4, Titolo II, legge n 148/2011) l’obbligo di vendere almeno il 40% di queste aziende dal 31 marzo 2012.

Alla Giunta Comunale non è parso vero e in men che non si dica ha approvato una delibera che consegna quelle aziende al mercato, alla finanza speculativa e forse anche alla camorra (v. Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse)

Salviamo i nostri beni comuni Il voto del Referendum va rispettato

Chiediamo ai Consiglieri comunali di Torino di bocciare questa delibera per non tradire il voto popolare contrario alla privatizzazione dei servizi pubblici locali. Ricorreremo anche in giustizia – dal TAR alla Corte Costituzionale - contro l’art 4 suddetto che impone ai Comuni di vendere le Aziende Municipali.

Comitato referendario torinese 2Sì per l’Acqua Bene Comune

www.acquapubblicatorino.org – tel. 338 8597492 begin_of_the_skype_highlighting 338 8597492 end_of_the_skype_highlighting

giovedì 13 ottobre 2011

Movimento Valledora incontra l’Assessore regionale all’ Ambiente

comunicato stampa

In data 8 ottobre 2011 Movimento Valledora è stato ricevuto dall’Assessore all’Ambiente della Regione Piemonte, Roberto Ravello. L’incontro era stato predisposto dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Davide Bono.

L’Assessore ha ascoltato con molto interesse la situazione che abbiamo illustrato: presenza di cave e discariche, pericolo di inquinamento per le falde sottostanti, piani di tutela delle acque e del paesaggio poco incisivi e e lasciati inutilizzati.
Particolare attenzione è stata portata sul problema delle autorizzazioni all’esercizio, degli ampliamenti e del controllo delle cave. L’assessore ha promesso di programmare in tempi brevi un sopralluogo nella zona e un suo intervento presso gli enti locali interessati, in particolare le province di Biella e Vercelli, per una definizione delle iniziative di tutela dell’area e per la redazione dei Piani cave provinciali.E’ parere dell’Assessore che le responsabilità al rilascio delle autorizzazioni alle cave (non comprese in Aree Protette) e la richiesta di vigilanza sulla conduzione delle stesse, siano di esclusiva competenza del sindaco del Comune interessato! Su questo specifico argomento sembrava molto sicuro anche a fronte di dati e informazioni da lui acquisite per casi precedenti.


Abbiamo comunque lasciato all’assessore un documento riassuntivo sulle finalità delle nostre azioni e alcuni interventi che chiediamo siano attuati e fatti propri dalle politiche dell’Assessorato, in particolare la moratoria sui nuovi insediamenti in Valledora e l’implementazione del “Piano strategico per la Valledora”.
Ringraziamo l’Assessore Ravello per l’attenzione prestata. Ci auguriamo che il dialogo e la collaborazione possano continuare e portare a una regolamentazione in grado di salvaguardare il territorio e i suoi abitanti. L’assessore comunicherà a Bono (entrambi da noi ringraziati per l’attenzione alle problematiche del MV) il calendario delle visite che intende effettuare in zona .

Si allega il documento consegnato all’Assessorato:

Mov_Valledora_ass_Ravello

lunedì 10 ottobre 2011

“TAV”: ma davvero non se ne può fare a meno?



Carmagnola (TO): una serata di informazione e dibattito su un opera che paghiamo anche noi per i prossimi 30 anni ...

Giovedì 13 ottobre alle ore 21


presso il Circolo Arci “Margot”,Via Doninzetti 23 si terrà un dibattito aperto al pubblico sul progetto della nuova linea ferroviaria Torino – Lione

Intervengono:

Marina Clerico, Politecnico di Torino, Assessore Comunità Montana Valle Susa e Sangone

Massimo Marino, ecologista del “Gruppo delle Cinque Terre”

Gigi Richetto, esponente del “Movimento NO TAV “, Valle Susa

Massimo Zucchetti, docente Politecnico di Torino e ricercatore MIT di Boston

Il dibattito è promosso da:

Circolo Margot - ARCI Life http://www.circolomargot.com

Gruppo delle Cinque Terre http://www.gruppocinqueterre.it

Circolo LEGAMBIENTE "Il Platanohttp://www.legambientepiemonte.it

è prevista la proiezione di slide e video

Aderiscono:

Gruppo Consiliare “Movimento 5 Stelle” Carmagnola - Gruppo Consiliare IdV Carmagnola – Circolo SeL di Carmagnola

Il senso di questa iniziativa è nella volontà di dare una informazione il più oggettiva possibile sull'utilità reale del progetto “TAV”; nella convinzione che le televisioni e la grande stampa non lo stanno facendo.

Per i promotori della TAV si tratterebbe di un progetto “strategico”, del quale l’Italia non può fare a meno, per non essere “tagliati fuori dall’Europa”, non si può fermare il progresso …

Noi abbiamo la consapevolezza che questo investimento, nonostante la gravissima crisi economica che stiamo vivendo, verrà pagato prevalentemente con denaro pubblico, i soldi dei contribuenti di ogni parte d’Italia … quindi, questo, non può essere un discorso che riguarda solo gli abitanti della Val di Susa o gli ecologisti.

Comitato organizzatore:

Piero Aimasso - Daniele Mandarano – Nanni Passerini – Graziella Testa

venerdì 7 ottobre 2011

NO agli F-35: 12 novembre a Novara

Appello per la manifestazione del 12 novembre

L'acquisto e l'assemblaggio di cacciabombardieri F-35 nello stabilimento che Lockheed Martin ed Alenia stanno facendo costruire all'interno dell'aeroporto militare di Cameri, a pochi chilometri da Novara, costituiscono l'ennesimo spreco di soldi pubblici.

La ditta vicentina Maltauro, che ha vinto l'appalto per la costruzione dei capannoni dall'inizio del 2011 ha cominciato i lavori. Mentre si tagliano spese sociali, sanità, pensioni, scuola, ecc., si spendono venti miliardi di euro per produrre strumenti di morte e distruzione (131 sono i cacciabombardieri che saranno acquistati dall'Italia).

Scarse saranno le ricadute occupazionali sul territorio; al contrario queste risorse saranno sottratte ad altre attività socialmente utili che creerebbero posti di lavoro e benefici sociali (energie pulite e rinnovabili, servizi sociali, istruzione, ricerca, cultura, difesa del territorio, ecc.). Inderogabili ragioni morali contrarie alla guerra e a tutte le fabbriche di armi, unite alla pesante crisi economica, che viene fatta pagare ai cittadini (soprattutto ai ceti sociali più deboli) e tocca le tasche e la vita di tutti, ci costringono a prendere una posizione chiara e decisa.


spot del giugno 2009

Per questo continuiamo un percorso di decisa critica pubblica al progetto e proponiamo una Manifestazione di carattere nazionale da tenersi a Novara nella giornata di sabato 5 novembre 2011 ( spostata al 12 novembre). Chiediamo l'apporto plurale di diverse realtà che concordino nel contrastare la costruzione e l'acquisto dei cacciabombardieri F-35 (ed il relativo spreco di almeno venti miliardi dei nostri soldi) e rivolgiamo un appello a tutte/i ad aderire e partecipare.

Il movimento no F-35 è costretto dalle circostanze avverse a spostare la data della manifestazione nazionale dal 5 novembre al 12 novembre. La ragione sta nel fatto che le autorità di pubblica sicurezza ci hanno fatto sapere di non poter sostenere la contemporanea presenza in città di manifestanti pacifisti/antimilitaristi e di tifosi della Roma in arrivo per la partita di calcio. Preso atto delle difficoltà decide di comportarsi da soggetto “responsabile” e dà appuntamento a tutte/i per le ore 14 di sabato 12 novembre. di gestione della sicurezza pubblica e volendo evitare polemiche-trappola, il movimento. Vi aspettiamo da tutta Italia (e anche da fuori, perché no?) per dare vita ad una manifestazione grande, pacifica e fortemente determinata.

Sabato 12 novembre dalle ore 14 - Piazza Garibaldi (stazione F.S.)

Movimento NO F-35 Novara info@noeffe35.org

giovedì 6 ottobre 2011

Convegno: "Il territorio in dote per superare la crisi"


“Il territorio in dote per superare la crisi": conoscere, difendere e valorizzare il Vercellese, il Biellese, il Canavese

Convegno sabato 8 ottobre 2011
Castello di Moncrivello (VC) dalle
9 alle 23

prima edizione

Con la partecipazione di scrittori, esperti, amministratori, associazioni, comitati di cittadini, sindaci del territorio, esponenti del mondo politico, spazio esposizioni, gente di buona volontà, giovani e bambini.

programma
9.00-9.30 Registrazione dei convenuti e distribuzione materiale Convegno
9.30 Apertura e presentazione movimenti – associazioni
10.00 Andrea Chemello - sindaco di Tronzano Vercellese - “Gli aspetti e le criticità ambientali della Valledora visti attraverso l’esempio di un comune del suo territorio: Tronzano Vercellese”
Massimo Civita, Marina De Maio - Docente Politecnico di Torino - “La situazione idrogeologica del territorio Valledora”
Angelo Cappuccio - Sindaco di Santhià - “Il caso Santhià”
Donatella Finiguerra, avvocato -“Cave, discariche; i compiti e le responsabilità della Regione,
della Provincia e del Comune per il rilascio delle relative concessioni / autorizzazioni e per il
controllo della loro attuazione”
Luca Martinelli - redazione Altreconomia - “Le conseguenze e gli intrecci del cemento”
Giorgio Bressi - Associazione Aziende Riciclaggio degli Inerti -“Il recupero del materiale da
demolizione”
Daniele Gamba - Legambiente biellese - “La diga in Valsessera, la pedemontana, due episodi di pura cementificazione”
Comitato di Montanaro “Restiamo sani” “il problema dello smarino”
12.20 Interventi dal pubblico
13.00 pranzo
14.30 Ripresa dei lavori - Umberto Lorini - direttore La Gazzetta
Associazione Attorno alla Ro Verda di Casalborgone - “La Tutela del Bosco: un primo
esempio italiano di GAS Gruppo di Acquisto Solidale per legna da ardere certificata FSC”
Elda Viletto - referente regionale nutrizione Ordine nazionale dei biologi - “Progetto per
l’agricoltura biologica in Canavese”
Maurizio Cieol - Sindaco di Banchette - “Presentazione esperienza mense bio e esperienza
coltivazione bio Pignoletto rosso (mais)”
Alessandro Poretti - presidente AIAB (Associazione Italiana Agricoltura Biologica) in
Piemonte “Esperienze di alcune realtà piemontesi tra agricoltura biologica e vita in gruppo”
Marco Pagani “Il consumo di suolo in Italia” - www.ecoalfabeta
16.30 Il parere delle Associazioni agricoltori:
Antonio Tamburelli - Confederazione italiana agricoltori CIA - presidente Novara-Vercelli-VCO
Massimo Nicolotti - Coldiretti - segretario Zona Ivrea e Caluso
Mauro Giudice - “Ipotesi per un Piano strategico di Valledora”
17.30 Tavola rotonda (con amministratori presenti)
modera Lorenzo Vinci - del direttivo AIAB (Associazione Italiana Agricoltura Biologica) in Piemonte e Consiglio di Amministrazione “Altra Economia”editrice di “Altreconomia”.
19.30 apericena
21 Concerto jazz con ANIMALUNGA
( Aldo Mella, Roberto Bongianino, Fabio Giachino )

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• Mostra fotografica e disegni “In Valledora”
• Mostra mercato bio e non solo-Libri e libri
SPAZIO BIMBI ore 10-12, lettura fiaba di Annamaria Zublena “Valledora” ore 15-18… e tanti giochi

espositori: i segreti delle erbe di rosella rasori /nahain-swisscare prodotti naturali presentati da sabina blanc/cascina priaro di daniele machieraldo - cavaglià/caseificio valle elvo-ochieppo superiore/progetto greencycle - eco desing e riuso creativo di paola ganci/cartaruga - collane e cose in carta di elena rossetto/cacaos - laboratorio di cioccolatini marta dalmaviva/impianti fotovoltaici e demotica di angelo d’orsi-cavaglià

la manifestazione si svolgerà negli spazi e nei locali del castello di Moncrivello-autostrada Torino-Milano, uscita Cigliano, dopo il comune di Cigliano.
http://www.duchessajolanda.it/LOC.GR..jpg

riferimenti per: Associazione Valledora-Monica Pozzo / Associazione Duchessa Jolanda-Elda Viletto/ Movimento Valledora-Anna Andorno
Info: Movimento Valledora 327 76452595 www.movimentovalledora.org

per pranzo e apericena è gradita la prenotazione: tel. 0161 484008 begin_of_the_skype_highlighting 0161 484008 end_of_the_skype_highlighting

Appello
“Il territorio in dote per superare la crisi” Conoscere,difendere e valorizzare il Vercellese,il Biellese,il Canadese
Il Convegno “Il territorio in dote per superare la crisi”, nasce dall’esigenza di portare l’attenzione su un tema di attualità : la conoscenza, la difesa e la valorizzazione del territorio.
Molto si scrive sull’argomento e in questa occasione intendiamo discuterne in primo luogo attraverso l’esame di problematiche locali. Una concreta presa di coscienza è possibile solo attraverso le dinamiche della relazione tra persone. “Essa, intrisa di tolleranza e solidarietà, di trasparenza e condivisione è quella situazione tipica in cui può avvenire, attraverso l’apertura e il dialogo, la piena consapevolezza, in un particolare consolidamento dei legami sociali”. Lo sviluppo dei mezzi di comunicazione informatici, pur auspicabile, non può sostituire la capacità di sentirsi una comunità viaggiante sullo stesso pianeta. La necessità di una riconversione della politica, del lavoro, dell’ alimentazione, della cultura, della mobilità, del fare energia e informazione, educazione e ricerca richiede che le persone e le forze in campo partecipino e si attivino con coscienza. Il bisogno radicale di cambiamento è in atto; la “crisi” che stiamo vivendo può rappresentare in questo modo una reale possibilità di crescita delle comunità per la portata dei cambiamenti che porta in sé.

Da tempo, i gruppi di Valledora operano per scandagliare i meccanismi decisionali delle amministrazioni e diffondere informazioni sulla nostra zona. Da tempo una parte della nostra attenzione è rivolta a un fenomeno che da circa trent’ anni, in modo sempre più massiccio, sta erodendo il paesaggio e il tessuto sociale di questa terra nella più totale indifferenza. Si tratta dell’escavazione dei terreni, anticamera della cementificazione e del consumo di suolo. Le profondità delle escavazioni ormai raggiungono le falde e il gran numero di nuove richieste continua a sottrarre terreno all’agricoltura, alle zone boschive, arrivando a minacciare senza ritegno i confini dei nostri cortili e dei nostri giardini. Conseguentemente gli scavi, mai ripristinati adeguatamente, si prestano a colmarsi di rifiuti e sottopongono il territorio a una trasformazione che gradualmente è diventata degrado e danno al patrimonio comune. Gli interessi dei privati non hanno compensato e non compensano in alcun modo l’impoverimento dei terreni, del patrimonio, dell’ambiente e dell’economia della zona. Hanno tratto profitti solamente i privati che con queste attività si sono avvantaggiati e arricchiti. E’ stato scritto che “Il paesaggio è il sostrato della vita di ognuno di noi, il libro aperto al cielo della nostra memoria storica e comune, lo spazio quotidiano delle nostre esistenze individuali e collettive”. Riteniamo particolarmente responsabili della situazione ora accennata, in primo luogo, le amministrazioni che avrebbero dovuto dotarsi di strumenti utili a arginare le nuove colonizzazioni avvenute in nome del denaro e della speculazione.

Chiediamo da parte di tutti maggiore considerazione verso questo “bene comune” che è il suolo: nelle famiglie, nei gruppi e in tutte le comunità. Rammentiamo che “la domanda di beni alimentari sta crescendo e aumenterà sempre più negli anni futuri, anche a causa dei cambiamenti climatici, dell’esaurimento delle falde freatiche e il fallimento dei raccolti geneticamente modificati”. In altre parole, mentre i prezzi degli alimenti al consumo schizzano in alto, diventa economicamente più saggio coltivare il proprio cibo. Abbiamo la fortuna di risiedere in un territorio ricco di suolo fertile e irrigabile, grazie alle opere di canalizzazione costruite nel tempo, con sapienza. Ci pare una follia proporre un simile sfruttamento del terreno. Chiediamo con grande determinazione che i comuni siano più responsabili nell’impostazione delle politiche territoriali e si adoperino affinché il settore agricolo diventi una fonte di reddito dignitosa e percorribile.

Per questo “la riconversione ecologica” dell’agricoltura, componente di una più vasta riconversione culturale, è un passo essenziale del governo del territorio e la sua promozione non riguarda né deve coinvolgere solo gli operatori del settore, ma tutte le categorie e i soggetti che, a diverso titolo, sono interessati a governare e a riprendere nelle proprie mani il futuro delle generazioni. E infine, ma non da ultimo, vogliamo che sia protetta la nostra salute attraverso scelte di prevenzione dei danni che non sono ineluttabili. Prime fra tutte la salvaguardia delle falde freatiche, riserve di acqua e di sostegno alla vita delle comunità residenti e di altre più lontane. Chiediamo la salubrità dell’aria indispensabile a una vita forte e sana attraverso politiche di contenimento delle emissioni in atmosfera di possibili fonti di inquinamento. In altre parole il Convegno è una domanda pressante per la valorizzazione di ciò che abbiamo in dono e di ciò che porteremo in dote alle generazioni a venire.

Moncrivello, 8 ottobre 2011 - Primi firmatari:
Movimento Valledora, Associazione Valledora, Associazione Duchessa Jolanda Movimento nazionale Stop al Consumo di Territorio, AIAB in Piemonte-Associazione italiana agricoltura biologica, Pro Natura Piemonte, Confederazione italiana coltivatori CIA-Novara-Vercelli-VCO, Carp-Coordinamento ambientale rifiuti Piemonte, Gruppo delle Cinque Terre, Comitato “Restiamo sani” di Montanaro, MAC-Movimento ambientalista chivassese, Associazione Attorno alla Ro Verda, Centro Otelli-Chiasso, Turin Gas-Torino, Grenn Cycle-Torino, Eco-design e Moda responsabile per l'Ambiente

lunedì 3 ottobre 2011

«Di cosa mi accusano? La Tav non serve a niente»

Intervista a Luca Mercalli *

Poche battute sulla Tav durante la trasmissione di Fazio sono bastate a sollevare un’ondata di polemiche su Luca Mercalli. Il meteorologo - ospite abituale del programma di Fabio Fazio - è finito nel mirino di Pdl e Pd solo per essersi dichiarato «indignato» per l’arresto di due attiviste del movimento No-Tav, due donne incensurate, finite in carcere per porto abusivo di maschere antigas (in realtà comunissimi filtri da verniciatore usati per difendersi dai lacrimogeni). Abbiamo raggiunto Luca Mercalli al telefono.

Se l’aspettava tutte queste polemiche per un paio di osservazioni sulla Tav?
Una sorpresa, non direi. Sapevo che qualcuno se ne sarebbe risentito. Ma che si fosse arrivati a tanto, no, non me l’aspettavo. E’ bastato un minuto. Questa è la prova che c’è qualcosa di anomalo. In nessun’altra del mondo per una banale opera pubblica a base di cemento e tondini si arriverebbe a sferrare un attacco di questo genere. Tra l’altro, io non ho parlato neppure dell’opera in sé. Ho solo sollevato qualche dubbio sull’arresto delle due attiviste No-Tav. Mi hanno accusato di abusare della libertà d’informazione. In tutti i comunicati che sono usciti non c’è una parola sul merito dell’opera. Nessuno sa spiegare perché la Tav Torino-Lione sarebbe utile. Da più di quindici anni quest’opera viene imposta alla popolazione locale senza darne una motivazione tecnica. Abbiamo sentito solo discorsi retorici. Vogliamo numeri, argomenti. In questi anni i consulenti scientifici degli enti locali - dai Comuni alle comunità montane - che hanno esaminato il progetto, hanno spiegato che quest’opera non serve a nulla.

Dalle reazioni pare che non abbiano digerito la sua «indignazione» per l’arresto delle due attiviste, no?
In questo paese mi sembra che di reati ben più gravi ce ne siano parecchi. Il procuratore capo Caselli si è risentito per le mie dichiarazioni. Converrà che in Italia i politici si macchiano di reati palesi ma non si fanno un giorno di carcere. Due donne incensurate che non hanno ammazzato nessuno, invece, vengono arrestate senza tanti complimenti. Mi sembra che ci sia un accanimento, che si voglia dare una lezione esemplare.

Non la stupiscono gli attacchi dal Pd? L’accusa è la stessa che viene dagli esponenti dal Pdl. Dicono che lei sia fazioso...
L’accusa di politicizzazione arriva da tutte le parti, è bipartisan, Pd e Pdl. Che poi l’accusa sia rivolta a una tramissione di Raitre rende la situazione ancora più grottesca. C’è sotto qualcosa. Io non mi sento politicizzato, sono laico e non ho tessere di partito in tasca. Posso sentirmi vicino alle ragioni dei Verdi, ma nulla di più.

Possibile che sulla televisione pubblica non si possa parlare laicamente della Tav? Ha senso un’opera del genere in un paese che avrebbe bisogno di treni per pendolari e scuole sicure?
Questo è il problema. Ci sono tante altre priorità. Io non sono un nemico della tecnologia, ci mancherebbe, visto il lavoro che faccio. Se qualcuno mi dimostra, smentendo i numeri di cui ho parlato, che quest’opera è davvero utile, io vado a inaugurare il cantiere con la bottiglia di champagne. Ma non posso tollerare questo conflitto esasperato con la popolazione locale - di cui io, peraltro, faccio parte. La comunità valsusina è sotto stress e ciononostante è riuscita a costruire una forma di lotta civile. E’ successa solo qualche scaramuccia finora che è stata molto amplificata. Purtroppo, invece, ci sono ambiguità nel comportamento delle forze dell’ordine. Io rispetto le forze dell’ordine, ma credo che siano sotto ostaggio di qualcuno che gli dice cosa fare. Perché non ci mettiamo a discutere del merito dell’opera: quanto costa, perché farla, su quali modelli di simulazione si basa? Rischiamo la bancarotta e dovremmo buttare 17 miliardi di euro in un’opera che richiederebbe almeno dieci-quindici anni di lavori? Di questo i giornali dovrebbero parlare. Invece, qui sembra che la Tav sia un’opera calata dal cielo, voluta da Dio. Perché dovremmo credere che è tutto perfetto e sotto controllo? Abbiamo dimenticato che siamo in Italia? Il Ponte sullo Stretto fa ridere tutto il mondo.

Non le chiedo di Fazio. Ha ricevuto solidarietà?
Moltissimo, anche da parte della redazione. Lo scoppio d’ira per un minuto in televisione è davvero spropositato. Alla fine sarà un boomerang. La gente si sveglierà. Chi mi segue non può pensare che tutto a un tratto sono diventato un pericoloso sovversivo.

* intervista di Tonino Bucci, Liberazione 21 settembre 2011