venerdì 29 luglio 2011

MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO LA CACCIA - 17/09/2011 - TORINO



Torino 17 settembre 2011

MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO LA CACCIA

Corteo da Porta Susa (Piazza XVIII Dicembre) ore 15.30 a piazza Vittorio Veneto   


Perché il 17/9? Perché il giorno successivo,18/9, apre la stagione venatoria 2011/2012 e centinaia di migliaia di animali saranno fucilati da sedicenti "amanti della natura" in nome di futili o false argomentazioni come "divertimento, gola, necessità di selezione, sport"
  
Perché a Torino? Perché in Piemonte nel 2012, dopo 25 anni dalla raccolta delle firme e 25 anni di ostruzionismo della Regione vinto solo da una pronuncia della Corte di Appello, si terrà un REFERENDUM REGIONALE CONTRO LA CACCIA che non ha precedenti.

Nel 1987 vennero raccolte 60.000 firme in calce alla proposta di referendum che chiedeva:
a)         Divieto di caccia per 25 specie selvatiche (17 uccelli e 8 mammiferi)
b)         Abolizione delle deroghe di carniere per le aziende private di caccia
c)         Abolizione delle deroghe al divieto di caccia su terreno innevato
d)         Divieto di caccia la domenica   
Nel 1987 (come oggi) avremmo tutti voluto abolire completamente la caccia.
Purtroppo un referendum regionale non può abolire un’attività prevista da una legge dello Stato.
Ma, oggi come ieri, ribadiamo che in caso di successo di questo referendum l’attività venatoria in Piemonte verrebbe drasticamente ridotta,
-   togliendo ai cacciatori la possibilità di uccidere ben 25 specie di animali, di uccidere quanti animali vogliono in aziende private,sulla neve e  nella sacrosanta  domenica. In sintesi  togliendo ai cacciatori una grandissima parte del loro “sano divertimento”,
-   salvaguardando maggiormente la biodiversità
-  e, soprattutto, lasciando la “loro” vita a un grandissimo numero di animali selvatici, animali NON umani che, come noi, dal punto di vista morale non “appartengono” ad altri che a sé stessi checché un'arbitraria legge “umana” li qualifichi come “patrimonio indisponibile dello Stato”, cedibile in base a concessione.  

Le amministrazioni regionali di tutti i colori e di tutti gli schieramenti hanno in questi anni illecitamente impedito il voto popolare costringendo il Comitato Promotore ad una estenuante battaglia legale durata quasi un quarto di secolo. Ora la Corte d’Appello di Torino ha dato il via libera al referendum piemontese che si svolgerà nella primavera del 2012.

Cio' significa che le stesse richieste referendarie  piemontesi potrebbero essere proposte IN TUTTE LE REGIONI.
Per raggiungere l'obiettivo però bisogna ottenere il quorum con la vostra affluenza alle urne e la vittoria dei quesiti con il vostro “si' “ 

Per gli animali e per il primo referendum ”straccia-caccia”
TUTTI A  TORINO IL 17 SETTEMBRE 2011
affinché quella che si apre il 18 settembre sia l’ultima stagione venatoria.

Contatti: Adesioni di gruppi e associazioni alla manifestazione devono essere inviate a info@abolizionecaccia.it

Aggiornamenti e quesiti in real time su facebook:
http://www.facebook.com/event.php?eid=222392361126280



giovedì 28 luglio 2011

BASTA VELENI: Sciopero della fame e presidio contro i neonicotinoidi

a Torino dal 4 luglio davanti alla Regione Piemonte in Corso Stati Uniti

"... Nel 2004 non siamo più riusciti a far passare l'inverno alle famiglie tanto erano spopolate, al punto da essere costretti a riacquistarne una sessantina, complete sui 10 favi per poter affrontare la stagione apistica 2005 e reintegrare l'apiario. Quest'anno ci ritroviamo in una situazione ancora peggiore: abbiamo potuto constatare che nel periodo luglio-agosto il calo è stato drastico, dell'80%, e stiamo procedendo a riunioni esasperate per tentare di salvare almeno qualche vecchio ceppo di api più resistenti alla varroa..."

Con questa lettera, il 7 settembre 2005, denunciavamo per la prima volta, ai vari amministratori della nostra regione, la situazione critica della nostra attività.

Siamo arrivati al 2011 e nulla è cambiato. Ogni anno lo stesso problema in quanto la nostra azienda è situata in una delle più rinomate zone di coltivazione della vite dell'astigiano, ai margini del Parco Naturale di Rocchetta Tanaro. La moria delle api causata dai trattamenti "obbligatori" per la flavescenza dorata delle viti, trattamenti che tra l'altro non hanno ancora risolto il problema. Pesticidi a bbase di neonicotinoidi che irrorati anche una sola volta sono letali per le api. E questo è conclamato: infatti tali prodotti erano utilizzati anche per la concia delle sementi del mais e sono stati vietati già da qualche anno.

Ad oggi più di 50 prodotti diversi a base di neonicotinoidi sono stati iscritti nel registro del Ministero della Sanità (molti sono autorizzati addirittura per la "lotta integrata") per l'impiego sulle principali colture ortofrutticole, (pomodoro, melanzana, peperone, cetriolo, zucchino, melone, cocomero, cavolo a infiorescenza, a foglia, a testa, cavolo rapa, cardo, prezzemolo, basilico, rosmarino, cerfoglio, erba cipollina, lattughe e altre insalate, fagiolo, fagiolino, pisello, porro, cipolla, carciofo, fragola, patata, frumento, orzo, erba medica, tabacco, olivo, melo, pero, pesco, susino, ciliegio, mandorlo, albicocco, arancio, clementino, mandarino, limone, pompelmo, vite), per la floricoltura e per altri impieghi collaterali (antitarme, moschicidi, antipulci), senza minimamente preoccuparsi della loro grave tossicità anche a dosi subletali sugli insetti come le api. Un fatto gravissimo in quanto importanti studi scientifici ne hanno già provato la tossicità sia a livelli acuti che cronici a dosi bassissime.

Per la cronaca le api contribuiscono in maniera determinante all'impollinazione di oltre il 225.000 specie vegetali, il 70% di quelle di interesse agricolo, il 90 % dei fruttiferi, ortaggi, ecc. La perdita delle api non colpisce solo direttamente gli interessi degli apicoltori, ma sono il segnale di allarme per un danno ambientale dalle conseguenze inimmaginabili, come bene illustra il tossicologo olandese Tennekes nel suo ultimo lavoro: “The systemic insecticides: A disaster in the making” (Gli insetticidi sistemici: un disastro in preparazione).Nel nostro piccolo le conseguenze per la nostra azienda sono enormi: produciamo prodotti per apiterapia, pappa reale, embrioni di regina, pandapi, polline, miele in favo e dalle analisi condotte (dall'ASL e da un laboratorio privato) abbiamo la prova che la perdita di popolazione di api e la perdita di capacità di autodifesa delle api restanti, sono causate dai neonicotinoidi. A questo si aggiunge la scoperta della contaminazione di alcuni prodotti dell'alveare con questi insetticidi. Questo è inaccettabile per noi, non ce la sentiamo di nascondere il problema e tacere di fronte all'evidenza. Se non cambiano le regole di impiego di questi insetticidi rapidamente dovremo chiudere l'azienda con la perdita certa dei nostri beni dati in garanzia per il mutuo non più onorato a causa del calo delle entrate. E chiuderemmo con un portafoglio di ordini che ci consentirebbe di far fronte a ogni impegno creando anche occasioni di lavoro. Per questa ragione abbiamo deciso di esporci ed attivarci personalmente, a sostegno anche del lavoro svolto da Francesco Panella presidente dell'Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani (UNAAPI), che da anni si batte per lo stesso problema, a livello regionale, nazionale ed europeo.Inizieremo quindi uno sciopero della fame il 4 di luglio 2011, con un presidio ad oltranza a Torino, davanti alla Regione Piemonte in C.so Stati Uniti, fintanto che le autorità non sottoscriveranno serie garanzie per ritirare dal mercato gli insetticidi in questione. Per ulteriori info, sul sito internet www.rfb.it/bastaveleni pubblicheremo in "diretta" gli aggiornamenti.

Appello: L'autorizzazione all'uso dei neonicotinoidi deve essere definitivamente revocata, per tutti gli impieghi, non solo quelli destinati alla concia del mais !

In qualsiasi periodo vengano utilizzati, sotto qualsiasi forma, questi insetticidi sistemici restano nella linfa della pianta e le api hanno infinite possibilità di entrarne in contatto: attraverso nettare, polline e l'essudazione della pianta, per melata, guttazione o rugiada. Dobbiamo riuscire a far revocare almeno questi neonicotinoidi già registrati, oltre ad impedirne le nuove registrazioni. La nuova normativa peraltro lo esigerebbe, ma non si sa quando verrà applicata davvero. Chiediamo al Presidente della Regione Piemonte, l'avv. Roberto Cota, di applicare il diritto a salvaguardare un patrimonio locale come l'apicoltura vietando l'impiego dei questi insetticidi sistemici, appellandosi al principio di precauzione, per la salvaguardia dell'ambiente, del patrimonio degli insetti pronubi impollinatori, come le api ed anche della salute umana: a questo riguardo ci sono evidenze scientifiche che confermano che anche i mammiferi subiscono danni dall'ingestione cronica di piccolissime dosi. Auspichiamo che si faccia promotore presso la Conferenza Stato Regioni di questa necessità affinchè la revoca sia su tutto il territorio nazionale, oltre che presso la Comunità Europea. Ci sono tutti gli strumenti legislativi per farlo immediatamente. Abbiamo deciso di sacrificare il nostro lavoro per iniziare lo sciopero della fame poichè non abbiamo piùalternative: proseguire a lavorare vedendo le api soccombere in preda agli spasmi dovuti all'intossicazione dal veleno, sapendo che questo è entrato nell'alveare e contaminerà il prodotto, non è più possibile per noi. Da qualche anno non siamo più in grado di evadere gli ordinativi e rischiamo di chiudere. L'alternativa è di smettere di lavorare nel luogo che fu un paradiso per le api, ricco di biodiversità, svendere la nostra proprietà (chi compra dove neanche le api sopravvivono?) ed emigrare in un posto dove si possa lavorare. Tutto questo ci sembra profondamente ingiusto e non riusciamo a comprendere come possano essere più importanti gli interessi di chi produce questi prodotti (esistono molte alternative) rispetto agli interessi di chi promuove la salvaguardia dell'ambiente e della salute di coloro che vivono sul territorio. Abbiamo deciso di dire basta e tentare questa ultima carta. Ci rivolgiamo a tutte le persone che hanno a cuore la natura, che desiderano salvare le api, che desiderano cambiare questo modello di sviluppo basato solo sul profitto immediato, senza nessuna attenzione ai danni provocati all'ambiente e alla salute, a coloro che desiderano una agricoltura che produca cibi sani anzichè spazzatura tossica. Aiutateci a raggiungere l'obiettivo di questa battaglia.

Sul sito www.rfb.it/bastaveleni troverete le informazioni sull'argomento: agite in autonomia, aprite presidi, volantinate, diffondete via internet. Sarà un sogno riuscirci, ma a volte i sogni si avverano! Ci serve anche un aiuto finanziario e chi volesse sostenerci così può utilizzare un semplice bollettino di Conto Corrente Postale versando sul conto n. 1000095776 intestato ad Amici della Fattoria. Ringraziamo sin d'ora tutti coloro che almeno faranno girare questo appello.

Marisa Valente 3343403464 Renato Bologna 3208310702 email: fattoria@atlink.it

ultima ora: 25 luglio, Bayer e Syngenta indagate per gli insetticidi che fanno strage di api!

http://www.rfb.it/bastaveleni/guariniello_vs_Bayer+Syngenta.htm

martedì 26 luglio 2011

LO ZOO DEI MANDAN: il punto verde nel Parco Michelotti

PROGRAMMAZIONE CULTURALE 27 - 30 LUGLIO

Lo Zoo dei Mandan è un progetto di aggregazione sociale sul quale la Cooperativa Sociale Ecosol e l’Associazione Baraonda, nell'ambito della convenzione tra la Città di Torino e la Cooperativa Agriforest, hanno scommesso allo scopo di rivitalizzare e rendere fruibile uno dei più bei parchi cittadini, nella fattispecie il parco dell’ex-zoo di Torino sul suo fiume.

Il progetto Lo Zoo dei Mandan è sostenuto dal finanziamento POR FSE 2007-2013 SovvenzioneGlobale.

Mercoledì 27 luglio ore 21.30 COLLETTIVO MUSICALE IN.CON.TRA.DA. in concertoIn.Con.Tra.Da. (In-Contri, Con-taminazioni, Tra-dizioni, Da Sud a Nord ) nasce a Torino negli anni Duemila con l’intento di promuovere le espressioni artistiche – fra musica e danza –tipiche del nostro Sud e, più in generale, dell’intero bacino Mediterraneo. Il collettivo riunisce musicisti, danzatori, artisti, creativi ed appassionati con lo specifico intento di dare origine a momenti di contaminazione fra provenienze, interessi, specificità, per promuovere il tradizionale come elemento di aggregazione. Ingresso libero e gratuito

Venerdì 29 luglio ore 22.00 BANDARADAN in concertomusiche balcaniche, klezmer e circensi Piccola orchestra di zingari dai ritmi zoppi, giocolieri di pentagrammi, funamboli della nota puntata, corteggiatori dell'apparato uditivo. Musiche balcaniche, klezmer e circensi per concerti,matrimoni, funerali, serenate, spettacoli di strada e teatrali. Ingresso libero e gratuito.

Sabato 30 luglio ore 22.00 FRATELLI DI SOLEDAD – set acustico ska, reggae e combat rock dalla storica band torinese "Fratelli senza paura", segna il ritorno discografico dei torinesi Fratelli di Soledad. 8 nuovi brani e 6 versioni live di vecchi brani arrangiati secondo lo spirito del gruppo. Reggae, rocksteady, punk rock, ballate, tutte condita con testi che parlano di precariato, di venti anni di carriera trascorsi con amici che non ci sono più, di accanimento terapeutico, di vagabondaggi torinesi in riva al Po. Non manca un omaggio ad un certo tipo di cantautorato italiano, caro ai Fratelli, in particolar modo a Rino Gaetano, nella canzone-sogno Je Vous Salue Ninì, già in programmazione su Caterpillar di Radio Due Rai.

I Fratelli di Soledad in versione acustica sono: Roberto “Bobo” Boggio – voce - Giorgio “Zorro” Silvestri – chitarra - Alberto Vacchiotti – chitarra - Luigi “Giotto” Napolitano – tromba Ingresso libero e gratuito.

Un ristoro d'eccezione con il chiosco di LiberaMensa Lo Zoo dei Mandan offre la possibilità di consumare pranzi, cene, aperitivi, merende interamente preparati e confezionati nella cucina della Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” (nota come carcere “Le Vallette”), nell’ambito del progetto “LiberaMensa” gestito dalla Cooperativa Ecosol.

LiberaMensa” è un progetto della Cooperativa Ecosol all’interno del carcere per la gestione della cucina centrale in cui vengono preparati i pasti per i detenuti. Al suo interno lavorano, assunti dalla cooperativa con l'applicazione del CCNL di categoria, 23 detenuti e 3 cuochi professionisti. La creazione di “veri” posti di lavoro all'interno del carcere rappresenta una possibilità concreta offerta ai detenuti rispetto alla riabilitazione che il nostro ordinamento conferisce alla pena. Oltre all'occupazione del “tempo” in modo attivo, il lavoro intramurario consente ai detenuti di percepire un reddito, di usufruire di un percorso formativo specifico in un settore che offre possibilità di occupazione all'esterno. Per queste ragioni la cooperativa Ecosol ha investito nella scommessa di utilizzare la cucina detenuti e le professionalità in essa formate per sviluppare attività di ristorazione rivolte al mercato esterno. Dal luglio 2008 la cooperativa Ecosol è autorizzata dal Comune di Torino a svolgere l’attività di somministrazione al domicilio del consumatore. Rispetto al mercato esterno la cooperativa è in grado di: realizzare servizi di catering e coffee break in occasione di eventi o cerimonie,organizzare buffet, aperitivi e servizi di gastronomia.

Info: www.liberamensa.org

Orari di apertura: dal martedì al giovedì h. 10,00-21,00 - venerdì e sabato h. 10,00-24,00 - domenica h. 9,00-21,00

Al pomeriggio sono organizzate attività di animazione bambini con giochi gonfiabili, letture animate, laboratori, spettacoli teatrali e clownerie.

Lo Zoo dei Mandan vuole essere uno spazio aperto alle proposte delle realtà culturali e sociali del territorio: si invitano dunque associazioni, gruppi, compagnie, singoli artisti a mettersi in contatto con lo staff dello Zoo dei Mandan e proporre idee per organizzare insieme eventi e serate.

Info e contatti Lo Zoo dei Mandan è in Corso Casale 3 nel Parco Michelotti (ex zoo di Torino), a pochi passi dal ponte di Piazza Vittorio www.mandangio.it info@mandangio.org Contatti: Ivano 348.220.55.94

lunedì 18 luglio 2011

Acqua Pubblica, prossimamente, nello statuto di Carmagnola (Torino)


Una mozione discussa lo scorso Venerdì 8 Luglio a Carmagnola, presentata dal Movimento 5 Stelle e da Italia dei Valori ,

ha proposto una modifica allo statuto comunale per quanto riguarda la gestione del servizio idrico integrato.

Eccola, in sintesi,

..... il consiglio comunale di Carmagnola ....

DELIBERA

Di demandare alla I commissione la modifica dello Statuto del Comune di Carmagnola per l’aggiunta, insieme ad altre modifiche che perverranno, all’articolo 4 comma 2 dopo la lettera “p)”, della seguente dicitura:

“q) considerare l’acqua quale patrimonio dell’umanità e bene comune; l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile di ogni essere vivente; il servizio idrico integrato come d’interesse generale le cui infrastrutture debbano essere pubbliche ed inalienabili e la cui gestione debba essere esclusivamente affidata a soggetti di diritto pubblico”

La votazione vede tutti favorevoli tranne il Pdl che si astiene.

E' il primo passo concreto, a Carmagnola, dopo la vittoria referendaria, verso gli obiettivi generali indicati dal Forum per l'Acqua e dal coordinamento provinciale torinese dei comitati per l'Acqua Pubblica

- la trasformazione delle aziende idriche in aziende di diritto pubblico,

- la riduzione del 7% della tariffa.

- l’approvazione della proposta di legge di iniziativa popolare



Intanto a Torino, grazie all'azione dei comitati per l'Acqua Pubblica, si apre la discussione (dagli esiti tutt'altro che scontati) sulla ripubblicizzazione della Smat: quindi ne vedremo e sentiremo ancora parlare, dell'Acqua Pubblica e dei beni comuni.

Per il momento ....salutiamo con favore i passi avanti fatti a Carmagnola, l'impegno dei consiglieri IdV e M5S, il voto favorevole di (quasi) tutte le altre forze politiche; e per il futuro ... rimarremo attenti ed attivi nella proposta di azioni e soluzioni per la difesa e la valorizzazione dei beni comuni.

Per il Comitato Acqua Pubblica di Carmagnola, Carignano e Villastellone

Piero Aimasso

martedì 12 luglio 2011

Carignano (TO): La TAV fa male anche alla pianura ...


giovedì 14 luglio ore 21 presso TRA ME
Via S. Pellico 34/C, Carignano

Perché la TAV fa male anche alla pianura ...

all’ambiente alla salute alle nostre tasche

incontro informativo per comprendere le ragioni dell’opposizione

alla realizzazione della TAV in Valle Susa

( è prevista la proiezione di slide e video )

saranno presenti:

Marina Clerico, docente Politecnico di Torino e Assessore Comunità Montana Valle Susa e Sangone

Massimo Marino, Gruppo delle Cinque Terre

Chiara Sasso, scrittrice e Movimento No Tav

coordinano: Odilia Negro e Piero Aimasso

TRA ME via S. Pellico 34/C CARIGNANO info@tramecarignano.it info: 334 7671104 begin_of_the_skype_highlighting 334 7671104 end_of_the_skype_highlighting

www.tramecarignano.com www.gruppocinqueterre.it

giovedì 7 luglio 2011

“SMETTIAMOLA DI CONSIDERARLI FASTIDI LIMITATI”


di Gad Lerner *

Pubblichiamo un’analisi dei fenomeni valsusini fatta da Gad Lerner in un articolo apparso su Vanity Fair. Analisi fatta con un metro vecchio riguardo la composizione sociale della lotta no tav e da chi evidentemente in val di Susa non viene molto ma che ha la capacità di individuare delle criticità nell’assetto di chi vorrebbe imporre e costruire la tav a suon di manganelli.

Perché i sessantamila abitanti della Val di Susa, in netta maggioranza contrari, e per ottimi motivi, all’enorme cantiere dell’Alta Velocità, si sono ritrovati di fianco gli alleati peggiori, cioè i violenti militarizzati decisi allo scontro con le forze di polizia?
Risposta: perché da 22 (ventidue) anni le forze politiche nazionali derubricano a «fastidi limitati» l’impatto che l’ennesima perforazione della montagna comporterà sulla popolazione locale. Non solo per deturpazione ambientale e stravolgimento delle abitudini di vita, ma anche per incremento (già tristemente verificatosi) delle malattie tumorali; in una zona che ha già pagato, con i tunnel ferroviari e autostradali del Frejus, un prezzo altissimo al cosiddetto progresso, senza riceverne contropartite adeguate.

Il risultato è che i No-Tav autoctoni, quelli per cui in molti proviamo simpatia, guidati dai sindaci e dai parroci, con leader pacifici e naïf, da 22 (ventidue) anni hanno trovato interlocutori (quasi) solo nel mondo dell’antagonismo sociale. Sì, proprio i temutissimi cattivoni dei centri sociali, in testa il famigerato Askatasuna di Torino. Che attraverso la loro rete hanno convocato militanti da tutta Italia e perfino da oltreconfine per trasformare una domenica di protesta pacifica e disobbedienza civile in un assalto di guerriglia campestre.

Cerco di capire quel che è successo. Non mi basta arrivare ultimo nella condanna dei violenti e nella solidarietà ai poliziotti feriti. Anche per rispetto del loro lavoro, a noi tocca sforzarci di spiegare quale cortocircuito dia la scossa alla Val di Susa, che non è la patria degli energumeni.
E allora non giriamoci intorno: ai valligiani, prima di tutto, si chiede di sopportare disagi enormi, non bazzecole. Più precisamente, lo si chiede a gente che per decenni ne ha già sopportati di analoghi, senza riceverne compensazioni adeguate; a differenza dei vicini francesi che difatti hanno consentito pacificamente l’avvio dei lavori.
In secondo luogo, gli attivisti No-Tav della Val di Susa hanno trovato sostenitori non solo nell’antagonismo dei centri sociali (che meriteranno un discorso a parte: somigliassero davvero alla caricatura fattane da chi li demonizza, sarebbero scomparsi da un pezzo). Ci sono fior di economisti e studiosi del flusso dei trasporti che manifestano perplessità crescenti sulla pianificazione dell’Alta Velocità. Sostengono che fra vent’anni, quando la Torino-Lione dovrebbe essere completata, il traffico dei Tir su questa direttrice sarebbe comunque assorbibile con la linea ferroviaria già attiva; e che le spese previste, ma solo in parte stanziate, sarebbero eccessive rispetto ai risultati.

Quei cinquanta e passa chilometri di buco nella montagna, insomma, benché decisi a livello sovranazionale e in parte finanziati dall’Unione Europea, non potevano essere liquidati come una trascurabile resistenza della comunità locale retrograda. Il cortocircuito è prima di tutto dovuto alla sordità di una politica abituata a ragionare per schemi, e alla pigrizia dei mass media che le vanno dietro. In Val di Susa c’era (e resta) un grande dilemma trascurato. Certo, ora che se ne impossessano i parassiti con le molotov, senza che il movimento pacifico sia riuscito a prevenirne l’azione criminale, confrontarsi sui dilemmi reali dell’Alta Velocità fra le rocce della Val di Susa diventa pressoché impossibile. È la maledizione tipica delle situazioni difficili, lasciate incancrenire.

* da www.notav.info 7 luglio 2011